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Lavoratrici sfruttate, sottopagate, ricattate, vessate, violentate nella dignità ed anche nella femminilità, utilizzate come bestie da soma, scaraventate nell’angoscia di poter perdere anche una manciata di euro al giorno. Negli ultimi giorni due brillanti operazioni delle forze dell’ordine hanno scoperchiato il vaso di Pandora del caporalato in provincia di Brindisi, assicurando alla giustizia i presunti colpevoli di uno dei più disgustosi reati annoverati nel codice penale.
Sono particolarmente lieto di poter rivolgere quindi alla magistratura inquirente ed alle forze di polizia il mio plauso ed insieme l’incoraggiamento a proseguire su questo terreno. Ciò perché il fenomeno del caporalato, praticamente specifico per il Meridione, è ancora di là dall’essere debellato. Le norme di recente approvate contribuiscono certamente a rafforzare gli strumenti per il contrasto allo sfruttamento del lavoro nei campi, così la costante attenzione mantenuta alta dalla stampa. Resta in piedi la necessità di allestire un fronte comune tra le istituzioni democratiche ma anche tra i soggetti direttamente coinvolti (penso ai sindacati di categoria), in modo da accelerare il processo di emancipazione da un retaggio tanto antico, quanto perverso e nocivo, perché l’agricoltura una volta bonificata, torni ad essere un volano di sviluppo per il nostro territorio.
Toni Matarrelli
Deputato della Repubblica