«Sono vicino ai carabinieri di Latiano, mi dispiace e sono arrabbiato per quello che è accaduto ieri. Ma Latiano è anche piena di gente per bene»: è di qualche ora fa la telefonata arrivata nella caserma di Latiano da un cittadino che ha espresso la sua vicinanza all’Arma dei Carabinieri, ricordando, comunque, che la città è abitata anche da brave persone che rispettano il lavoro di chi ogni giorno mette a repentaglio la propria vita per garantire la sicurezza di un’intera comunità.
Il gravissimo episodio che si è verificato intorno alle 18 di venerdì 26 aprile in via Libertà, a Latiano, mentre i cittadini erano impegnati in conversazioni tra amici davanti al bar, e a passeggiare con i nipotini per strada, ha provocato un certo sgomento e profonda paura negli animi.
Due carabinieri, due uomini impegnati quotidianamente nella difesa della legalità e che con orgoglio, ogni mattina, indossano la divisa, sono stati aggrediti, strattonati e minacciati di morte dai due fratelli poco più che ventenni, Gianmarco e Mattia Macrì, di 22 e 21 anni, ora agli arresti domiciliari.
Un episodio gravissimo di cui echeggiano ancora nell’aria le frasi ingiuriose e minacciose «Hanno fatto bene ad ammazzare il maresciallo a Foggia» e «So dove abiti, vengo e ti ammazzo» pronunciate con atteggiamento di sfida e rancore dai giovanissimi Macrì, compiaciuti e appoggiati dalla madre che è stata denunciata a piede libero.
Con la città di Latiano, anche quella di Mesagne è solidale con i carabinieri ed esprime la sua vicinanza al tutore dell’ordine mesagnese che ha ricevuto la minaccia di morte, auspicando che possa presto dimenticare la faccenda ed essere sempre più orgoglioso del coraggio che dimostra ogni giorno.
“Sul cadavere dei leoni, festeggiano i cani credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani», asserisce il capitano Antonio Corvino della Compagnia di San Vito dei Normanni difendendo i suoi uomini. Fabiana Agnello