Attraverso la Tac verranno studiati resti umani antichi della necropoli di Torre Guaceto e i costumi funerari risalenti alla Tarda età del bronzo. Saranno poi creati “gemelli digitali” delle testimonianze funerarie, contenuti destinati alla valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico rinvenuto nel sito di elevato valore naturalistico.
È l’obiettivo del progetto “La necropoli a cremazione di Torre Guaceto: diagnostica per immagini e gemello digitale per l’analisi dei resti umani antichi e la ricostruzione dei costumi funerari della Tarda età del bronzo”, presentato questa mattina nella sala Francigena della direzione generale della Asl Brindisi, in via Napoli, che verrà portato avanti attraverso una convenzione tra Unisalento, Isbem, Cetma e Asl Brindisi.
“È la prima Asl della Regione Puglia – ha sottolineato il direttore generale Maurizio De Nuccio – in cui parte un progetto di Archeologia medica. Attraverso lo studio delle ossa potremo capire, per esempio, se ci siano state epidemie e le soluzioni adottate. Queste indagini potranno anche aprire nuovi scenari dal punto di vista terapeutico”.
“Con le nostre tac multistrato dotate di software di Intelligenza artificiale – ha aggiunto Eluisa Muscogiuri, direttore della Radiodiagnostica dell’ospedale Perrino e responsabile della gestione scientifica della convenzione – potremo acquisire le immagini delle urne e analizzarne il contenuto, dalle ossa ai monili”.
Il direttore amministrativo della Asl, Loredana Carulli, ha ricordato che “il tempo dedicato dal personale medico e tecnico della Asl è marginale rispetto agli impegni ordinari: l’obiettivo principale, naturalmente, resta l’assistenza ai cittadini”.
Alessandro Distante, direttore Isbem, ha aggiunto che “una Asl moderna mette insieme l’aspetto assistenziale, primario, con quello scientifico e formativo. Questo è un passo che la Asl Brindisi sta facendo per portarsi verso il futuro in modo sostenibile e razionale”.
Per Francesca Riccio, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, “questo progetto potrà essere replicato ed esteso ad altri settori. Siamo da sempre a fianco della Riserva di Torre Guaceto: nel 2023 abbiamo sottoscritto una convenzione con la Riserva e l’Università del Salento per condividere strategie di valorizzazione e ricerca. Da pochi mesi – ha proseguito – Torre Guaceto fa parte del Sito Unesco Via Appia Regina Viarum, ulteriore riconoscimento del suo ruolo fondamentale”.
Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di gestione di Torre Guaceto, ha evidenziato che “questo viaggio indietro nel tempo per dare valore al presente rientra nelle finalità del Consorzio. A breve potenzieremo il Centro visite e il laboratorio archeologico per offrire uno spazio museale adeguato a tutti i reperti”.
Gli aspetti dei contenuti digitali sono stati illustrati da Italo Spada, direttore del Dipartimento Design e New Media del Cetma. “Traduciamo i contenuti scientifici – ha spiegato – in storie che raccontano usi e costumi delle civiltà che hanno abitato questi territori. Con i dati ottenuti dalla TAC, sarà possibile creare modelli digitali in 3D ad altissima risoluzione che potranno essere utilizzati per ulteriori studi o ricostruzioni virtuali anche di contestualizzazione storica. Inoltre, tali modelli 3D potranno essere anche tradotti in contenuti digitali fruibili in realtà virtuale e in realtà aumentata. Questo consentirà agli esperti di manipolare e studiare l’oggetto da varie angolazioni senza rischiare di danneggiarlo in modalità interattiva ed immersiva”.
Teodoro Scarano, professore associato del Dipartimento di Beni Culturali Università del Salento e direttore dello scavo ha illustrato nel dettaglio il progetto. “Poter effettuare delle scansioni con la tecnica della Tomografia computerizzata sulle urne – ha detto – significa utilizzare questo strumento diagnostico per leggere con grande precisione il contenuto di ciascuna tomba prima ancora di iniziarne il microscavo che potrà dunque essere preparato nel migliore dei modi. A questo si aggiunge l’opportunità di produrre un modello tridimensionale ad alta risoluzione della tomba e del suo contenuto, ovvero di realizzare un cosiddetto gemello digitale che non solo costituisce una preziosissima documentazione scientifica, ma che offre anche l’opportunità di effettuare indagini virtuali e potrà essere oggetto di future azioni di valorizzazione e fruizione. Le scansioni già realizzate ad agosto scorso su due urne hanno fornito risultati di grandissimo interesse evidenziando in entrambi i casi la presenza di manufatti di corredo in bronzo. In uno in particolare la scansione ha consentito di documentare come l’urna sia colma sino alla sommità di ossa in ottimo stato di conservazione sulle quali sono disposti diversi ornamenti femminili in bronzo tra i quali alcune armille. Nei prossimi mesi si avvieranno le operazioni di microscavo delle urne, ma al tempo stesso riprenderanno anche le attività di restauro relative sia al vasellame delle tombe che ai materiali di corredo in bronzo”.
“Sono un sostenitore – ha concluso il direttore sanitario della Asl, Vincenzo Gigantelli – dei progetti multidisciplinari in équipe. In questo caso l’iniziativa si arricchisce di elementi solo in apparenza molto lontani tra loro. L’obiettivo è dare valore a quel filo sottile che lega la storia degli individui”.
Alla conferenza, trasmessa in diretta facebook, erano presenti anche il direttore del Consorzio di gestione di Torre Guaceto, Alessandro Ciccolella, e l’équipe della radiodiagnostica che ha collaborato nelle prime sperimentazioni effettuate nell’ospedale Perrino.