Home Cultura PEZZI DI STORIA DI MESAGNE. Iniziativa culturale alla “Di Vittorio”

PEZZI DI STORIA DI MESAGNE. Iniziativa culturale alla “Di Vittorio”

da Redazione
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Venerdì 19 settembre 2025 alle ore 18,30 nel salone della “Di Vittorio” in via Castello, 20 a Mesagne si terrà un’iniziativa tra memoria, cultura e ricerca storica: “PEZZI DI STORIA DI MESAGNE”, tratti dall’ultimo numero della Rassegna Storica del Mezzogiorno.

Sarà un dibattito a tre voci, quelle di Gianfranco IgnoneDomenico Urgesi e Giovanni Galeone

 Il primo tema di confronto sarà “La terra, l’acqua e l’aria ai tempi di Epifanio Ferdinando” con un dialogo tra Gianfranco Ignone e Domenico Urgesi

 Il medico-filosofo mesagnese Epifanio Ferdinando è famoso in tutto il mondo. Era già noto ai suoi tempi, tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento, per i suoi studi sulla dottrina medica, sulla peste, sulla diagnosi e sulla terapia delle malattie. Notissimo era il suo libro sul modo di “Allungare la vita, conservare la giovinezza, ritardare la vecchiaia”. 

Meno noto è, invece, il suo scritto sul “Clima di Mesagne”. Esso è stato recentemente pubblicato nella versione latina e tradotto in italiano da Francesco Scalera e Domenico Urgesi, i quali hanno datato il manoscritto all’anno 1637, un anno prima    del decesso dell’autore. Si tratta di una fonte più unica che rara sulla reale situazione climatica a Mesagne nei primi decenni del Seicento.

 Il secondo tema di discussione sarà “Episodi e figure mesagnesi di antifascismo, squadrismo, e post-fascismo. Nuove fonti di archivio” Giovanni Galeone dialogherà con Domenico Urgesi sui primi risultati della ricerca, in corso, su un periodo storico poco conosciuto della città di Mesagne. 

 Si parla dell’avvento del fascismo, dei personaggi mesagnesi che incarnarono il regime, gli antifascisti che si opposero e parteciparono alla Resistenza sia a Mesagne che in campo nazionale e internazionale, tra i quali emersero Eugenio Santacesaria e Santo Semeraro. Furono moltissimi i mesagnesi che si opposero, così come avvenne anche a Latiano, Francavilla, Ceglie, Brindisi. Ma erano tanti anche i mesagnesi che furono soggiogati dai proprietari terrieri e dagli esponenti della piccola borghesia (il notabilato locale), che aderirono al Fascismo. Alcuni di essi ne costituirono il “braccio armato”, e diedero vita alla cosiddetta “Squadra della morte”, la quale nell’ottobre del 1922 attentò a mano armata alla vita di Santo Semeraro. Per le continue minacce, per i soprusi e le discriminazioni, gli antifascisti più noti furono costretti ad espatriare. A Parigi fuggirono, oltre a Santacesaria e Semeraro, anche De Nitto Antonio e Vito Marchionna. 

Caduto il fascismo, il Semeraro tornò a Mesagne e divenne un leader della sinistra. Non altrettanta sorte toccò a Eugenio Santacesaria, che lasciò la vita in Spagna nel febbraio del 1937, per difendere la repubblica spagnola dal fascismo nazionale e internazionale.

Seguirà un dibattito. 

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