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Primo Maggio 2024 – di Cosimo Pasimeni

da Cosimo Saracino
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“Forse non sarà una canzone/ a cambiare le regole del gioco”. Sono i primi due versi dell’inno del campionato mondiale di calcio 1990. Che ho cambiato … “Forse non sarà una canzone (e neppure un concerto piccolo o grande che sia) a cambiare le regole del lavoro”.

Ora vi parlo di una vecchia canzone del Festival di San Remo del 1972 di cui ricordavo solo qualche verso, ma da una ricerca sul web sono riuscito a rintracciarla. Si tratta di “ERA BELLO IL MIO RAGAZZO” interpretato da Anna Identici e di cui vi allego il testo che malgrado siano passati 42 anni è, purtroppo, assolutamente e tristemente attuale.

Normalmente il Primo Maggio è definito “Festa del Lavoro”, ma io aggiungerei anche “e del ricordo dei morti (per eufemizzare li chiamano bianche) nel lavoro e per il lavoro”. E’ una canzone questa che dovrebbe essere cantata quasi come “Inno Ufficiale” di questa giornata. Allego il testo e suggerisco di ascoltarla su YouTube nell’interpretazione di Anna Identici.

 

Era bello il mio ragazzo, sempre pieno di speranze

Mi diceva: “Mamma mia, un giorno, sai, ti porto via

Via da tutta ‘sta miseria, in una casa da signora

Via da questo faticare, potrai infine riposare”

Era bravo il mio ragazzo, morì il babbo che era bimbo

Ma mi disse: “Non temere, vado io ora al cantiere

Sono grande ormai, lo vedi, prendo il posto di mio padre

Son capace a lavorare, non ti devi preoccupare”

 Era stanco il mio ragazzo, in quel letto d’ospedale

Ma mi disse: “Non fa niente, solo un piccolo incidente

Quando si lavora sodo, non c’è soldi da buttare

Non puoi metter tanta cura per far su l’impalcatura”

Era bello il mio ragazzo col vestito della festa

L’ho sentito tutto mio, mentre gli dicevo addio

E poi quando l’ho baciato gli ho strappato una promessa

E gli ho detto: “Anima mia, presto, sai, portami via”

Era bello il mio ragazzo col vestito della festa

L’ho sentito tutto mio, mentre gli dicevo addio

Era bello il mio ragazzo col vestito della festa

L’ho sentito tutto mio, mentre gli dicevo addio

 Un’altra breve nota: a scuola abbiamo imparato la parola “ecatombe” che significa “sacrificio di cento buoi”; ebbene, notizia del 18 aprile: in Italia i morti sul lavoro del 2024 sono già 119. Sarebbe bello, sempre parafrasando un’altra canzone: se l’incipit di “Mondo in mi 7a” di Celentano diventasse: “Prendo il giornale e leggo che / di morti sul lavoro non ce n’è …”

BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI

Le foto allegate di una manifestazione sindacale a Mesagne mi furono gentilmente concesse dalla locale Sezione CGIL.

 

 

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