Riceviamo e pubblichiamo: Ho letto di un fantomatico “progetto” studiato a tavolino per mettere in difficoltà il governo del Sindaco e della sua maggioranza. Mi hanno sempre affascinato le praterie sconfinate della fantasia in cui le menti umane si avventurano, se in buona fede, per soddisfare il loro bisogno di arricchire una realtà “banale” e senza sorprese, se in mala fede, per difendere con qualsiasi mezzo, il proprio “orticello”. Tra terrapiattisti, negazionisti, complottisti di ogni genere, c’è da avere l’imbarazzo della scelta.
Siccome sono cooprotagonista e testimone diretto di questo complotto, posso di prima mano raccontare i fatti che io conosco.
Qualche giorno fa il gruppo del Movimento libero e progressista si è incontrato per fare il punto della situazione politica attuale. Premetto che, colpevolmente, io partecipo con molta parsimonia, ma cerco, anche se con ritardo, di tenermi sempre aggiornato. All’incontro il Consigliere Molfetta ha reso pubblica la sua convinzione che tra il PD e il Sindaco c’era un avvicinamento che probabilmente sarebbe sfociato in una collaborazione. Ha manifestato una comprensibile stanchezza di ritrovarsi da solo o in occasionale compagnia, a fare opposizione.
La discussione che si è aperta dopo le sue dimissioni, mi impone di spiegare perché, in prima istanza le ho condivise e dopo ho rifiutato la nomina per sostituirlo.
Quando si è conclamato l’accordo, che covava ormai da tempo, tra il PD e il Sindaco sotto l’egida del governatore Emiliano, sancita sul nobile altare della elezione del “suo” candidato alla Camera, non ho avuto dubbi che, venuto meno il ruolo di opposizione da parte del PD, che conta 3 su 4 consiglieri, fosse venuta meno la funzione del Consiglio comunale. L’ho fatto nella convinzione che col tradimento dell’esito elettorale, venivano meno le condizioni politiche per rappresentare una coalizione liquefatta al sole di questa estate.
Ho grande rispetto delle istituzioni democratiche, è per questo che a chi si erge a loro paladino, consiglio di difenderle denunciandone le degenerazioni, difenderle quando diventano vuoti simulacri in cui i cittadini credono sempre meno. Sono nel loro progressivo svuotamento di senso e ruolo le ragioni della disaffezione alla politica e l’astensionismo ormai dilagante.
Perché il Consiglio comunale contribuisca in modo efficace, sia nel controllo che nelle proposte, all’operatività del governo, è fondamentale che si rispettino i ruoli che le elezioni hanno sancito. Maggioranza e Opposizione. Se viene meno uno dei due pilastri, i principi stessi della democrazia crollano perdendo l’efficacia della loro funzione.
Il Consiglio comunale diventa un simulacro di riti formali, palestra per soloni e don chisciotti di turno. Si delegittima.
Ed è quello che sta succedendo a Mesagne.
Luigi Colelli