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Mesagne avvolta da una coltre di nebbia

da Cosimo Saracino
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Capita sempre più spesso negli ultimi giorni che la nostra città si ritrovi avvolta dalla nebbia. Tanti i disagi per chi percorre le strade provinciali che per molti chilometri hanno la segnaletica orizzontale sbiadita. Un fenomeno della natura affascinante e suggestivo che invita a rimanere nella propria abitazione e a prestare tanta prudenza se ci si mette alla guida. I nostri avi conoscevano bene questo fenomeno atmosferico e collegavano l’evento con il bel tempo del giorno successivo o la pioggia (“cretu allu nigghiori o acqua o ientu o soli”, recitavano in dialetto). La coltre di nebbia rende ogni cosa ovattata e le immagini dei monumenti sembrano avvolti da mistero. Poetico ma anche irritante per chi soffre di reumatismi o cervicale.

Ma da cosa dipende questo fenomeno? 

Sul sito supermeteo.com si legge: 

 

La nebbia (una nube nei pressi del suolo) è un fenomeno tipico della stagione autunno-vernina, in particolar modo nei periodi anticiclonici e quindi di stagnazione atmosferica, con poca ventilazione e ricambio d’aria e con cielo in prevalenza sereno.

Il periodo più propizio alla formazione della nebbia va dal tramonto al primo mattino, poiché la temperatura, in prossimità del suolo, diminuisce e aumenta la possibilità di formazione della nebbia, grazie alla condensazione che si ha quando la massa d’aria raggiunge la temperatura di rugiada (dew point).

 

Diciamo subito che il Salento, essendo per buona parte del territorio pianeggiante e con un clima spesso umido (più è umido e più la condensazione può avvenire anche con un raffreddamento minore), si può annoverare tra le zone d’Italia con maggior rischio di nebbia dell’intero stivale.

Non è inusuale infatti ritrovare, soprattutto nelle zone interne e nella Valle della Cupa (la nostra “pianura padana”), nebbie fitte con visibilità che non va oltre i pochi metri (o il metro!)…i classici nebbioni in stile padano.

Ogni tanto si ha anche precipitazione da nebbia, ovvero le piccolissime goccioline precipitano al suolo producendo a tutti gli effetti della pioviggine.

Quindi sfatiamo subito il mito che il Salento è solo la terra del sole, del mare e del vento, perché quando le condizioni lo permettono, abbiamo nebbia da vendere che talora riesce a persistere anche durante la primissima parte della mattinata.

Il sole infatti, col passare delle ore, riesce a “bucarla” con facilità (evapora lo spessore che può variare dai 100 ai 300 metri), coadiuvato dall’assenza di rilievi significativi in grado di intrappolare la nebbia nei bassi strati, come avviene in pianura padana, permettendo così al vento in rinforzo nel corso della giornata di diradarla ulteriormente e più velocemente anche se molto fitta

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