Home Attualità Ricordo del prof. Raffaele Passaro – di Giuseppe Zurlo

Ricordo del prof. Raffaele Passaro – di Giuseppe Zurlo

da Cosimo Saracino
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E’ ormai trascorso poco più di un mese dall’improvvisa scomparsa del Prof. Raffaele Passaro, stimato insegnante di Mesagne. Classe 1940, si era laureato in Lingue e Letterature straniere all’università di Bari ed aveva insegnato al Liceo Scientifico “F. Muscogiuri” prima e all’Istituto Tecnico Commerciale poi, formando con passione e competenza generazioni di studenti. Di seguito, si riporta la testimonianza di uno dei suoi studenti.

Ricordo del prof. Raffaele Passaro – di Giuseppe Zurlo

Il 18 luglio 2023 è venuto a mancare il prof. Raffaele Passaro. Quando l’ho saputo ho avuto un tuffo al cuore, e ancora oggi faccio fatica a crederci. Condivido il dolore di Melina, di Monica, di Alessandra, di Romina e di tutti quanti gli sono stati vicino e gli hanno voluto bene.

Ora mi siedo in silenzio qui, in riva al fiume dei ricordi, vedo con gli occhi chiusi immagini in sequenza, e provo ad organizzare e raccontare il flusso di coscienza, nella consapevolezza che – come ricordava G. Flaubert, “[…] la parola umana è come un vaso incrinato, sul quale si scandiscono melodie da far ballare gli orsi, mentre invece si vorrebbero commuovere le stelle”.

Raffaele Passaro è stato il mio professore di Inglese al Liceo Scientifico “Francesco Muscogiuri” di Mesagne, per cinque anni, dal 1975/76 al 1979/80. Evidentemente ho sentito molto il suo carisma, se subito dopo mi sono iscritto alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Bari, che anche lui aveva frequentato: addirittura ho avuto come professore di Letteratura Inglese un suo ex-docente, il prof. Nicola Pantaleo, un vero gentleman, oltre che uno studioso scrupoloso e raffinato. Adesso sono trent’anni che vivo a Orsara di Puglia, in provincia di Foggia, e da trent’anni insegno Inglese anch’io, in vari Istituti della provincia, in particolare nel Liceo di Bovino.

Da lui ho imparato tanto. Ho imparato a curare la preparazione fonetica, grammaticale e lessicale; ho appreso alcuni importanti concetti e pratiche di glottodidattica; ho assimilato i primi elementi di Inglese tecnico e scientifico; e ho seguito il suo consiglio di leggere i classici.

Così ho incontrato per la prima volta il principe di Danimarca, Amleto di W. Shakespeare, mentre si poneva il problema fondamentale dell’esistenza, “Essere o non essere”… Ho visitato il “Paradiso perduto” di J. Milton… Ho viaggiato seguendo il dottor Lemuel Gulliver, di J. Swift, in paesi tanto assurdi quanto geniali specchi deformanti dell’umanità tragicomica… Sono salito a bordo di una nave e ho accompagnato l’Antico Marinaio di S.T. Coleridge nel suo viaggio allucinante, descritto in quella incantevole ballata, in mondi lontani che somigliano così tanto ai paesaggi interiori della nostra coscienza inquieta… Ho vissuto le intense emozioni distillate da John Keats nell’Ode a un Usignolo, e ho poi scoperto Ode su un’Urna Greca, esteticamente e esistenzialmente inebriante… Poi ho percorso le vie dei quartieri popolari di Londra seguendo le orme di Oliver Twist, il ragazzino protagonista dell’omonimo romanzo di C. Dickens, e quelle vie le avrei percorse per davvero anni dopo, quando andai a vivere a Londra per qualche mese, per sciacquare i miei panni nel Tamigi…

Il prof. Passaro mi ha fatto scoprire anche la musica della “Beat Generation”, in particolare il capolavoro di Bob Dylan, “Blowin’ in the Wind” (la compagnia telefonica non c’entra niente!), che – insieme a “Imagine” e “Give Peace a Chance” di John Lennon – è la più bella e più attuale canzone per la pace e contro la guerra. Da lui ho sentito nominare, per la prima volta, il nome della regina del gospel, Mahalia Jackson, e da lì ho imparato ad amare il blues (anche se lei la considerava “la musica del diavolo”!) e ho conosciuto anche il sogno di Martin Luther King… E non è tutto qui.

Quando ho frequentato l’Università e quando ho fatto il Concorso a Cattedre ho avuto da lui preziose indicazioni, in particolare le straordinarie storie della Letteratura Inglese di Mario Praz, forse il più grande anglista che abbiamo avuto in Italia, e degli straordinari anglisti francesi Émile Legouis e Louis Cazamian. Piccola soddisfazione anche per lui, ne sono sicuro, i risultati che ho conseguito…

Last, but not least, ho condiviso con lui la passione per la politica: dico passione, non interesse, e ho vissuto con lui un periodo importante di militanza nella Sezione di Mesagne del Partito Comunista Italiano. Ogni volta che sono venuto a Mesagne lo andavo a trovare, per scambiare quattro chiacchiere su una gran varietà di argomenti, con lui e con Melina. Poi la terribile, improvvisa notizia cui nessuno voleva credere…

Adesso… Addio, carissimo professore Passaro, ti saluto con un tenero abbraccio, rivedendo con gli umidi occhi della memoria il tuo sorriso e ascoltando la tua voce inconfondibile recitare i sublimi versi con cui il mago Prospero si congeda nella Tempesta di W. Shakespeare: “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e la nostra breve vita / È circondata da un sonno”…

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