Dopo i lavori di ripristino del piazzale davanti al tempietto di San Lorenzo, è riemersa la storia di un importante reperto archeologico. Per approfondire, abbiamo intervistato il professor Antonio Nitti, che insieme a Paola Sconosciuto ha diretto il Centro Studi Antonucci. Nitti, per decenni referente locale della Soprintendenza, ha raccontato che il sarcofago fu rinvenuto alla fine degli anni ’90 (probabilmente nel 1998 anno in cui si riferisce questa foto) in contrada Moreno, durante la sistemazione di una masseria poi trasformata in resort.
Il manufatto, già depredato in passato, non poté essere collocato nel Castello, all’epoca chiuso per lavori di restauro. Per garantirne la conservazione e renderlo visibile al pubblico, fu quindi sistemato nel cortile del tempietto, dove divenne parte integrante del contesto. Tuttavia, all’epoca non venne apposta alcuna iscrizione o targhetta che ne indicasse il valore storico e, nei successivi interventi sul tempietto, più mani di calce ne uniformarono l’aspetto all’ambiente circostante.
Oggi si presenta l’occasione di recuperare questo reperto e valorizzarlo, raccontandone la storia non solo attraverso le parole del professor Nitti, ma anche grazie ai documenti conservati negli archivi comunali.