Riceviamo e pubblichiamo un intervento del Partito Democratico sulla questione TARI:
“Il sindaco ha annunciato, attraverso un intervento al convegno “Rifiuti Zero: utopia o realtà”, che anche quest’anno la Tari non sarà abbassata, tanto si evince dal piano finanziario che l’azienda avrebbe predisposto e consegnato al Comune. Il partito democratico di Mesagne aveva da tempo prefigurato il problema e paventato il rischio che si stesse andando nella direzione di un aumento della tassa sui rifiuti, ovviamente questi richiami sono stati prontamente archiviati come attacchi di una opposizione parolaia e pregiudiziale spesso accusata di voler destabilizzare il quadro politico che le elezioni ci hanno consegnato.
Prima o dopo arrivano i fatti a confermare o a confutare la validità delle cose dette, e spesso sciolgono come neve al sole le promesse fatte sull’onda emotiva di una campagna elettorale. Su tutti i comitati elettorali di Pompeo Molfetta campeggiava lo slogan “riduzione delle tasse”, e questo è stato propagandato come uno dei principali punti di discontinuità rispetto alla precedente amministrazione. Ma davvero Molfetta poteva non sapere? Davvero si scopre oggi la situazione degli impianti in provincia di Brindisi? Non ha mai dato, Molfetta, un’occhiata ai precedenti piani finanziari per capire quali costi aumentano tanto da far arrivare un capitolato che inizialmente era inferiore a 3 milioni di euro ed oggi ha superato i 5 milioni? Quanto di questo aumento è dovuto alla raccolta e non allo smaltimento e quindi non ha niente a che fare con la situazione degli impianti? E si scoprono solo oggi i limiti della legge regionale sul ciclo dei rifiuti, alla quale peraltro si sta già mettendo mano, che in passato è stata votata anche da chi oggi sostiene e ha contribuito in larga misura all’elezione del sindaco Molfetta e in passato era titolare di ruoli di responsabilità in consiglio regionale? Se il sindaco conosceva, come conosceva, questa situazione promettere ai cittadini la riduzione delle tasse è stato un atto politicamente irresponsabile, compiuto in un momento di grave difficoltà dal punto di vista economico e sociale per la città.
La questione principale non è tuttavia, a nostro avviso, di puntualità nel mantenere le promesse; l’aspetto sconfortante che emerge dalle parole del sindaco è la rinuncia ad affrontare il problema della gestione del ciclo dei rifiuti, il lasciare intendere che l’amministrazione non ha alcun margine di manovra, un’operazione che sembra più celare inadeguatezza e incapacità ad individuare le criticità e pianificare soluzioni.
Ancora in questi giorni il sindaco ha dichiarato che scommettere sulla raccolta differenziata non ha prodotto i frutti sperati, ad oggi possiamo dire che per fortuna c’è stato chi in questa direzione ha insistito altrimenti, oltre ai bidoni e alle montagne di spazzatura per le strade (vedi Brindisi), avremmo subito la beffa dell’ecotassa, che grazie alle percentuali di differenziata – tutte da verificare -, che il sindaco spesso richiama, non paghiamo.
Al sindaco e all’amministrazione spetterebbe il compito di valorizzare il più possibile quella scelta, invece si preferisce dire che inseguiamo un’utopia, che la situazione non consente di dare risposte, che se non paghiamo di meno non serve differenziare. Allora quale sarebbe l’alternativa? Tornare indietro? Davvero è pensabile che oggi, mentre ciò che a Mesagne gli amministratori considerano utopia in altri territori diventa realtà, sarebbe più facile tornare indietro? Basti pensare ad alcune ipotesi avanzate proprio nel corso del convegno che si è tenuto all’Auditorium dal sindaco di Melpignano Ivan Stomeo, quando il nostro sindaco e l’assessore si erano ormai allontanati, il quale ha richiamato iniziative interessanti, dall’ecocentro alla possibilità offerta dalla raccolta puntuale (più differenzi meno paghi) per incentivare a consumare meno rifiuti e via dicendo.
L’amministrazione comunale può e deve fare tanto a livello locale per quanto riguarda la raccolta, il rapporto con l’azienda oggetto ormai di innumerevoli proroghe, la partecipazione e la sensibilizzazione dei cittadini per la quale spendiamo qualcosa come 50 mila euro; nondimeno a livello territoriale costruendo soluzioni serie per il problema dell’impiantistica in provincia di Brindisi che ridurrebbero drasticamente il costo di smaltimento della frazione organica. Non mancano gli strumenti e non mancherebbero le risorse, speriamo solo che sopraggiunga la volontà politica di chi è stato chiamato dal voto a governare i problemi e la città”.