Nei giorni scorsi dei randagi si sono introdotti in una villetta nella zona Torretta aggredendo un cane padronale. Da questo episodio, ripreso da una telecamera di videosorveglianza interna, ne è nata una discussione sui social piuttosto pesante. I volontari de “Gli amici di Snoopy”, sentendosi richiamati da alcuni commenti, hanno deciso di fare chiarezza sulla vicenda anche in riferimento al fatto che “i cani in questione – dicono – NON sono cani di quartiere”. In particolare sostengono: “Quando ci sentiamo dire che pensiamo più agli animali che alle persone, succede questo. Accade che le brutte notizie vengano annunciate più di quelle belle.
Nei giorni scorsi, presso il quartiere “Torretta” a Mesagne, due cani randagi presenti sul nostro territorio da più mesi, sono entrati in un’ abitazione privata procurando lesioni ad un cane di proprietà.
Sicuramente comprendiamo l’azione dei proprietari della “vittima”, dopo l’ennesima intrusione e il conseguente danno, nell’allertare gli organi di competenza per procedere alla cattura dei cani e al loro spostamento, però, senza successo.
Noi non siamo qui per fare polemica, ma ciò che ci ha preoccupato sono stati i polveroni alzati sui social, per non descriverli come una vera e propria gogna medievale nei confronti di quelle creature che sì, hanno procurato delle ferite al cane aggredito, ma dobbiamo pur sottolineare che nessuno ha la sfera di cristallo e che la questione deve essere risolta per la sicurezza di tutti senza incitare la cittadinanza a prendere in considerazione l’uso di bastoni, fucili e violenza per risolvere i problemi di questo tipo.
Anzi, se mai, trovare soluzioni significa anche sensibilizzare ed effettuare un lavoro di squadra.
Più volte è stata già nostra premura provare a prendere i due protagonisti a quattro zampe, con mancato effetto, per aiutare il nostro territorio a vivere serenamente l’interazione uomo-animale e la contestuale condivisione degli spazi tra cittadini e code “vagabonde”. Il cane di quartiere è uno dei nostri obiettivi da tanto tempo.
Non possiamo sicuramente fermare anni di lotte ed energie, per andare a riempire nuovamente i box di una struttura che era nata con l’intenzione di un passaggio temporaneo, per i cani ospiti, in attesa di adozione. Un’ attesa, che nel 2021, è stata tradotta in prigionia.
L’uso della violenza non è la chiave giusta e ricordiamo che il maltrattamento di animali è un reato complementare a quello dell’uccisione di animali, vale a dire il delitto di maltrattamenti.
Secondo il codice penale, chi per crudeltà o senza necessità, provoca una lesione a un animale, oppure lo sottopone a sevizie o a comportamenti, a fatiche o a lavori insopportabili per le sue stesse caratteristiche, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da cinquemila a trentamila euro.
Invitiamo l’amministrazione a prendere le distanze da queste persone e commenti che possono nuovamente aumentare le violenze ormai rare nella nostra Città, e continuare a trovare, insieme, il pezzo mancante di questo grande puzzle.
Non sarà facile permettere una quotidianità diversa ai cani in questione, ma sarà nostro compito non demordere per farlo.
Ricordando che una vita, va rispettata sempre.