Riceviamo e pubblichiamo: A due anni di distanza dall’insediamento dell’amministrazione Matarrelli – dopo l’approvazione del rendiconto di gestione 2020 e in seguito all’assestamento generale del bilancio di previsione 2021 – 2023 discusso in Consiglio Comunale lo scorso 28 luglio -, ci sono gli elementi per fare una prima valutazione su quale sia lo stato del bilancio dell’Ente.
La Corte dei Conti ha evidenziato in più di una occasione le principali criticità del bilancio del Comune di Mesagne, le quali possono essere così sintetizzate: scarsa capacità di riscossione sul fronte delle entrate tributarie; necessità di contenere la spesa corrente; ricorso sistematico all’anticipazione di tesoreria. Su ciascuno di questi rilievi, numeri alla mano, si può dire, senza timore di essere smentiti, che in questi due anni la situazione è peggiorata.
Con riferimento alla capacità di riscossione, tanto il 2019 quanto il 2020 sono stati gli anni peggiori per il comune di Mesagne. I residui attivi relativi alle entrate di natura tributaria, cioè i tributi che l’amministrazione prevedeva di riscuotere e non ha riscosso, sono stati 6.046.588,05 € nel 2019 e 6.109.863,85 € nel 2020. Solo per avere un termine di paragone erano 3.075.935,71 € nel 2018 e 2.229.623,64 € nel 2015. Occorre tener conto che il 2020 è stato un anno gravato dalla pandemia da coronavirus, ma è altrettanto vero che sono arrivati importanti trasferimenti dallo Stato e dalle altre amministrazioni pubbliche a ristoro delle mancate entrate per il fermo imposto a tante attività. Più volte lo stesso Sindaco Matarrelli ha sottolineato pubblicamente l’attenzione straordinaria riservata dal Governo agli enti locali, durante la gestione dell’emergenza covid. Bisognerà attendere gli effetti della esternalizzazione del servizio di riscossione dei tributi, ma ad oggi i numeri dimostrano come la situazione sia decisamente peggiorata.
Nonostante l’importante iniezione di liquidità del Governo e della Regione per fronteggiare l’emergenza, 1.461.047,42 € di trasferimenti in più nel 2020 rispetto al 2019, le entrate non riescono a sostenere il trend di aumento della spesa corrente, e qui veniamo ad un’altra delle criticità a cui la Corte dei Conti ha fatto riferimento. Tra il 2019 e il 2020 si registra un aumento della spesa corrente di 3.403.572,56 € a fronte di una sostanziale invarianza nei servizi. Con l’ultima manovra di assestamento del bilancio di previsione 2021 – 2023, al netto del fondo svalutazione crediti, vi è una variazione in aumento della spesa pari a 710.373,22 €. Un disavanzo, questo, portato a pareggio nel bilancio di previsione 2021 solo grazie al risultato presunto di amministrazione corrispondente a 3.328.161 €, frutto, soprattutto, di residui attivi, la cui riscossione, come i numeri dimostrano, è tutt’altro che certa.
Difficoltà, quelle esposte fin qui, che non possono non riflettersi sulla cassa, la cui crisi si è ormai cronicizzata al punto da richiedere un ricorso sistematico all’anticipazione di tesoreria. Come si evince dalla verifica di cassa al 30 giugno, l’utilizzo medio dell’anticipazione è pari a 5.216.634,02€. Stando alle previsioni di competenza 2021, l’esposizione nei confronti del tesoriere comporterà una spesa per interessi passivi di 150.000€, che nel 2020 ha raggiunto la cifra record di 259.332,67 €.
Ciononostante, del bilancio e sul bilancio non si discute più, se non dentro i Consigli Comunali, seguiti ormai da pochi cittadini, e senza che a ciò faccia seguito un dibattito pubblico sollecitato e alimentato dagli organi di informazione locale. Eppure, è soprattutto su temi come questo, oltre che sulla imponente presenza fisica, mediatica e social, che andrebbe misurata la bontà dell’agire degli amministratori pubblici. Occorre occuparsene, invece, e parlarne, ciascuno per le funzioni che è chiamato a svolgere. Non tanto per avversare l’amministrazione di turno, ma quanto per evitare che questo problema diventi una seria ipoteca sullo sviluppo futuro della città.
Partito Democratico Mesagne
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