Nell’ospedale Perrino di Brindisi, per i pazienti in emodialisi, viene utilizzata una nuova tecnica di angioplastica per la creazione di un accesso vascolare complesso in presenza di calcificazioni nelle arterie. L’accesso è sul polso, anziché nella zona superiore dell’avambraccio e una litotrissia endovascolare dell’arteria radiale permette di disgregare i calcoli con le onde d’urto.
Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione tra la Nefrologia e Dialisi, diretta dal dottor Luigi Vernaglione, e la Chirurgia vascolare, diretta dal dottor Massimo Ruggiero. A eseguire la litotrissia endovascolare, dopo un periodo di training formativo-professionale, è stata la dottoressa Patrizia Covella (Nefrologia) con l’ausilio della dottoressa Chiara Carlino (Chirurgia vascolare).
Le linee guida sulle malattie renali (KKDOQI, Kidney Disease Outcomes Quality Initiative) suggeriscono per un paziente da avviare a trattamento emodialitico l’allestimento di una fistola artero-venosa. Tuttavia spesso questo non è realizzabile per la presenza di calcificazioni della parete arteriosa che rendono inadeguato il vaso per l’intervento chirurgico e che sono evidenti nella fase di studio ecografico preoperatorio.
“Per i pazienti in emodialisi – prosegue Vernaglione – questa tecnica rappresenta una chance in più nella lunga storia della malattia renale: negli ultimi tre anni la litotrissia endovascolare è stata utilizzata, con risultati iniziali incoraggianti, per pazienti con gravi arteriopatie periferiche o con lesioni calcifiche delle coronarie. La tecnica prevede l’utilizzo di un catetere da angioplastica alla cui estremità è presente un pallone collegato a un sistema che genera onde d’urto in grado di rompere i ponti di calcio presenti nella parete del vaso, rendendolo più morbido”.