La misura è oramai colma. Non vi è giorno, purtroppo, che non si parli delle enormi difficoltà del sistema sanitario pugliese, brindisino in particolare, a garantire prestazioni dignitose a favore dell’utenza pubblica. Il paradosso è che invece di cercare soluzioni per ridurre tali difficoltà pare che non si faccia altro che amplificarle. È come se vi fosse un perverso gioco al massacro, dove ad essere letteralmente “massacrati” sono i cittadini, specialmente quelli della nostra provincia. Tutto perché il Presidente Emiliano deve rispettare vincoli di spesa imposti dall’accordo Stato Regione riguardo al Piano di riordino ospedaliero approvato lo scorso anno. Lo stesso Presidente, la sua giunta e i suoi consiglieri regionali, fra questi il mesagnese Vizzino, non sembrano invece essere interessati a valutare obbiettivamente la situazione dei vari territori, dove quello brindisino sembra essere una landa desolata abbandonato al suo crudele destino.
Ultimo atto inqualificabile, in ordine cronologico, è la delibera della giunta regionale n° 583 del 10 aprile u.s. che ha decretato la chiusura di 39 PPTI pugliesi (punti di primo intervento territoriali) che verranno trasformati, dal 01 maggio 2018, in postazioni medicalizzate del 118. Fra i 39 PPTI da chiudere c’è anche Mesagne. In verità, quella del nostro PPTI, è stata una lenta agonia. Infatti la sua chiusura era già stata prevista, per l’ottobre 2017, dal regolamento di riordino ospedaliero emanato lo scorso anno; poi si è lasciato “sopravvivere” per qualche altro mese. Negli ultimi tempi, fra l’altro, è stato sempre più complicato gestire gli interventi e stabilizzare i pazienti anche a causa della mancata attivazione di alcuni servizi essenziali all’interno del PTA( ad esempio radiologia H12 e TAC, telemedicina, ecc.).
Una postazione medicalizzata del 118, oggi, a Mesagne non potrà mai ridurre gli accessi al pronto soccorso, semplicemente perché tali postazioni non potranno essere in grado – vista anche la mancata attivazione di cui sopra – di assicurare pienamente le prime cure ai pazienti. Senza considerare che nulla si muove per creare una doppia corsia(gestione dei casi meno gravi) nel pronto soccorso del Perrino di Brindisi che invece, vista l’inopinata scelta di chiudere cinque PPTI nella provincia, è destinato a congestionarsi sempre più. Si consideri che al nostro PPI vi erano più di 6000 accessi l’anno e nella stragrande maggioranza dei casi la presa a carico si concludeva con delle dimissioni!
È necessario, dunque, che l’amministrazione comunale “batta i pugni”, faccia sentire la propria voce, non solo verso la Direzione generale di Brindisi, ma soprattutto nei confronti della Giunta Emiliano, vera responsabile dei disastri delle politiche sanitarie regionali degli ultimi anni. È necessario, a nostro avviso, che tutta la politica mesagnese, sia di maggioranza che di opposizione, insorga e denunci questa situazione. È necessario, infine, proporre una nuova stagione di mobilitazione democratica che coinvolga i cittadini affinché si possa difendere insieme il sacrosanto diritto alla salute.
Il coordinatore di ProgettiAmo Mesagne il referente del Meetup Mesagne 5 stelle
Antonio Calabrese Angelo Josè Pacciolla