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Molfetta alla Regione: “Il De Lellis aperto decongestiona il Perrino”

da Cosimo Saracino
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Nel pomeriggio di martedì 22 marzo il sindaco Pompeo Molfetta, alla presenza del consigliere regionale Mauro Vizzino, è stato ascoltato presso la III commissione consiliare regionale permanente (Sanità – Servizi Sociali) assieme agli altri sindaci pugliesi interessati dal Piano di riordino licenziato in queste settimane dalla Regione Puglia.

Il primo cittadino, dopo una disamina del percorso che ha portato all’attuale situazione, ha messo in evidenza come in Provincia di Brindisi «il Piano abbia semplicemente spostato reparti da una struttura all’altra con l’obiettivo di accreditare il Perrino come Hub (II° livello), il Camberlengo di Francavilla come Struttura di I° livello, il Civico di Ostuni come Ospedale di Base e di far perdere definitivamente la caratterizzazione ospedaliera al San Camillo di Mesagne, al Miulli di S. Pietro e all’Ospedale di Fasano».

«Ma cambiando l’ordine degli addendi – ha proseguito il primo cittadino alla Commissione – non cambia il risultato: non migliora l’offerta sanitaria del territorio, nè si centra l’obiettivo primario chiesto dal Governo di riduzione della spesa: si produce solo un ulteriore sovraffollamento di strutture già al limite del collasso – come il Perrino – e lo svuotamento di altri stabilimenti perfettamente agibili che devono essere riempiti ma non si capisce bene di cosa». Una scelta che pare illogica ed antieconomica considerato anche il fatto che nel nostro nosocomio, come in quello di San Pietro, in questi anni sono stati fatti investimenti strutturali e funzionali per milioni di euro.

Il sindaco ha aggiunto davanti alla Commissione regionale che «l’ospedale di Mesagne da oltre 15 anni percorre con senso di responsabilità la via della “conversione” quasi come un atto di fede, perché nei fatti si è smantellato un eccellente ospedale territoriale in favore di una prospettiva che è ancora tutta nelle mani della Provvidenza perché quello che dovrebbe essere un Presidio Territoriale di Assistenza ad oggi è poco più di un Poliambulatorio».

«L’art. 10 del D.M. 70/2015 prevede, invece, che i PTA, come quello previsto dal Piano per l’ospedale di Mesagne, debbano essere strutture in grado di accogliere pazienti di qualsivoglia tipologia a bassa intensità di cura in dimissione protetta, pazienti di provenienza dal territorio nella formula dell’“ospedale di comunità” con il concorso attivo dei medici di base, “hospice” per le cure palliative dei malati terminali ed in più con una specialistica ambulatoriale potenziata per migliorare i percorsi diagnostico-terapeutici ed abbattere il tasso di ricoveri inutili. Per fare questo occorrono i soldi che finora non ci sono stati, la volontà politica regionale e distrettuale che finora non c’è stata, un profondo cambiamento culturale che è ancora di là da venire».

Nelle more che tutto ciò si compia il sindaco Molfetta ha proposto che «le strutture intermedie – come gli ospedali di Mesagne e San Pietro – mantengano almeno parzialmente la caratterizzazione ospedaliera con una vocazione specifica per il post acuto e per la riabilitazione, utilizzando idealmente la quota dello 0,7 per mille di posti letto previsti dalla Legge per queste funzioni, al fine di ottimizzare l’offerta sanitaria territoriale e decongestionare il Perrino, mantenendo altresì viva la prospettiva della reale e concreta conversione in PTA».

Nelle prossime settimane l’Amministrazione Comunale si riserva – una volta che ci si troverà in presenza di atti formali, ancora trovandoci in una fase interlocutoria – di consumare ulteriori passaggi istituzionali con tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale.

 

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