“Chi vive nei pressi dell’Ilva si ammala di cancro, molto più degli altri. I dati che ci arrivano sono sconcertanti”. E’ quanto dichiara l’on.le Toni Matarrelli che questa mattina ha depositato una interrogazione indirizzata al Ministro della salute e al Ministro dell’ambiente per sapere quali iniziative urgenti si intendano adottare per regolamentare l’attività dell’impianto, visto il rischio evidente per la salute degli abitanti dei quartieri siti in prossimità dell’acciaieria.
L’impianto siderurgico Ilva di Taranto ha provocato e provoca malattie e decessi nei quartieri più vicini all’impianto, soprattutto nei bambini. E’ stato provato che tra il 2008 e il 2014 c’è stato un nesso chiaro tra l’inquinamento e la mortalità nei rioni a rischio di Taranto, soprattutto per cause respiratorie e, da quando sono aumentati le polveri sottili e l’anidride solforosa , ci sono stati più ricoveri, con effetti “importanti” nei bambini fino ai 14 anni.
Secondo lo “Studio di coorte sugli effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla morbosità e mortalità della popolazione residente a Taranto”, voluto dal Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, risulta che più aumenta la produzione siderurgica, a fronte di un aumento dell’inquinamento, aumentano determinate malattie e cause di morte, tra le quali i tumori. Si tratta di uno studio che ha confermato quanto era già noto dal 2011 con lo studio Sentieri, ovvero che nei quartieri Tamburi, Paolo VI e Borgo – i tre con ‘vista’ sulla fabbrica – si moriva più spesso e prima che altrove. Il suddetto studio, condotto da un team guidato dal professor Francesco Forastiere, in collaborazione con Arpa Puglia e Ares Puglia, ha messo in evidenza come le polveri sottili industriali (Pm10) siano responsabili di un aumento del 4% del rischio di mortalità, in particolare del 5% per tumore polmonare, oltre che del 10% per infarto del miocardio.
L’anidride solforosa, invece, provoca un aumento del 9% della mortalità, con eccessi più marcati per tumore polmonare (+17%) e infarto (+29%). E nel periodo compreso tra il 2006 e il 2011, entrambi gli inquinanti sono stati responsabili, inoltre, di aumento del rischio di tumore del polmone tra i residenti: alle polveri è imputabile un +29%, mentre all’anidride solforosa sarebbe riconducibile un incremento del 42 per cento. Se si considerano i ricoveri per quartiere di residenza, emerge un “eccesso di ricorso alle cure ospedaliere” compreso tra il 7 e il 50 per cento a Tamburi e Paolo VI, con dati rilevanti nella fascia d’età compresa tra gli 0 e i 14 anni. I bambini finiscono più spesso in ospedale se sono residenti a Tamburi (+24%), Borgo (+16%) e Paolo VI (+26%) e gli incrementi diventano ancora più elevati quando si considerano le sole infezioni delle vie respiratorie.
Il dossier che racchiude lo studio richiamato evidenzia quindi, come “all’andamento produttivo” dell’Ilva tra il 2008 e il 2014, “ha corrisposto un effetto sui livelli di inquinamento in prossimità dell’impianto e nei quartieri limitrofi” e l’andamento della mortalità “ha seguito in modo speculare” proprio i livelli di produttività e di inquinamento nei quartieri Tamburi e Borgo.
Il Governatore della regione Puglia Emiliano ha sottolineato come dai dati del dossier emerga che “sono necessari con immediatezza interventi dal parte del Governo sulla attività della fabbrica per evitare che questi dati sulla eccessiva mortalità siano confermati nel futuro” e ha dichiarato l’urgenza di iniziative che solo il Governo può intraprendere, dal momento che il rapporto è stato trasmesso più di una settimana fa al Presidente del Consiglio, dando istruzione ai commissari per la regolazione della attività dell’impianto che il rapporto.
L’onorevole Matarrelli è il primo firmatario dell’interrogazione insieme ai deputati On. Artini, On. Baldassarre, On. Bechis, On. Brignone, On. Civati, On. Maestri e On. Pastorino.