“Forse non sarà una canzone/ a cambiare le regole del gioco”. Sono i primi due versi dell’inno del campionato mondiale di calcio 1990. Che ho cambiato … “Forse non sarà una canzone (e neppure un concerto piccolo o grande che sia) a cambiare le regole del lavoro”.
Ora vi parlo di una vecchia canzone del Festival di San Remo del 1972 di cui ricordavo solo qualche verso, ma da una ricerca sul web sono riuscito a rintracciarla. Si tratta di “ERA BELLO IL MIO RAGAZZO” interpretato da Anna Identici e di cui vi allego il testo che malgrado siano passati 42 anni è, purtroppo, assolutamente e tristemente attuale.
Normalmente il Primo Maggio è definito “Festa del Lavoro”, ma io aggiungerei anche “e del ricordo dei morti (per eufemizzare li chiamano bianche) nel lavoro e per il lavoro”. E’ una canzone questa che dovrebbe essere cantata quasi come “Inno Ufficiale” di questa giornata. Allego il testo e suggerisco di ascoltarla su YouTube nell’interpretazione di Anna Identici.
Era bello il mio ragazzo, sempre pieno di speranze
Mi diceva: “Mamma mia, un giorno, sai, ti porto via
Via da tutta ‘sta miseria, in una casa da signora
Via da questo faticare, potrai infine riposare”
Era bravo il mio ragazzo, morì il babbo che era bimbo
Ma mi disse: “Non temere, vado io ora al cantiere
Sono grande ormai, lo vedi, prendo il posto di mio padre
Son capace a lavorare, non ti devi preoccupare”
Era stanco il mio ragazzo, in quel letto d’ospedale
Ma mi disse: “Non fa niente, solo un piccolo incidente
Quando si lavora sodo, non c’è soldi da buttare
Non puoi metter tanta cura per far su l’impalcatura”
Era bello il mio ragazzo col vestito della festa
L’ho sentito tutto mio, mentre gli dicevo addio
E poi quando l’ho baciato gli ho strappato una promessa
E gli ho detto: “Anima mia, presto, sai, portami via”
Era bello il mio ragazzo col vestito della festa
L’ho sentito tutto mio, mentre gli dicevo addio
Era bello il mio ragazzo col vestito della festa
L’ho sentito tutto mio, mentre gli dicevo addio
Un’altra breve nota: a scuola abbiamo imparato la parola “ecatombe” che significa “sacrificio di cento buoi”; ebbene, notizia del 18 aprile: in Italia i morti sul lavoro del 2024 sono già 119. Sarebbe bello, sempre parafrasando un’altra canzone: se l’incipit di “Mondo in mi 7a” di Celentano diventasse: “Prendo il giornale e leggo che / di morti sul lavoro non ce n’è …”
BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI
Le foto allegate di una manifestazione sindacale a Mesagne mi furono gentilmente concesse dalla locale Sezione CGIL.