619
Diciamolo subito, l’amicizia può salvarti una sola volta nella vita, poi serve altro.
Devi studiare, lavorare, impegnarti, inventarti qualcosa; altrimenti diventi automaticamente “quello salvato” da un amico famoso.
L’anno scorso, sul palco di Sanremo, eravamo rimasti tutti incantati dalla spassionata amicizia che c’era tra Amadeus e Fiorello.
Quest’anno, peró, è evidente che Amadeus è la spalla (disponibile, simpatica, affettuosa, ma sempre spalla rimane!) di un ESILARANTE FIORELLO. Fiorello potrebbe condurre le pubblicità di telerama e rimarrebbe il MIGLIORE.
L’assenza del pubblico si avverte.
La situazione è quasi irreale.
Ve lo ricordate il film The Day After?
La scena in cui, dopo l’esplosione della bomba atomica ed il risuonare delle urla, viene ripresa l’immobilità del “giorno dopo”?, cadono ancora pezzi di terra sulle vetture, le strade sono completamente vuote e il volume del silenzio è così alto da dare fastidio?
Ecco, la platea vuota e la mancanza di applausi veri provoca la stessa sensazione di dolore.
A Sanremo è andata in scena la versione tutta italiana del “The day after Covid”.
Ma Fiorello riesce a far dimenticare questo spaesamento con un incredibile monologo dedicato ai culi che mancano sulle poltrone dell’Ariston (#piúculipertutti) e poi ancora gag e gag e gag (quella delle telefonate in diretta dei personaggi famosi vince su tutte!)
La serata è solo e soltanto di Fiorello e della sua idea di varietà anni ’80.
Alla fine, però, rimane in bocca un sapore di malinconia: la verità è che niente sarà mai più come prima.
Un briciolo di quello che siamo stati ce lo ricorda solo LOREDANA BERTÈ. È un graffio che riesce a svegliare tutto il condominio di mummie.
ACCANTO AD AMADEUS
Il calciatore: INUTILE.
Matilda De Angelis: dichiara di chattare con Hugh Grant e Jonny Deep…e iataedda!! per il resto i suoi autori andrebbero licenziati, radiati, eliminati da tutti i programmi tv. ed è un peccato perché lei è grandissima anche quando canta.
La banda della Polizia di Stato: tenera (tutto sembra tenero all’1:20!)
Achille Lauro: post a parte. Lo merita.
LE NUOVE PROPOSTE
Gaudiano – “Polvere da sparo”
Se non si fosse capito, io amo i drammi. Questo è il mio testo dei giovani preferito. Lui ha perso il padre che, per primo, gli aveva regalato una chitarra per realizzare il sogno di diventare cantante e musicista. Gaudiano elabora il lutto con questa canzone. Io piango e tifo per lui.
Elena Faggi – “Che ne so”
Il testo è adolescenziale (l’inizio di un amore), ma è stato scritto a quattro mani dalla cantante e dal fratello e la musica l’ha composta un’amica 19enne nella sua cameretta. Questo rende tutto sacro e non più giudicabile.
E poi, come se non bastasse, Elena ci permette di ascoltare la frase delle frasi: “Dirige l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio”.
La compostezza irremovibile di Beppe Vessicchio mi ricorda quanto siano sciocchi quei giovanilismi di memoria fascista che considerano i “Grandi” (vecchi!) dei Dinosauri, ma non si accorgono di essere ridicoli.
Vessicchio è così maestosamente “Grande” che non ha più bisogno di stare in mezzo ai BIG, a lui interessano i Giovani, quelli puliti e perbene, quelli che hanno voglia di imparare e crescere.
Avincola – “Goal”
E’ la terza volta che ci prova qui a Sanremo. Stavolta con parole ottimiste e, soprattutto, con un verso che non dimenticherò tanto facilmente: “Quando la faremo finita di prenderci a pugni con le parole?”
Folcast – “Scopriti”
Laura Pausini cantava “La solitudine”, questa è la brutta copia uscita male.
Ovviamente passano il turno FOLCAST e GAUDIANO.
I BIG IN GARA
Dobbiamo metterci d’accordo sul concetto di BIG, perché ho sentito il mio vicino di casa chiedere alla figlia minorenne, ogni due minuti, in dialetto leccese: “Ci ete quistu? E quista? E stauru?” (che in mesagnese sarebbe “Ci eti custu? E cuesta? E statru?” e tradotto in italiano: “Carneade! Chi era costui?”).
Quest’anno ci sono molti gggiovani, da cui mi aspetto (da sempre!) la rivoluzione e, invece, la stragrande maggioranza dei testi ascoltati oggi parla d’amore.
Mentre il mondo va a rotoli, al Festival di Sanremo vince l’introspezione. Tutti chiusi nel nostro guscio a piangere per un amore finito, a gioire per uno appena iniziato, a parlare di quello sognato.
Per la rivoluzione aspettiamo che qualcuno la faccia per noi, magari su Facebook: la riprende, la pubblica e noi la visualizziamo.
Arisa – “Potevi fare di più”
Si Arisa mia, anche tu potevi fare di più. Per esempio non scegliere un pezzo scritto da Gigi D’Alessio. Non è puzza sotto il naso la mia, ma alla frase “A che serve una rosa quando è piena di spine” ho sentito un tonfo: il mio vicino di casa è caduto dal divano.
Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima”
Lo dichiaro subito: sono i miei preferiti (e quindi non vinceranno, ma sbancheranno in radio!). In questi giorni cosa chiediamo alla musica se non evasione? E i due cantanti siciliani ce lo cantano: “Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente”. Sento il vicino che apprezza, non so se la canzone di COLAPINTO E BIGLIONCINO (cit. per i mesagnesi) o per la pattinatrice dietro.
