Mesagne: un pezzo di Città da privilegiare perché mi ha parlato della mia storia, della mia terra, delle persone. Ho raccolto frammenti di storie e di architetture, cercando di dare una visione di città più moderna, smart e dinamica al passo con la contemporaneità. Una accelerata forte e importante che si fa in questi casi, quando senti che la gente se lo aspetta da te. Un ritorno alle mie radici che mi ha resa felice di affrontare ogni giorno la strada e le difficoltà. Ho avuto la fortuna di sentirmi a casa, ma anche di guardare con gli occhi terzi di chi vive da molti anni fuori pur conoscendo ogni angolo della propria terra, sentendosi oltremodo sua cittadina e cittadina pugliese. Ho avuto la fortuna di far rivivere alcune bellezze incommensurabili che passavano da troppo tempo inosservate sotto gli occhi distratti di chi vive negli stessi luoghi da sempre, di chi dice “tanto qui non si può far nulla, tanto qui non cambia nulla…”. Abbiamo fatto e come!
Ho provato a tracciare un solco, a segnare una traccia di metodo nella programmazione, elemento su cui bisogna ancora lavorare moltissimo per rilanciare il territorio brindisino verso il futuro. Ho lavorato per innovare una piccola PA, ottenendo risultati che all’inizio sembravano irraggiungibili per la resistenza che si prova verso la novità umana e tecnico-politica. Ho usato durezza ed elasticità, dosando le cose sicuramente non sempre bene, anzi spesso sbagliando, ma certa che nulla di quanto svolto resterà invano.
Ho individuato i luoghi della trasformazione (dalle strade ai luoghi pubblici, agli edifici) attraverso gli occhi della gente e con i miei occhi, occhi di architetto perché la mia professione mi ha aiutata in un percorso nient’affatto facile per chi vive fuori ed è chiamata a gestire un settore molto complesso in cui l’abitudine ha guidato più della progettualità tecnico-pratica.
Circa 100.000 chilometri percorsi in due anni e mezzo per la mia città, per sentire la gioia del dono per onorare un impegno grande e troppo importante per me. Ricorderò gli occhi della gente incontrata, le parole dei tanti amici ritrovati e di quelli nuovi, l’appoggio incondizionato delle questioni spinose e irrisolte della città e le riserve di alcuni che nel tempo sono state demolite, mentre le riserve residue sono certa che si sgretoleranno nel tempo e nell’aria. I semi per il futuro sono stati piantati laddove abbiamo ritenuto utile farlo, con il faro del bene comune che mi ha, ci ha guidati sempre in questo servizio civico di politica urbana.
È tempo di andare.
Grazie Pompeo, grazie Toni e grazie ai miei adorati mesagnesi perché solo chi vive fuori può avere questo forte richiamo verso la propria terra.