Home Politica Il NIAT un fiore all’occhiello della sanità brindisina. Pasqualone ci ripensi

Il NIAT un fiore all’occhiello della sanità brindisina. Pasqualone ci ripensi

da Cosimo Saracino
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Asl e autoemoteca-2Vi riportiamo di seguito una riflessione sul servizio della ASL di Brindisi scritto da una associazione in cui militano anche dei dipendenti della struttura. E’ un intervento garbato e serio che mette in risalto le potenzialità di un servizio che presto verrà ridotto.

Il NIAT (Neuropsichiatria dell’ Infanzia e dell’ Adolescenza Territoriale), già Dipartimento Handicap, è stato istituito nel 1996, grazie a politiche aziendali antesignane rispetto alle ASL regionali, nel corso degli anni, poi, ha subito rimodulazioni, fino a stabilizzare, nel 2006, l’attuale assetto organizzativo, in funzione della L. R. n.30/98, della L.R. n.26/2006, del Piano Regionale di Salute 2008 – 2010, della L.R. n.2/2011 che prevedono l’inserimento come UOC (Unità operative complesse) all’interno del DSM (Dipartimento della Salute Mentale).

Il NIAT, così come prevedono i LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza ) e il Piano Nazionale per la Salute Mentale, garantisce una presa in carico globale del minore disabile a livello: diagnostico,terapeutico, riabilitativo, di integrazione/ inclusione scolastica e sociale. Inoltre, ha attivato un progetto condiviso con l’UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) dell’ Ospedale “Perrino” di Brindisi, unico nell’ Italia Meridionale, per l’individuazione e la presa in carico precoce del neonato ad alto rischio cerebrale e prematuro gravemente pretermine. Allo scopo di soddisfare il suo mandato istituzionale, il NIAT, è stato organizzato, prima della proposta di riordino, con una Direzione, due UOS ( Unità Operativa Semplice): Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’età evolutiva e Programmazione Qualità e Integrazione in rete, e sei Centri: Brindisi, San Pietro V.co, Latiano, Carovigno, Francavilla F e Fasano.

La presa in carico globale del paziente è garantita, in ciascun Centro, da unità multidisciplinari composte da: Neuropsichiatra infantile, psicologo, pedagogista clinico, terapista della riabilitazione, logopedista, ad essi si aggiungono Fisiatra, sociologo, autista, assistenti al trasporto, assistenti nelle ore scolastiche per un totale di 140 unità. Tale organizzazione ha garantito lo studio attento della domanda espressa, attraverso il monitoraggio delle liste d’attesa, la qualità e la pianificazione delle prestazioni diagnostiche – terapeutiche e riabilitative erogate attraverso procedure e protocolli di qualità. Attualmente, il trend di prestazioni erogate si è stabilizzato raggiungendo il 4,5 % della popolazione compresa tra 0 – 18 anni.

Cosa inficia la recente proposta di riorganizzazione aziendale?

– Compromette la stessa complessità organizzativa, che per essere tale deve garantire un’ attenta e una puntuale articolazione ed integrazione di professionalità e soprattutto il monitoraggio e attento delle liste d’attesa.

– Favorisce il rischio di smembramento delle Unità Multidisciplinari, come la costituzione di UOSD (Unità Operativa Semplice Dipartimentale) di Psicologia Clinica traversale tra adulti ed età evolutiva o dipartimento aziendale di riabilitazione trasversale tra adulti ed età evolutiva.

– Rende lungo e farraginoso il decorso clinico – riabilitativo dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, che nel percorso clinico dovrebbero confrontarsi con diverse strutture aziendali con propria collocazione logistica e diversa ispirazione istituzionale .

Atteso che, la riorganizzazione aziendale si è resa n e c e s s a r i a p e r  u n ’ o t t i m i z z a z i o n e  e  u n a razionalizzazione economica dei costi della Sanità pugliese, non si riesce a capire come nel caso specifico, si possa soddisfare questo scopo:la migrazione del paziente da un Servizio all’altro non può far altro che aumentare i tempi di attesa e conseguentemente la necessità di rivolgersi al Privato Convenzionato, che ha i suoi costi, che non fanno altro che concorrere ad una lievitazione della spesa pubblica sanitaria. Viene da chiedersi se la conversione di alcune Unità Operative Complesse in Unità Operative Semplici , quali il NIAT, che non hanno ragionevoli motivazioni sia dal punto di vista economico che dal punto di vista m e t o d o l o g i c o , p o t r e b b e e s s e r e s t a t a determinata ,semplicemente, dall’assenza ( per il pensionamento ) di un Direttore al Niat! In un’ottica globale aziendale, viene ancora da chiedersi, inoltre, se tutte le UOC (Unità Operative Complesse) e le UOS (Unità Operative Semplici) riconfermate, abbiano portato comunque a risultati che ne descrivono la stessa efficacia ed efficienza.

Al Direttore Generale si dovrebbe ricordare che un modello organizzativo, come il NIAT, avrebbe dovuto rappresentare un motivo di orgoglio di strategia aziendale, perché oltre a semplificare l’ appropriatezza della cura di una fascia di popolazione gia fortemente provata, costituisce l’unico paradigma di ispirazione sistemica nazionale e regionale.

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