Un girasole posato con delicatezza sulla bara ha portato un raggio di luce in una mattina carica di commozione. A compiere quel gesto è stato un amico, anche lui arrivato a Mesagne da lontano ma mesagnese d’adozione, come Axel. Quel fiore è diventato il simbolo di un affetto semplice e profondo, lo stesso che la comunità ha sempre riservato a quell’uomo alto e biondo che tutti conoscevano per la sua gentilezza e per l’amore sincero verso gli animali.
Axel non chiedeva nulla. Chi gli lasciava un pasto lo faceva per puro spirito di solidarietà, colpito dalla sua discrezione e dalla sua bontà. Molti ricordano il suo sorriso silenzioso, la calma con cui si muoveva tra le strade della città e il legame profondo con i suoi gatti. Alcuni lo descrivono come un uomo vicino al rastafarianesimo, la religione di Bob Marley. Forse anche per questo aveva sempre rifiutato le cure offerte dai sanitari.
Negli ultimi giorni, diversi cittadini avevano notato il peggioramento delle sue condizioni nei pressi dell’ex scuola Marconi e avevano chiesto aiuto al 118. Axel aveva rifiutato ogni volta l’intervento. A qualcuno aveva confidato di voler restare ancora un po’ per far crescere i suoi gatti e renderli forti prima di lasciare Mesagne per un’altra città.
Questa mattina, alle 8.30, la comunità gli ha dato l’ultimo saluto nel cimitero comunale. Alla benedizione erano presenti don Dino Scalera, parroco della chiesa Santissima Annunziata, e don Pietro Depunzio della Casa di Zaccheo. Accanto a loro c’erano il sindaco Toni Matarrelli, l’assessora ai servizi sociali Roberta Tollis e alcuni cittadini che hanno voluto testimoniare il loro affetto. Dopo la cerimonia, la salma è stata tumulata nel campo a terra.
Axel è stato trovato senza vita ieri pomeriggio in una casa abbandonata sulla provinciale per Latiano. La notizia ha scosso profondamente Mesagne. La città oggi lo ricorda come un uomo buono, riservato e fedele ai suoi animali, una presenza silenziosa che aveva saputo farsi voler bene da tutti.