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Mesagne, intossicazione da funghi: nuovo intervento del Centro di controllo micologico

da Cosimo Saracino
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Un nuovo caso d’intossicazione da funghi nel territorio di Brindisi: si tratta del quinto intervento del Centro di controllo micologico della Asl nelle ultime settimane. Un 75enne di Mesagne venerdì sera si è presentato al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino con vomito e dolori addominali.
L’uomo ha portato con sé un campione dei funghi sott’olio consumati a pranzo, che il micologo reperibile del Centro di controllo della Asl, Giampaolo Amatori, ha riconosciuto come tossici: si tratta del Lactarius a lattice bianco e del Lactarius tesquorum (dal latino loca tesqua, landa desertica) noto come fungo di mucchio, fungo del cisto (il cistus monspeliensis, sotto il quale cresce) o “mucchiarieddu”.


Il Lactarius a lattice bianco provoca sindrome gastroenterica con vertigini e cefalea, generalmente risolvibili in 48-72 ore. Il Lactarius tesquorum, invece, contiene tossine termolabili, che si inattivano con il calore: non vanno mai grigliati ma bolliti intorno ai 70 gradi con eliminazione dell’acqua di cottura. Se non cotti adeguatamente possono causare gastroenteriti con diarrea, nausea e vomito.
“In questo caso particolare – spiega il medico del Pronto soccorso del Perrino Giuseppe D’Andria, che ha seguito il paziente – i funghi erano stati raccolti da un conoscente dell’uomo e preparati sott’olio dalla moglie.

Nei casi di intossicazione è importante valutare anche le modalità di conservazione degli alimenti. Per questo abbiamo deciso comunque di tenere in osservazione il paziente nel reparto di Geriatria per escludere eventuali problemi legati a questo aspetto”.


“In generale – continua – un paziente che arriva al Pronto soccorso con intossicazione da funghi viene sottoposto a lavanda gastrica, seguita dalla somministrazione di carbone vegetale, e idratato con flebo. Vengono valutate la funzionalità renale ed epatica e dati farmaci per calmare i dolori e contrastare il vomito. Se il paziente ha con sé residui del pasto o funghi simili a quelli ingeriti, come in questo caso, contattiamo il micologo del Centro di controllo per l’individuazione del tipo di fungo. A questo punto chiamiamo il Centro antiveleni di Pavia, che è operativo h24, per concordare la migliore terapia e somministrare un eventuale antidoto”.

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1 commento

Mesagnese sabato, 14 Novembre 2020 - 18:19

Si, ma la causa? Prima che qualcge sceno ci regali qualche tragedia? Si tratta per caso di quel dritto ncapu a iddu che dopo aver preso funghi dal bosco del acquaro si improvvisa venditore guarda caso ad anziani porta a porta diversamente da quando mette la bancarella di pesche a Torre Lapillo senza averne mai coltivata una?! La zona del ospedale pare la stessa!

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