Home Dal Territorio PAOLO CREPET A OSTUNI: PENSARE È ANCORA UN DIRITTO?

PAOLO CREPET A OSTUNI: PENSARE È ANCORA UN DIRITTO?

da Redazione
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Giovedì 7 agosto 2025, alle ore 21.30, il Foro Boario di Ostuni ospita uno degli appuntamenti più intensi dell’estate: Paolo Crepet porta in scena “Il reato di pensare”, uno spettacolo che è molto più di una conferenza, molto più di una lectio. È un atto civile, una denuncia lucida e coraggiosa contro i meccanismi di controllo che silenziosamente erodono il fondamento più profondo della libertà: il pensiero. L’evento è organizzato da Aurora Eventi di Livio Iaia. I biglietti sono disponibili sul circuito TicketOne e presso tutte le rivendite autorizzate.

Con la potenza del suo linguaggio e la chiarezza del suo sguardo, Crepet ci conduce in un viaggio provocatorio dentro le pieghe della contemporaneità, in cui la censura non ha più il volto del divieto esplicito ma quello, molto più subdolo, dell’autocensura. Siamo dentro una nuova stagione, ci dice lo psichiatra e sociologo, in cui le idee si piegano ai linguaggi dominanti, si addomesticano per sopravvivere. L’omologazione non viene imposta: viene interiorizzata. E proprio per questo è più pericolosa.

Il reato di pensare” è uno spettacolo che nasce da una sensazione inquieta: che dopo secoli di conquiste, dopo aver lambito un’idea possibile di libertà, qualcosa stia andando storto. Che la civiltà non stia avanzando ma regredendo. Che si stia insinuando un limite silenzioso, un confine nuovo che non ha mura né confini ma si manifesta nei dettagli della comunicazione quotidiana: nei “non si può dire”, nei “questo non si scrive”, nei “non è il momento”. È una nuova forma di timore che attraversa la società, fatta di ansia, di reticenza, di prudenza esibita. Una forma di paura mascherata da rispetto, una remissività elevata a valore.

Crepet non risparmia nulla. Analizza il linguaggio, i comportamenti, le nuove regole non scritte che si sono insinuate nel nostro modo di pensare e che oggi ci portano, inconsapevolmente, a evitare lo scontro, a temere il dissenso, a sacrificare l’immaginazione sull’altare del consenso. Eppure, la storia insegna che è proprio l’immaginazione a cambiare le cose. Che la libertà comincia quando si ha il coraggio di pensare a voce alta, anche controcorrente. Che ogni passo avanti dell’umanità è scaturito da una disobbedienza.

Il reato di pensare” non è uno slogan. È una realtà già presente, benché ancora non dichiarata. È quella sensazione per cui esprimere un giudizio è diventato pericoloso, scrivere liberamente è diventato un esercizio a ostacoli, e l’originalità è percepita come una minaccia anziché una risorsa. E allora Crepet interroga, scuote, lancia domande. Chi decide cosa si può dire e cosa no? Chi ha stabilito che il dissenso debba essere educato, addomesticato, depotenziato? Perché abbiamo cominciato a temere le nostre stesse idee? Perché abbiamo accettato che la spontaneità del pensiero venisse regolata da codici morali imposti dal marketing, dai social, da un certo “nuovo bon ton” culturale che ci ha illuso di essere più civili mentre ci rendevamo solo più controllabili?

La sua è una riflessione a tutto campo che tocca il linguaggio, la politica, l’educazione, i media, il digitale. Ma anche – e soprattutto – la dimensione intima e quotidiana del pensiero. Perché il primo luogo in cui il pensiero viene represso non è il Parlamento ma la casa. Le relazioni affettive, i rapporti familiari, il bisogno di compiacere, la paura di essere fraintesi. È lì che si annida la prima forma di censura. E da lì si espande, fino a diventare sistema. Nel corso dello spettacolo, Crepet non si limita a denunciare: propone un’etica della disobbedienza. Un appello accorato a chi ancora crede che la libertà non possa essere solo la libertà di consumare, di conformarsi, di scegliere fra due opzioni già predefinite. Esorta a restituire valore all’originalità, a riabilitare l’errore, a difendere il dubbio come strumento di ricerca e di crescita. Perché è nel pensiero critico, nel gesto scomodo, nella voce fuori dal coro che si nasconde la linfa del cambiamento.

Non ci saranno effetti speciali, né retorica. Solo un uomo, un microfono e una verità difficile da ignorare: senza libertà di pensiero ogni altra libertà è mera apparenza. Crepet lo dice chiaramente: non si tratta più di difendere il diritto di parola ma il diritto di pensare. Lo spettacolo diventa allora un invito urgente a difendere il futuro stesso. Prima che sia troppo tardi.


Paolo Crepet in “Il reato di pensare
Foro Boario – Ostuni
Giovedì 7 agosto 2025
Inizio spettacolo ore 21.30
Biglietti disponibili sul circuito TicketOne e presso le rivendite autorizzate
Organizzazione: Aurora Eventi di Livio Iaia

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