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Lettera aperta del Sindaco al direttore generale della ASL

da Cosimo Saracino
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Egregio Direttore Generale,

le scrivo per esprimerle il rammarico mio personale e di tutti i cittadini di Mesagne, per i ritardi accumulati nell’attivazione del nostro Presidio Territoriale di Assistenza.

Alla premura e sollecitudine con cui sono stati dismessi i vecchi reparti fa da contraltare una insopportabile lentezza e complessità burocratica nell’attivazione dei nuovi servizi che secondo quanto da Lei promesso dovevano essere operativi già entro dicembre 2017.

Ad oggi, per le informazioni in mio possesso, la situazione è la seguente: l’Ospedale di Comunità inaugurato a ottobre 2017 non è ancora partito per la mancanza dell’accreditamento da parte della Regione; fatto che appare di per se beffardo se si considera che proprio la Regione è l’Istituzione che ha in capo la responsabilità dell’intero Piano di Riordino ospedaliero.

Non è stato ancora avviato l’Hospice benché la gara – da quanto ci risulta – sia già stata aggiudicata. Quindi nessun posto letto è stato ancora attivato.

La Radiologia è ripartita, anche se non è ancora a pieno regime, ma è ancora priva della TAC che a causa del fermo prolungato (sic!) ha subito un guasto grave al tubo radiogeno la cui sostituzione appare complicata e molto onerosa.

La piattaforma ambulatoriale è ancora incompleta ed è organizzata su una proiezione oraria che va dalle 8 alle 14, salvo alcuni rientri pomeridiani (rispetto al servizio 7.30 – 19.30 previsto) ed è soprattutto carente nei day service chirurgici. In particolare fa specie l’incomprensibile soppressione di ogni attività di chirurgia ortopedica a decorrere dal 1° gennaio 2018.

Non è stato istituito il Centro Unico di Raccolta del sangue; non è stato ricollocato il CSM (Centro Salute Mentale), né il SERT per la prevenzione delle tossicodipendenze; non è partito il Centro di riabilitazione fisiatrica, ne altri servizi previsti dal progetto del PTA di Mesagne.

Inoltre, ad oggi, non ci è sufficientemente chiaro quale sia la dotazione organica prevista per il nostro PTA e se questa avrà carattere di stabilità.

È evidente che fin qui quel che rimane del “San Camillo de Lellis” è poco più di un poliambulatorio molto lontano dalla prospettiva prefigurata di migliorare l’offerta sanitaria nel territorio, di abbattere i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche, di ridurre il sovraffollamento del Perrino, di offrire in loco prestazioni a bassa intensità di cura.

Anche l’obiettivo di attivare percorsi di “presa in carico”, di telemedicina e di innovazione tecnologica per migliorare l’assistenza domiciliare ad oggi appare una chimera; così come nessuna attenzione è stata finora posta al tema del monitoraggio ambientale per la prevenzione delle malattie da inquinamento atmosferico.

Tutto questo in un quadro generale di grave sofferenza dell’intera offerta sanitaria nella nostra provincia. Ancora non comprendiamo la pesante penalizzazione che il territorio di Brindisi ha subito dal Piano di Riordino nella determinazione del numero di posti-letto: mentre la media regionale è di 3,4 per mille, nel nostro territorio è tarata su una proiezione di 2,7 per mille; obiettivo per altro non ancora raggiunto.

L’hub di riferimento – il Perrino di Brindisi – è da tempo al collasso. Anche i nostri concittadini sperimentano ogni giorno i problemi di ordinario coas al Pronto Soccorso, cosi come il congestionamento di numerosi reparti. Altro elemento critico è l’alto numero di extra locazioni di pazienti, prevalentemente geriatrici, in divisioni specialistiche inappropriate con la conseguente sofferenza degli operatori sanitari e dei servizi offerti.

Non c’è da stare allegri. Non vorrei che la nostra sobrietà istituzionale, la comprensione e la pazienza fin qui dimostrata sia considerata segno di accondiscendenza o di disimpegno.

Nella consapevolezza che Lei saprà farsi carico delle criticità evidenziate sono certo che provvederà senza indugi ad attivare i PTA previsti per la nostra Provincia, così come vorrà predisporre i correttivi che si renderanno necessari per riportare a decenza l’offerta sanitaria del territorio.

Dott. Pompeo Molfetta

Sindaco di Mesagne

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