Home Attualità La storia di Mesagne nei ricordi dell’avvocato Salamanna – VIDEO INTERVISTA

La storia di Mesagne nei ricordi dell’avvocato Salamanna – VIDEO INTERVISTA

da Cosimo Saracino
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(da BuoneNuove di Maggio 2019) – Le mani piccole ed esili si muovono ancora veloci sulla tastiera di una vecchia macchina elettrica. Lui, minuto di statura ma con una chioma bianca che racconta di una lunga esperienza professionale, non si è mai voluto convertire al computer. Il dattilografo è stato il suo primo lavoro nello studio dell’avvocato De Francesco. Fu il papà Carabiniere che gli consigliò di imparare a scrivere a macchina. La chiacchierata con l’avvocato Antonio Salamanna, quasi novantenne e decano dei penalisti mesagnesi, inizia proprio da quando alla fine degli anni 40 – spinto dalla necessità di avere un lavoro per mantenersi agli studi -, fu assunto nello studio di via Martiri della Libertà dove è rimasto per tutta la vita. Un excursus professionale che si intreccia con la storia recente della nostra città. Lo studio legale di De Francesco era uno di quei luoghi che, negli anni del dopoguerra, veniva frequentato da notabili, professionisti e umili contadini. De Francesco era tra i pochissimi avvocati che la città di Mesagne annoverava in quegli anni. Il suo carattere aperto e disponibile lo avevano fatto diventare punto di riferimento per tutte le fasce sociali. E il giovane Antonio Salamanna, studente universitario proveniente da una famiglia numerosa, si affacciava al mondo del lavoro con il solo scopo di guadagnare quanto necessario per studiare. La caparbietà e la passione per la Legge lo portarono a conseguire la laurea in Giurisprudenza. Non aprì un suo studio: “Scelsi di restare con l’avvocato De Francesco – racconta – e nel 68 lo studio passo a me per espressa volontà testamentaria di De Francesco”.

L’avvocato Salamanna nel suo 64 anniversario di iscrizione all’ordine forense è toga di Platino. I ricordi dei primi anni di professione si intrecciano con l’esperienza di una città agricola di 15mila abitanti che guardava alla Montecatini come miraggio. Nei suoi occhi vispi e profondi scorrono le immagini di uomini come Samuele De Guido, Santo Semeraro, Elio Bardaro e altri che hanno fatto la storia di Mesagne. La città progrediva e si ampliava con il quartiere Seta, la Torretta mentre Salamanna diventava vicepretore. “Fui nominato per la prima volta nel 1965 con un incarico triennale. Ma il Consiglio superiore mi rinnovò la fiducia per ben sei volte. Sono stati gli anni in cui ho lavorato tanto”. Dalle sue mani sono passati quintali di carte studiate una ad una, fino a tarda ora e senza pausa. Di quegli anni ricorda il processo contro i contadini che avevano occupato le terre e quello nei confronti di alcuni tifosi che avevano fatto una invasione di campo in occasione di una partita difficilissima del Mesagne. E poi i processi per la prostituzione dilagante nelle nostre strade. Sempre attento e disponibile lancia un appello ai giovani che studiano giurisprudenza: “Lavorate tanto e rispettare il codice deontologico”.

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