“Assolto per non aver commesso il fatto”. E’ questo il dispositivo della sentenza che riabilita in pieno il consigliere comunale Alessandro Campana. Il pronunciamento è arrivato dal giudice monocratico di Brindisi, Genantonio Chiarelli, al termine di un processo per reati ambientali, per l’interramento negli uliveti del Brindisino dei fanghi provenienti dalla dismissione del sito Belleli di Taranto. Il dott. Chiarelli ha deciso di assolvere con formula piena il consigliere comunale Alessandro Campana al termine di un procedimento complesso e lungo. Insieme con lui anche la sorella Francesca, gia consigliere comunale, è stata reputata innocente rispetto alle accuse sorte dall’inchiesta dei carabinieri del Noe. Assolto anche papà Gino, poi dichiarato anche estinto il reato poichè deceduto.
Il giudice, invece, ha pronunciato sentenza di condanna a sei persone ritenendoli responsabili fino a un anno e dieci mesi di arresto. Sono state altresì condannate due ditte individuali per illecito amministrativo e sono stati confiscati i terreni usati per lo smaltimento “illecito” del materiale.
Il giudizio per reati ambientali è nato dall’inchiesta dei carabinieri del Noe di Lecce, coordinata dal pm Giuseppe De Nozza, per la gestione di discariche non autorizzate e il trasporto di rifiuti speciali pericolosi.
Nel corso delle indagini furono sottoposte a sequestro cinque diverse aree coltivate a uliveti e frutteti e ricadenti a metà strada tra i territori di Brindisi e Mesagne: una di 10.000 metri quadri, un’altra di 17.000, una 300 e infine due terreni di 20.000 metri quadri complessivi. Oggi il giudice ha anche restituito 15 ettari di proprietà della famiglia Campana. Grande la soddisfazione professionale dell’avvocato Giovanni Luca Aresta difensore di Gino (deceduto recentemente), Alessando e Francesca Campana per l’esito del complesso procedimento.
Sono stati condannati: Francesco e Massimiliano Vinci; Anthony Gatti, Maurizio Carlucci, Vito Messi e Vincenzo Montanaro. Assolti Antonio Montanaro, Gino, Maria Francesca e Alessandro Campana, proprietari dei terreni ritenuti “inconsapevoli” rispetto a quanto avveniva negli stessi