Home Attualità Martedì 20 marzo nella chiesa di San Giovanni Paolo II verrà esposta “La Via della Croce” di Adriano Radeglia

Martedì 20 marzo nella chiesa di San Giovanni Paolo II verrà esposta “La Via della Croce” di Adriano Radeglia

da Cosimo Saracino
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VIA CRUCIS webMartedì 20 marzo alle ore 18:00 presso la Chiesa di San Giovanni Paolo II a Mesagne sarà esposta per la prima volta al pubblico “LA VIA DELLA CROCE”, opera dell’artista Adriano Radeglia. Una nuova Via Crucis realizzata appositamente per la chiesa presieduta da don Massimo Alemanno.

Un’opera unica, narra la devozione cristiana che rievoca i momenti salienti della passione di Cristo, dalla condanna al tragitto verso il Golgota, la morte e la risurrezione. La croce con la sua solida spazialità segna la scena prospettica tra le anatomie dei corpi e il rosso vibrante del sangue.

“È come un percorso parallelo, sicuramente spirituale, dove ho voluto rendere teatrale la rappresentazione iconografica del cammino doloroso di Cristo e indagare con realismo i sentimenti e le emozioni delle figure silenti, quasi solitarie, nella fermezza armonica dei gesti. Mani e volti riflettono il dramma del dolore,  una sofferenza umana e divina tra rassegnazione e sgomento, come ad ascoltarne le urla e i lamenti che trapelano da essi in una sacrale bellezza”.

Sono quindici altorilievi in terracotta policroma, realizzati a mano, che mostrano un Cristo consegnato alla folla da Pilato tra i soldati e i sommi sacerdoti che incitano alla crocifissione; incoronato di spine sotto il peso della croce, deriso e già sanguinante, cade. L’incontro con la madre nella consapevolezza del dolore e le mani che carezzano i visi tra il pathos e l’intimità dei loro sguardi. Un centurione minaccioso costringe il Cireneo a portare la croce di Gesù che, oltre al peso, ne condivide la sofferenza, lo sorregge. Il panno della Veronica imprime il viso martoriato e sporco di sangue, l’immagine del dolore di quell’uomo, e  per la seconda volta é prostrato nella polvere.

Le pose delle donne, le mani che si intrecciano e battono il petto nel lamento biasimato. Un Cristo ormai sopraffatto, rassegnato, abbandonato al dolore giace  per la terza volta mentre un uomo tende le braccia a sollevarlo. In una scena aggressiva é schernito, spogliato nella divisione delle vesti, e ancora, crudelmente inchiodato alla croce dal brutale gesto di un carnefice in un grido di dolore e perdono.
La testa china, il viso sereno e un corpo martoriato e abbandonato sulla croce, segnano la sua morte tra l’abbraccio di Giovanni a Maria e il vento che muove i panni.

E ancora, il peso del corpo straziato, inerte,  è sorretto dalle braccia della madre che lo riporta al grembo e fissa quella realtà dolorosa in uno sguardo di rassegnazione; esposizione emotiva che coinvolge e stravolge lo spettatore. Cristo deposto é la scena concreta del luttuoso episodio cristiano. Le donne presenti rispettano il dolore della Vergine mentre il discepolo Giuseppe, delicatamente, avvolge il corpo nel sudando. Oltre la sofferenza c’è la rinascita, la risurrezione di Cristo, i segni del sacrificio e la colomba dello spirito santo a completamento delle opere.

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