(di Mauro Poci) – Oggi è un giorno di festa per la comunità religiosa mesagnese: Padre Lorenzo Sansevero, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, compie 93 anni, la maggior parte dei quali spesi in difesa della centralità del Cristo al servizio del prossimo.
“Padre Lorenzo è stato il mio maestro quando ho iniziato il mio percorso di fede nel lontano 1979 e la sua preparazione, nel corso degli anni, non ha subito la minima flessione”. Con queste parole, Padre Enrico Ronzini, Priore e Parroco della comunità mesagnese, nonchè padre Provinciale dei Carmelitani, presenta la figura del suo confratello: “Padre Lorenzo legge con assiduità tutti i giorni, attualmente è intento nello studio del Corano allo scopo di comprendere e rispondere al meglio alle diversità di fede del mondo d’oggi. Laureato in Filosofia, ancora adesso, nonostante le sue difficoltà di salute, traduce il latino ed il greco senza l’ausilio del dizionario. E’ una persona eccezionale, con una fortissima presenza spirituale. Chiunque abbia conosciuto Lorenzo non ha potuto non amarlo per la sua sensibilità e per la capacità di trarre sempre il meglio dalle persone”.
“La mia professione di fede verso la Madonna del Carmelo ha inizi quasi del tutto casuali”, esordisce Padre Lorenzo raccontando la sua vocazione. “Quando ero ragazzino, mio nonno, rimasto vedovo e con importanti problemi di salute, chiese alla mia famiglia di trasferirsi a casa sua, nei pressi della Chiesa del Carmine. Per me fu la svolta, perchè iniziai a servire la Messa innamorandomi della Regola Carmelitana. Più volte mi sono chiesto se la mia vocazione carmelitana avrebbe avuto lo stesso sviluppo se fossi rimasto nella mia casa natale su via Sandonaci. Padre Ignazio Episcopo, Priore dell’epoca, mi chiese la disponibilità a intraprendere gli studi religiosi ed io ne fui entusiasta, così come la mia famiglia, profondamente religiosa. Alla vigilia della partenza per il noviziato in Toscana, quando un amico fece notare a mio padre che di lì a poco mi avrebbe perso, lui rispose che non mi stava perdendo, ma che mi aveva donato alla Madonna del Carmelo.
Da ragazzo rischiai per quattro volte la vita in un arco di tempo brevissimo, erano tempi di guerra e la vita non era per niente facile. Ai tempi del noviziato in Toscana, il mio convento era presidiato dai tedeschi perchè strategicamente fondamentale, in quanto sulla vetta di una collina con vista sulla vallata e sui campi di aviazione alleati. Durante un bombardamento americano, una bomba di cannone si fermò a pochissimi metri dal refettorio dove ero intento alla preghiera con i miei confratelli. Qualche centrimetro in più e ora non potrei raccontare questa storia. Nel mio scampare la morte in maniera tanto rocambolesca io ci ho visto sempre la mano del Signore ed ho cercato di ripagare il suo intervento con la mia dedizione al servizio”.
La vita di Padre Lorenzo, oggi, è scandita dalle letture e dalla sua continua opera di evangelizzazione, sempre dedita al confronto con le altre religioni. “Di fronte alle difficoltà della Chiesa odierna”, continua il religioso, “Serve riscoprire la centralità del Cristo. Io non ho mai avuto dubbi di fede, perchè ho sempre avuto il bisogno di avere Gesù nella mia vita. Il servizio ha scandito la mia vita e ho sempre considerato il prossimo come un mio fratello, essendo tutti figli dello stesso Padre.
La vita a volte può essere difficile e metterci davanti a scelte complicate, ma l’importante è non perdere mai la bussola. Il nostro nord è sempre Cristo perchè, come diceva San Paolo, ‘non sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me’. Questa è l’unica risposta che mi sento di dare”.
