Caro Gianluca,
(non ti chiamerò avvocato perché dei curricula qui non mi importa; non Giovanni Luca per la lunga dimestichezza che abbiamo; non onorevole perché mi sembra che sia prematuro) ti scrivo apertamente per porre alla tua attenzione alcune questioni.
Non sono, neppure potenzialmente, un elettore del Movimento 5 stelle. Sono, però, potenzialmente un tuo elettore: sei una brava persona, sei un mio concittadino, non ho riserve sul tuo conto di alcun tipo. Quindi, perché no?
Chiarisco in premessa di non essere contrariato dalla tua recentissima conversione al Movimento: qual è la tempistica per essere dichiarati in ordine genuini, oppure ambiziosi o opportunisti? E poi, è così significativo nella più spudorata epoca possibile? Non lo sono nemmeno per il magro risultato (16 click) ottenuto alle cosiddette parlamentarie, sia perché, fatte le debite proporzioni, il candidato alla premiership Di Maio (490) è andato assai peggio di te, sia per il fatto che personaggi della politica ben più suffragati non hanno poi offerto alla cosa pubblica prove decorose.
Non mi scandalizza neppure – ho seguito le tue prime performance mediatiche – il ricorrente richiamo ad Aldo Moro, che nelle tue parole ha un po’ di mistico ma che suona tanto stridente tra i violenti vaffa del grillismo. Un po’, lasciamelo dire, mi turba che tu, al primo (primo!) sussulto di garbata critica (su Facebook, peraltro, non dalle colonne del Corsera), replichi agitando la diffida di una querela. Ma capisco anche come sia difficile sostenere la prima fila del dibattito pubblico: se tutto andrà per il meglio dovrai farci l’abitudine e ti auguro di non incappare nelle gogne on line inaugurate proprio dai tuoi colleghi a 5 stelle.
Ciò detto, a me piacerebbe capire meglio, se possibile senza dover riascoltare i 20 punti del programma di governo o le posizioni ufficiali dettate dalla Casaleggio e associati, come la pensi. In modo da meglio valutare la mia posizione di elettore.
Come la pensi, ad esempio, sui matrimoni tra persone dello stesso sesso; sull’adozione di bambini da parte di genitori omosessuali; sull’eutanasia; sull’accoglienza dei rifugiati da paesi afflitti da guerre e carestie; sulla liberalizzazione delle droghe leggere.
Ma anche – e qui mi rivolgo al giurista – sulla presa in giro dello slogan “Di Maio presidente” (esattamente come Grasso o Berlusconi presidente) in palese conflitto con il dettato costituzionale. O sulla scempiaggine di dover firmare un contratto privato (con annessa una pesantissima sanzione) per punire i voltagabbana mentre la Costituzione repubblicana prevede che un parlamentare eserciti il proprio ruolo senza vincolo di mandato.
Ancora: mi piacerebbe avere un tuo giudizio sincero sull’operato del nostro comune amico Toni Matarrelli, parlamentare uscente e forse tuo predecessore; una valutazione politica sulle attività amministrative della giunta comunale in carica; qualche tua proposta concretamente realizzabile per il territorio che ti candidi a rappresentare.
Sono consapevole che avrei potuto telefonarti e chiederti direttamente queste cose. Ma sono convinto che più di qualcuno trarrà giovamento dalla chiarezza delle tue posizioni. E poi, così è un po’ più divertente.
Con amicizia,
Giuseppe Florio