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«Linfa», il futuro nelle mani di chi ha scelto di cambiare

da Cosimo Saracino
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Bilal, Farit, Matteo, Mohammed, Michael. Sono nomi di fantasia perché minori, ma le loro storie sono vere. Da pochi giorni, questi giovani hanno firmato un contratto di lavoro grazie al Progetto Linfa (Lavoro, Inclusione, Formazione in Agricoltura), una iniziativa che ha cambiato radicalmente il loro destino. Da minori autori di reato, provenienti da contesti difficili, sono diventati oggi lavoratori qualificati. Hanno imparato un mestiere, ma soprattutto hanno scoperto la fiducia in sé stessi e la forza di costruirsi una vita diversa.

 

Cos’è il Progetto Linfa

Linfa nasce nel cuore del Salento con un obiettivo ambizioso: creare un ponte tra giustizia minorile e opportunità di reinserimento sociale e lavorativo. Un percorso che mette insieme formazione, educazione e lavoro, per offrire ai ragazzi una seconda chance concreta.

In tre anni, circa 60 minori autori di reato hanno preso parte al progetto, segnalati dai Servizi Sociali e dal Tribunale per i Minorenni di Lecce e Brindisi. Ragazzi fragili, alcuni giovanissimi, provenienti da quartieri difficili o da percorsi di vita segnati da errori e assenza di opportunità.

Linfa ha saputo trasformare il rischio in opportunità, affiancando a questi giovani un’équipe di educatori, formatori e operatori sociali che hanno creduto in loro. Insieme hanno costruito percorsi di crescita legati al lavoro e alla cura del territorio.

 

Le attività e la nascita di una cooperativa

Linfa è un progetto pratico: apicoltura, falegnameria, manutenzione del verde, cura degli animali. I ragazzi imparano a costruire arnie, produrre miele, curare i cavalli, riparare attrezzi e prendersi cura di spazi comuni. Non solo formazione: i migliori tra loro sono stati assunti nella Cooperativa Linfa, nata proprio grazie al progetto. Oggi 5 ragazzi lavorano stabilmente nella cooperativa, con un contratto regolare e una prospettiva di futuro.

La cooperativa, fondata nel 2024, non è solo un’impresa sociale, ma un simbolo di riscatto e autonomia. La produzione di miele di alta qualità e di bomboniere artigianali realizzate in legno è già una piccola eccellenza locale, apprezzata anche durante eventi e manifestazioni pubbliche.

 

Chi c’è dietro Linfa e chi lo sostiene

Linfa è un progetto corale, promosso da APS Acqua2o, associazione capofila, e reso possibile grazie a una rete di partner che comprende i Comuni di Brindisi e Lecce, il Tribunale per i Minorenni di Lecce e Brindisi, ARCI Brindisi con il coordinamento dell’avvocato Vincenzo Catamo, CEFAS con il contributo di Fabrizio Chetrì, la Cooperativa Rinascita con la supervisione della dottoressa Anna Cordella, Salento Fun Park diretto da Lorenzo Gorgoni e la Cooperativa Phoenix sotto la guida di Giorgio Schirinzi.

Il Progetto Linfa è stato reso possibile grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, uno strumento innovativo nato in Italia per sostenere interventi rivolti ai minori in condizione di disagio sociale ed economico. Questo fondo, gestito dall’Impresa sociale Con i Bambini, è il risultato di un accordo tra Governo, Fondazioni di origine bancaria e il Forum Nazionale del Terzo Settore. Linfa è uno dei progetti selezionati dal bando “Cambio Rotta”, dedicato al recupero e alla reinclusione di minori autori di reato o a rischio devianza.

 

Le voci del progetto

Marcello Ostuni, responsabile dell’équipe multidisciplinare di Linfa, sottolinea: «Linfa è un modello concreto di come lavoro e natura possano diventare strumenti di cambiamento. Siamo orgogliosi dei risultati e continueremo a investire su questi ragazzi».

Fabrizio Chetrì, responsabile del progetto per CEFAS, aggiunge: «Linfa è una best practice da esportare in altri territori. Il lavoro svolto è stato intenso e i risultati sono ben visibili».

Giorgio Schirinzi, responsabile della Cooperativa Phoenix, racconta: «La cooperativa Linfa dimostra come la cooperazione sociale possa essere il motore di cambiamento di un’intera comunità. I ragazzi sono diventati professionisti seri e affidabili».

Davide Di Muri e referente di ARCI Brindisi, afferma: «La collaborazione con la cooperativa Linfa è essenziale. Gli interventi svolti dai ragazzi nelle strutture sono eseguiti a regola d’arte».

 

Le storie dei ragazzi

Bilal ha scoperto nella falegnameria un rifugio sicuro e una nuova passione. «Mi piace dipingere le arnie, ogni pennellata è un pezzo di me che resta lì. Qui ho capito che posso costruire qualcosa di bello e utile».

Farit ha trovato nel giardinaggio una fonte di serenità. «Prendermi cura delle piante mi fa sentire bene. È un lavoro che richiede attenzione e rispetto, e mi ha insegnato a prendermi cura anche di me stesso».

Michael ha visto nei cavalli e nei compagni di lavoro una nuova famiglia. «Stare con i cavalli mi dà pace, e lavorare con gli altri ragazzi mi fa sentire parte di un gruppo vero. È la prima volta che mi sento davvero incluso».

Mohammed, cresciuto tra i cavalli in Tunisia, ha ritrovato nel progetto un pezzo delle sue radici. «Qui lavoro con gli animali che amo da sempre. Mi sembra di tornare bambino, accanto a mio padre e a mio zio».

Matteo non ha ancora un progetto chiaro per il futuro, ma il percorso fatto gli ha aperto gli occhi. «Non so cosa farò, ma ho capito che posso scegliere. Prima non lo sapevo».

 

Gli educatori: pilastri silenziosi

Lorenzo Totano, case manager e studente di Scienze dell’Educazione, racconta: «Molti di questi ragazzi arrivano con uno sguardo spento e una corazza spessa. Il nostro lavoro è riconoscerli, dare loro valore e aiutarli a rivedersi sotto una luce nuova. Vederli scoprire di essere capaci di costruire, creare, essere parte di qualcosa, è la nostra più grande vittoria».

Davide Ostuni, istruttore e case manager di Acqua2o, spiega: «Ogni ragazzo ha un tempo suo, e noi dobbiamo rispettarlo. Insegnare un mestiere è importante, ma ancora di più è insegnare a credere di essere degni di un futuro. Quando riusciamo a strappare un sorriso vero, un sorriso che non sia di circostanza, sappiamo di aver fatto qualcosa di giusto».

 

Perché Linfa è un esempio da seguire

Linfa è molto più di un progetto formativo. È un laboratorio di fiducia, un ponte tra errore e riscatto, un modello replicabile che dimostra come il terzo settore, la giustizia minorile e il territorio possano collaborare per generare opportunità vere.

In un tempo in cui i giovani vengono spesso raccontati solo per gli errori, Linfa è la dimostrazione che offrire una seconda possibilità non è solo possibile, è doveroso. Quando questa possibilità viene costruita con passione, competenza e visione, i risultati sono meravigliosi: ragazzi fieri, nuovi lavoratori, una comunità che cresce insieme.

 

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