Nel pomeriggio di ieri è stata eseguita, da personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Mesagne l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, su richiesta del P.M. della Procura della Repubblica, dott.ssa Valeria FARINA VALAORI che ha assunto la direzione delle indagini svolte a carico di CERASINO Oronzo (nella foto), oritano, del ’55, pregiudicato anche per reati specifici, che si è reso responsabile, in concorso con altri soggetti non identificati, dei reati di furto di un trattore agricolo, sottraendolo dall’interno di un capannone, dopo aver forzato il lucchetto posto a chiusura del portone dello stesso, di una masseria in agro di Mesagne. Lo stesso, altresì, mediante minaccia, costringeva la vittima a consegnargli la somma di euro 3.000,00, cosa che avveniva procurando all’estorsore e/o ad altri un ingiusto profitto.
L’attività di indagine, lunga e laboriosa, traeva origine dal ritrovamento di un trattore da parte della pattuglia della volante di questo Ufficio non lontano dal centro commerciale Auchan. Risaliti al proprietario lo si contattava telefonicamente e lo si informava del ritrovamento. Con sommo stupore, lo stesso era ignaro del furto perchè abitante in luogo diverso dalla masseria da dove si era consumato il reato. Recatosi sul posto appurava che ad essere stato asportato non era stato solo quel trattore ma anche un altro analogo mezzo di marca Fiat, modello New Holland, due motoseghe, un taglia erba ed altri attrezzi da lavoro nonchè vi era stato il tentativo di furto di un camion che presentava il lunotto di accensione forzato.
La vittima veniva, pertanto, invitata negli uffici di polizia a sporgere formale denuncia e le veniva richiesto se aveva ricevuto contatti anomali da sconosciuti, richieste di denaro, minacce o se nei giorni precedenti era stato destinatario di « fatti » strani. La sua ritrosia ed il suo imbarazzo hanno rappresentato, per gli investigatori, il campanello d’allarme, la spia che si è accesa e che ha consentito di portare investigatori e magistrato sulla pista giusta. L’intuito investigativo veniva corroborato da un altro elemento obiettivo che si riesumava dagli archivi e dalle banche dati: nel 2007 la stessa vittima subiva il furto dello stesso trattore e veniva sottoposta ad estorsione per riaverlo, un copione che pertanto si ripeteva.
Poteva coincidere anche l’autore di quel reato?
Pur essendo questa l’ipotesi investigativa più solida, non si è lasciato nulla al caso e per mesi si è intercettata la vittima e coloro nei confronti dei quali gravavano elementi indizianti di una certa gravità.
Le conversazioni intercettate e i riscontri acquisiti hanno permesso di acclarare che all’estorto è stata richiesta la somma di 4.000 euro per riavere il mezzo rubato, somma che a seguito di trattative è scesa a 3.000 euro. Il momento della dazione della somma di denaro estorta e quello del « ritrovamento » del secondo trattore sono documentati negli atti di indagine redatti da questi investigatori. Per far ritrovare il mezzo, la vittima ha dovuto percorrere un dedalo di stradine sterrate ed anfratti, tanto che il luogo così è stato descritto : «ci era da sciri arretu, non ci indrizzava sicuru, o mi ha portato per farmi perdiri li ientu, non puoi immaginare, stradine così, fangu, a periculu cu rimangu cu la machina…magghiu fattu lu bagnu ntra l’erva cu lu possu sci pigghiari» .
Il reato di estorsione rimane sempre una tipologia di reato che difficilmente si denuncia, difficilmente si riesce a provare poichè la vittima è terrorizzata dal suo estorsore che la minaccia prospettandogli un male ingiusto, spesso rivolto anche a persone care alla vittima stessa.
L’omertà di chi sa e non parla, il terrore delle minacce subite che « blocca » la persona offesa, a volta la mancata consapevolezza che ciò che gli si chiede concretizza il reato di estorsione perchè di valore irrisorio (non in questo caso), rappresentano la forza dell’esorsore/i che sguazza in questo clima di rassegnazione e passività.
A non rassegnarsi di fronte ad una vittima che non parla ci sono, però, la magistratura e le FF.OO. che, anche se con maggiore difficoltà, riescono comunque a far luce sulle dinamiche vessatorie e delinquenziali che scattano in questa fattispecie criminosa. Si chiede a chi è vittima di estorsione più fiducia.