Franco CHIARELLI, Pediatra
Professore Ordinario e Direttore della Cattedra di Pediatria nell’Università di Chieti.
Con i suoi studi, la sua lungimiranza e la sua capacità organizzativa contribuisce
ai successo della pediatria nel mondo e alla formazione di clinici ricercatori
Tel.: +39 0871 358015; fax +39 0871 574538; E-mail: chiarelli@unich.it
Curriculum Vitae del Professor Francesco “Franco” CHIARELLI
Sabato, 28 Luglio 2018, ore 19.30 – 21.00
Monastero del 3° Millennio – Convento dei Cappuccini
Via Reali di Bulgaria – Mesagne
SETTE SERATE SOTTO le STELLE
a SENTIRE di SCIENZA e di SOCIALE
3a Conferenza 7S_ISBEM_2018
Saluto di BENVENUTO
Prof. Alessandro DISTANTE, Direttore Scientifico dell’ISBEM di Mesagne
L’iniziativa rientra nel LIFE LONG LEARNING del Monastero del 3° Millennio_ISBEM
Per svilupparsi al meglio, ogni Comunità ha bisogno di ricerca e di innovazione,
proprio come il corpo umano ha bisogno di aria, acqua e cibo per vivere e crescere bene.
INFO: 0831-713512; isbem@isbem.it; www.isbem.it
Qualche INFORMAZIONE sull’OBESITÀ in ETÀ PEDIATRICA
In Italia, tre bambini su 10 sono in sovrappeso ed uno su 10 è obeso. Pur con una maggiore prevalenza nel centro e nel Mezzogiorno, l’obesità infantile è un fenomeno che dilaga già da tempo, con un’amara realtà: circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto.
Quali sono i rischi e le complicanze dell’obesità infantile
Sempre più bambini e adolescenti soffrono di patologie che derivano dall’obesità e che, fino a non molto tempo fa, erano sconosciute nell’infanzia, quali ipertensione, dislipidemia e diabete di tipo 2.
- Un bambino obeso su 20 ha la glicemia alta (ha uno status definito di pre-diabete), cioè ha un’alterazione del metabolismo del glucosio che però può ancora regredire;
- Oltre il 30% dei bambini obesi hanno trigliceridi e colesterolo elevati rispetto alla normalità, condizione che li espone a rischi di sindrome metabolica e alla comparsa di arteriosclerosi;
- Più del 30% dei bambini obesi ha del tessuto grasso accumulato nel fegato, chiara condizione di iniziale danno epatico che però può progredire e peggiorare nel tempo;
- Fra i bambini obesi, più del 10% ha valori di pressione arteriosa superiori alla norma.
Questi rischi possono essere contrastati in modo efficace, controllando il peso, praticando i corretti stili di vita e adottando una dieta equilibrata, fina dai primi mesi di vita e poi man mano negli anni!
Cosa bisogna sapere per contrastare e prevenire l’obesità dei bambini?
Nella strategia complessiva, il ruolo di pediatri e famiglie è di grande importanza, anzi è essenziale.
Diagnosi precoce. Per correggere l’eccesso ponderale bisogna riconoscere con tempestività sia il sovrappeso, condizione reversibile con maggior facilità, che l’obesità franca, condizione ben più impegnativa e resistente al trattamento. Indici di riferimento sono: a) rapporto peso lunghezza nei primi due anni; b) BMI, cioè l’indice di massa corporea, nelle età successive.
Per entrambi gli indici, rifarsi alle Tabelle ad hoc dell’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità).
Nutrizione delle prime età. Recentemente, si è documentata l’estrema sensibilità dell’organismo – nelle prime età – ai fattori che modulano l’espressione genica a lungo termine (epigenetica).
Si è così evidenziata l’assoluta importanza dell’azione preventiva – sin dalla nascita – per ridurre il rischio della comparsa di tutte le malattie croniche non trasmissibili, prima tra tutte l’obesità.
Complicanze. La ricerca di alterazioni metaboliche (dosaggio della glicemia e del profilo lipidico), la misurazione della pressione arteriosa e l’esame ultrasonico del fegato (ecografia epatica) devono esser fatti nei bambini obesi di età superiore ai 6 anni ed in tutti gli adolescenti obesi. Aumento dei trigliceridi e riduzione del colesterolo HDL, aumento della glicemia, della pressione arteriosa e un accumulo di grasso nel fegato sono condizioni comuni a molti bambini e a molti adolescenti obesi. In alcuni casi, il quadro compromette più organi (sindrome metabolica) e la persistenza dei fattori di rischio cardio-metabolici promuove la comparsa di complicanze più gravi: dislipidemia, intolleranza al glucosio (diabete), ipertensione arteriosa e steatosi epatica. È quindi utile riconoscere gli eventuali stati anormali e correggerli prima che diventino patologia conclamata.
Non solo sport… ma anche gioco: gli stili di vita corretti nell’infanzia
Fare attività fisica nei bambini non significa per forza esser coinvolti in attività sportive strutturate, ma avere una vita dinamica: camminare a piedi, andare sul triciclo o in bicicletta, giocare, correre, fare le scale ecc. Il movimento non è solo sport, è anche gioco, passeggiate all’aria aperta, cioè cose “banali” che dovrebbero far parte delle abitudini quotidiane di bambini e adolescenti di tutte le età.
La SIP (Società Italiana di Pediatria) ha promosso la piramide dell’attività fisica e motoria, alla cui base sono indicate le attività da svolgere quotidianamente. Man mano che si sale verso i gradini più alti della piramide si incontrano le attività da svolgere con minore frequenza, magari quelle sportive.
Qual è la chiave di volta per prevenire l’obesità infantile?
I primi 1000 giorni di vita (di fatto, la gravidanza e primi due anni) sono cruciali per la salute futura: la scienza ha infatti dimostrato che ciò che accade in tale periodo può influenzare la predisposizione a varie malattie nel corso degli anni futuri.
Allattare al seno, svezzare secondo le raccomandazioni nazionali, non aggiungere sale o zuccheri agli alimenti, sono solo alcune tra le regole principali da adottare nei primi due anni di vita dei bambini, al fine di prevenire sovrappeso e obesità e quindi l’insorgere di patologie in età adulta.