Lunedì 6 novembre sarà inaugurato l’Ospedale di Comunità, primo tassello del nuovo Presidio Territoriale di Assistenza che sorgerà nello stabilimento ospedaliero “San Camillo de Lellis”. Una «realtà di nuova concezione che rivoluzione l’assistenza sanitaria classica» il quale opererà con la supervisione del Distretto Sanitario locale e sarà animato dai medici di base. «L’Ospedale di Comunità – spiega il dr. Michele Morgillo, direttore sanitario del Distretto BR4 – è una struttura sanitaria in cui il medico di Medicina Generale si avvale di diversi servizi ambulatoriali specialistici, diagnostici e terapeutici, dell’assistenza infermieristica e di tutte le altre funzioni presenti nel PTA. In questa struttura trovano ricovero i pazienti con patologie croniche che necessitano di monitoraggio e stabilizzazione; i pazienti con patologie acute il cui ricovero in Ospedale risulterebbe non appropriato; i pazienti in dimissioni protette provenienti da reparti Ospedalieri “classici”; i pazienti fragili in riabilitazione; i pazienti che necessitano di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio in mancanza di idoneità per motivi strutturali o familiari. La Regione Puglia – spiega ancora il dr. Morgillo – ha previsto per gli Ospedali di Comunità spazi ricreativi per vivere insieme la mensa, la lettura, la TV, il tempo libero dei pazienti ma utili anche per intrattenere i visitatori. Ambienti che contribuiscono a rendere l’OdC una tipologia del tutto nuova di cura residenziale in cui è fondamentale la presenza dei familiari: parte integrante del piano di recupero e determinanti nella gestione di pazienti complessi».
In città sono diversi i medici di famiglia à che hanno già sottoscritto la convenzione con la ASL per sperimentare questo nuovo corso. Tra i più entusiasti il consigliere comunale con delegala alla Sanità dr. Vito Lenoci. «Credo molto nella forza innovativa di questo nuovo modello di residenza assistita che risponde con più efficacia alle esigenze del paziente – spiega il medico-consigliere – Con il metodo dell’OdC si umanizza notevolmente la degenza grazie alla Presa in Carico gestita dal medico di base e dalla stessa famiglia che partecipa attivamente al piano di recupero del paziente. Con l’assistenza nell’OdC – spiega ancora Lenoci – si riduce la possibilità di ricoveri impropri in acuto e si decongestionano gli ospedali di I° e II° livello come il Perrino di Brindisi. È una occasione di crescita professionale per noi medici di base – conclude il dottore – che possiamo in questo modo assistere i nostri pazienti a 360° anche nelle fasi di criticità delle patologie croniche le quali rappresentano – e rappresenteranno sempre più – il problema centrale della Sanità attuale e futura».