Home Attualità Pasqua di Resurrezione 2022 – di don Giuseppe Pendinelli

Pasqua di Resurrezione 2022 – di don Giuseppe Pendinelli

da Cosimo Saracino
Pubblicato Ultimo aggiornamento: 0 commento 602 visite

“Gioia mia, Cristo è Risorto”, con queste parole il monaco russo San Serafino di Sarov, era solito salutare i suoi visitatori, facendosi messaggero della gioia pasquale. Prendo in prestito le sue parole per parlarvi di quella gioia grande che nessuno può strapparci, la Pasqua! Il Dio della vita, Colui che ha spezzato i vincoli della morte e che dagli inferi risorge vittorioso (Sequenza Pasquale), attende con impazienza e trepidazione il nostro ritorno, come il Padre della parabola il quale, mentre il figlio minore era ancora lontano, dall’uscio di casa lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò (cfr. Lc 15,20). Con Sant’Agostino facciamoci inquieti cercatori del mistero di Dio così da sperimentare in Lui il dolce e sanante riposo del cuore e dell’anima. “Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in Te” (dalle Confessioni di Sant’Agostino). In questo tempo di persistente pandemia mentre avvertiamo la fatica di vedere all’orizzonte la tanto agognata via d’uscita, e lo scenario internazionale del conflitto bellico che sta interessando l’Ucraina ci scuote, non perdiamo la speranza; con Te, Signore, nulla ci turba. “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta!” (Santa Teresa d’Avila).

La Pasqua di Gesù porti nella nostra vita quel beato passaggio dalla morte alla vita; dalla tenebra alla luce; dal peccato alla grazia. “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù” (Col 3,1). Solo in Gesù Cristo il Risorto, il Vivente, anche noi, come le donne al mattino di Pasqua, siamo resi capaci di affrontare il “prodigioso duello” e fare ritorno alla nostra Galilea, nel luogo dove tutto è cominciato, nel territorio che i discepoli quotidianamente hanno percorso con il Maestro negli anni della sua predicazione. “Ora andate, dite ai discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto” (Mc 16,7). La luce di questo giorno ci renda, dunque, lieti e forti nella speranza, ardenti e fiduciosi nella carità mentre il nostro sguardo, proteso in avanti, è in attesa di tempi nuovi e cose nuove. Questo anelito trovi spazio nella nostra vita e la predisponga a riempire di opere buone lo scorrere del tempo, sovente vuoto e banale. La triplice acclamazione Lumen Christi che, solenne, risuonerà durante la Veglia Pasquale squarciando ed irrompendo la fitta tenebra delle nostre assemblee liturgiche, prima che il canto del Preconio pasquale annunci la Risurrezione, riporti la nostra vita all’essenziale e all’invisibile, senza avere la pretesa che le nostre azioni vengano pubblicamente riconosciute solo per ottenere il plauso degli uomini.

Piuttosto, come ci esorta la Scrittura, “risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre” (Mt 5,16). Impareremo così a dare la giusta importanza a ciò che non vediamo (Antoine De Saint- Exupery), nella consapevolezza che “il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà” (Mt 6,18). Risuoni, perciò, consolante la profetica parola di Davide che prega: “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo” (Salmo 138,1-3). Ci accompagni in questo tempo la parola del presago Paolo, apostolo delle genti, “Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rm 8,18). Al Cuore Immacolato di Maria che nella Solennità dell’Annunciazione del Signore, il 25 marzo, in unione col Papa, i nostri Vescovi e tutta la Chiesa, abbiamo pregato con l’Atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina imploriamo con fiducia la fine di questo spregevole massacro. Trovino spazio nei nostri cuori le parole del sommo poeta, Dante, il quale, nel XXXIII Canto del Paradiso della Divina Commedia, addentrandosi nel mistero divino che Maria ha concesso al pellegrino di poter contemplare, così prega: “La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre”. Con cuore di padre, vi benedico e vi auguro buon cammino nella gioia della Pasqua!

 

Potrebbe piacerti anche

QuiMesagne – redazione@quimesagne.it
Testata giornalistica Qui Mesagne registrata presso il Tribunale di Brindisi Registro stampa 4/2015 | Editore: KM 707 Smart Srls Società registrata al ROC – Registro Operatori della Comunicazione n. 31905 del 21/08/2018

Amministratore Unico/Direttore Editoriale: Ivano Rolli  – Direttore Responsabile: Cosimo Saracino

Copyright ©2022 | Km 707 Smart Srls | P.I. 02546150745

Realizzato da MIND