Home Cultura Mesagna: un ritratto urbano di fine Seicento della città tra le ricerche più recenti dell’Istituto Culturale Storia e Territorio

Mesagna: un ritratto urbano di fine Seicento della città tra le ricerche più recenti dell’Istituto Culturale Storia e Territorio

da Cosimo Saracino
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(di Mario Vinci) – Di solito quando da un cassetto emerge la foto prodotta più di cento anni fa di un avo o di un gruppo familiare si rimane ad osservarla tra curiosità e sorpresa, rinvenendo somiglianze e rilevando quella distanza che può farsi appartenenza attraverso il recupero orale di una memoria parentale.

Se, poi, quella immagine sgualcita testimonia non già una tessera di una storia intima e privata, ma rappresenta un ritratto urbano prodotto secoli fa del luogo in cui si abita si dipanano davanti agli occhi i tratti di una città che non si è conosciuta, ma in cui, forse, sarebbe stato bello vivere.

In modo analogo alle foto in bianco nero in cui venivano fissati, sovente in modo stereotipato, le pose più belle o composte di visi e corpi, anche sulle vedute prodotte dal XVI secolo in poi si imprimeva il volto ben fatto ed armonioso delle città secondo i dettami della committenza, l’affermazione di canoni stilistici e, non ultimo, la cifra peculiare degli artisti esecutori. Ed ecco che ad affacciarsi allo sguardo ed agli studi di noi moderni compaiono città illustri e meno note dipinte su tele di grande formato, su affreschi e persino su guide di viaggio tascabili, documenti tutti funzionali a fermare uno scatto tra il reale e la resa ideale.

Ad esaminare queste testimonianze sono esperti le cui analisi rimangono spesso nell’ambito accademico o confinate in pagine di storia patria, senza che gli abitanti di quei luoghi possano scoprire le fattezze più remote degli stessi e percepire di essere eredi di ciò che del passato è rimasto da contemplare occhi al cielo o da camminarci affianco o sopra. Sicche’, quando si rinviene nei cassetti di biblioteche ed archivi un documento nuovo o parzialmente edito non si può non condividerne la bellezza che diventa compiuta quando accompagnata da note di studio che riportino quel foglio ingiallito dal solco della microstoria alla prospettiva di una ricerca di più ampio respiro.

Ed è quanto sta per accadere alla città di Mesagne, assurta per la verità raramente agli onori di rappresentazioni, con la pubblicazione del lavoro che reca il titolo provvisorio di: “La Mesagne di fine ‘600” curato dall’Istituto Culturale Storia e Territorio di Mesagne in corso di stampa per la collana “Rara et rariora” ed edito grazie al contributo del Centro Diagnostico Omega di Mesagne.

A breve, dunque, sarà possibile apprezzare un piccolo gioiello custodito nella Biblioteca Nazionale Austriaca che ha accordato all’Istituto già nel 2019 (prot. n. KAR/1353/2019 del 20/05/2019 ) il permesso di studio e di pubblicazione: si tratta di una veduta realizzata alla fine del seicento da Francesco Cassiano de Silva. Nel lavoro si esporranno dati sul vedutista e le ipotesi ricostruttive di tipo urbano relative al periodo suo coevo, ma non mancheranno riflessioni sul senso che ha oggi abitare luoghi in cui la storia ha lasciato tracce importanti, come nel caso della terra di Mesagne, quel cuore di pietra oggi palpitante di ‘vita nuova’.

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