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POLITICA: Lavoriamo insieme per il futuro di Mesagne – di Anna Maria Scalera

da Cosimo Saracino
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Conosco Pompeo dai tempi in cui militava in “a Sinistra” lui, e nei Democratici di Sinistra io. Ricordo bene i lunghi incontri/scontri presso la loro sede di via Brindisi. Eravamo alleati nel governo della città ma il confronto era accesso e la dialettica politica alta. Pompeo era un combattente, idealista, ma capace, anche dopo scontri durissimi di accettare la sintesi politica, sempre alta per la verità.

Ci siamo ritrovati Sindaco e assessore per caso. Toni Matarrelli è venuto a chiedermi una mano, per ridare slancio e un minimo di visione, ad un’esperienza politico amministrativa che lui vedeva in difficoltà, soprattutto nel rapporto con la città. Ho accettato con grande senso di responsabilità e di servizio. Mi ero ormai allontanata dalla politica locale e avevo trovato un equilibrio invidiabile, impegnandomi per le cose che amo di più: la famiglia, lo sport, la scuola. Ho accettato, pur sapendo che eravamo espressione esclusiva della maggioranza e che Pompeo avesse qualche pregiudizio nei nostri confronti. Ho subito capito, ma non condiviso le ragioni. Lui aveva immaginato una giunta fondata sul teorema della divisione netta tra politici e tecnici, di conseguenza mal si coniugava la presenza dei “politici” in giunta. Come se lui, dopo trent’anni di militanza, non lo fosse. Questo sentirsi diverso, più puro degli altri, che mi aveva fatto scegliere per reazione il Pds e non “a sinistra” da adolescente, ancora oggi mi infastidisce. La mia maturità politica e il senso delle Istituzioni mi hanno fatto mettere da parte ogni risentimento. L’ho rispettato in quanto Sindaco dal primo giorno, dando dimostrazione di abnegazione, spirito di servizio ed autonomia di pensiero. Anche lui, dopo un primo periodo di studio, si è fidato e abbiamo lavorato in sintonia, nell’interesse della città. Certo, davanti ai grandi temi, alle decisioni più delicate da prendere, lui frenava e rimandava. Appariva spento, poco interventista, come se dimenticasse di essere la guida dell’amministrazione. Da lui, uomo con cui condivido da sempre l’idea che il potere serva solo ed esclusivamente a promuovere il bene comune, mi sarei aspettata una difesa dell’operato della sua amministrazione, una presa d’atto di eventuali errori e anche una proposta politico progettuale di fine legislatura. Non ho difficoltà a dire che lo avrei seguito su questa strada e mi sarei spesa all’inverosimile affinché lo seguisse l’intera maggioranza. Ma nulla. Nessun tentativo di mediazione (riconosco alla parola mediazione un’accezione positiva), nessuna proposta politico- amministrativa sulle questioni poste dalla maggioranza. In realtà la fine della storia l’ha scritta lui stesso, quando si è chiuso in uno strano mutismo, attendendo gli eventi. Ancora non capisco perché non si sia speso fino in fondo per arrivare alla scadenza naturale del suo mandato, perché non abbia cercato di fare sintesi con la sua maggioranza. Eppure con la sua candidatura a Sindaco, aveva già accettato un compromesso, cioè quello di guidare una coalizione civica, giustificandolo come atto di generosità che vedeva privilegiare gli interessi della città alle posizioni e agli schieramenti politici.

Per queste ragioni penso che non ci fosse altra strada che mettere un punto a questa esperienza. Su questo siamo tutti d’accordo. Su un’altra cosa vorrei che fossimo concordi: rimettiamo al centro Mesagne, discutiamo di temi e prospettive, non di persone. Riavviciniamo i cittadini alle Istituzioni, non facciamole odiare. Oggi non siamo chiamati a dire con chi ci schieriamo. Non è questo il punto. Oggi, chi ha a cuore Mesagne, deve essere pronto a non discutere del proprio ombelico, della propria postazione, ma del futuro della città che diciamo di amare. Per questo c’è bisogno di abbassare i toni da una parte e dall’altra, di evitare i veleni che hanno già distrutto la vita politica della nostra città negli anni passati e di affrontare con visione e apertura mentale la fase attuale. Vorrei potermi confrontare su tematiche, programmi e lo vorrei fare senza pregiudizi. I mesi a disposizione non sono tantissimi, ma certamente sono sufficienti, ad aprire un confronto franco, leale ma sereno con le parti politiche, le associazioni, il mondo cattolico, la città.

Personalmente auspico che si lavori a ricostruire un fronte progressista che sappia declinare valori ed idealità, con la domanda di una città sottoposta a mutamenti. Per questo c’è bisogno di una classe dirigente coraggiosa, generosa, scevra da pregiudizi, aperta ad una visione strategica e chiara del futuro della nostra Mesagne.

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