Aiello – “Ora”
Sul testo della canzone di Aiello vorrei scrivere un post lunghissimo, un libro, un romanzo. Si autodefinisce stronzo e, per questo, si è lasciato sfuggire l’unica donna che abbia mai amato. Adesso lei ha una casa, un compagno ed una figlia. Lui si autoassolve dicendo che l’ha lasciata perché aveva solo paura.
Ecco Aiello carissimo, sei pure belloccio, e mi piacciono moltissime delle tue canzoni, ma questo testo lo odio e odio tutti quelli che, come te, non si fermano ad ammettere che sono solo dei grandissimi #pezzidimerda.
Francesca Michielin e Fedez – “Chiamami per nome”
La canzone acchiappavoti funziona. Se anche non vincesse, comunque spopolerebbe in radio per tutta l’estate. (se Chiara Ferragni partorisce durante le 5 giornate del Festival di Sanremo, giuro che scrivo un post d’apprezzamento su Carlo Conti!)
Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band – “Il farmacista”
Se anche cantasse la ninna nanna, stonando, Max Gazzè mi piacerebbe comunque. La canzone risente, probabilmente, di quella breve liaison avuta con Asia Argento (fatto vero!), perché lui elenca tutti i rimedi naturali e non, perché la sua amata sconfigga i suoi problemi psicologici. L’interpretazione è teatrale.
Noemi – “Glicine”
E’ così dimagrita che non la riconoscevo, ma poi canta ed è sempre lei. Tipica sua canzone strazzamutande.
Madame – “Voce”
Una normale, scontata canzone d’amore, cantata da una 18enne forzatamente originale.
Maneskin – “Zitti e buoni”
Finalmente il rock, la trasgressione, il rumore della gioventù. E tu ti ritrovi a capire che non sei più giovane come loro, anche se dentro sei rimasta una ribelle.
Ghemon – “Momento perfetto”
Il testo è uno dei più belli. Per tutti quelli che, come il mio vicino, continuano a ripetere “Ah? C’ha dittu?”, suggerisco la pagina 777 di televideo. Scorre il testo delle canzoni e il senso diventa più facile da cogliere.
Coma_Cose – “Fiamme negli occhi”
Mia madre direbbe “Avrebbero potuto osare di più!” Il riassunto del testo è: solo uniti si possono realizzare i sogni. Fanno rimpiangere Aleandro Baldi e Francesca Alotta.
Annalisa – “Dieci”
Lei non mi è simpatica. Ha sempre quell’aria di superiorità che, se non ci fosse tutta la mia razza a leggermi su Fb, potrei plasticamente descrivere come l’atteggiamento di quelle persone che non riescono a sedersi comodamente perché hanno qualcosa conficcato nel #didietro.
Devo, però, riconoscere che la canzone è bella. Non sono certa che vincerà, ma la canteremo per molto tempo. Descrive gli ultimi giorni di un amore che sta per finire e che si ripetono finchè non finisce davvero. (per colpa di un #pezzodimerda, in caso non fosse stato chiaro il concetto!)
Francesco Renga – “Quando trovo te”
Francesco Renga è bbono anche all’una di notte! Non sta più con Ambra, ha trovato un nuovo amore che, a quanto pare, lo ispira molto. La strofa “Questa volta ho come l’impressione che la speranza abbia cambiato umore” vale dichiarazione d’amore. Sí, Francesco Renga è rimasto bbono anche senza Ambra e anche gonfiato da un’evidente andropausa.
Fasma – “Parlami”
L’anno scorso era tra i giovani, quest’anno è passato tra i BIG. Non lo ricordavo l’anno scorso e non credo lo ricorderò nemmeno quest’anno. All’una e cinque, poi…
CLASSIFICA PROVVISORIA
TERZO POSTO:fasma (#bevabbe)
SECONDO POSTO: noemi (ma solo perché è mazzuta!)
PRIMO POSTO: annalisa (se si sciogliesse un po’…)
MENZIONE D’ONORE
per DIODATO
Immaginate di aver fatto per anni la gavetta nel mondo della musica senza riuscire ad avere abbastanza successo e soldi per mantenervi.
Immaginate di aver detto “Basta, quest’anno lascio!” e di aver vinto, invece, solo qualche mese dopo, il vostro primo Festival di Sanremo.
Questa è la storia di Diodato, cantante perseguitato dalla sfiga, perché proprio nel 2020, dopo essere arrivato primo a Sanremo, la Pandemia mondiale gli ha impedito di fare concerti in giro per il mondo per farsi conoscere.
Ma lui non si è spaventato: ha continuato a cantare ed ha vinto tutto, anche nell’Arena di Verona completamente vuota.
Ed ecco perché, quando arriva sul palco dell’Ariston, Antonio Diodato vince per la seconda volta.
Ha resistito, è ancora qui, ha conservato tutti i suoi sogni, li sta realizzando. Riascoltare oggi il testo della sua canzone fa commuovere perché era tutto scritto lí, prima che accadesse.
Sono emozionata per lui e per tutti quelli che, come lui, sono stati momentaneamente interrotti dal Covid, ma hanno voglia, bisogno, urgenza di ricominciare a FARE RUMORE.
MENZIONE D’ONORE DA CASA
un bimbo bellissimo, figlio di una mamma super ha chiesto: MAMMA, QUANTI EPISODI SONO SANREMO?
Netflix ha vinto! È certo: NON TORNEREMO PIÙ QUELLI DI UNA VOLTA.
Ps. non andavo a letto all’1:44 dalla puntata finale di sanremo dello scorso anno.