Home Attualità Riflessione del PD di Mesagne sull’indagine epidemiologica della Regione Puglia – di Giuseppe Indolfi

Riflessione del PD di Mesagne sull’indagine epidemiologica della Regione Puglia – di Giuseppe Indolfi

da Cosimo Saracino
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ospedale-De-Lellis-di-Mesagne-660x330Dopo i numerosi interventi sull’argomento, sento la necessità di fare alcune considerazioni sulla recente indagine epidemiologica della Regione Puglia sullo stato di salute delle persone residenti in sette comuni della provincia di Brindisi (Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torchiarolo), da cui emerge che le emissioni del petrolchimico e delle centrali elettriche ne hanno provocato un aumento della morbosità e della mortalità. In premessa voglio ricordare che, durante l’Amministrazione di Mario Sconosciuto, nell’ambito del Progetto Città Sane dell’OMS è stata condotta una indagine epidemiologica sullo stato di salute della popolazione mesagnese relativa agli anni dal 2000 al 2003,  che è stata pubblicata rispettivamente nel 1° e nel 2° Profilo di Salute della città di Mesagne, presentati alla città rispettivamente il 25 ottobre 2002 e il 26 ottobre 2006. I risultati di queste 2 indagini sulle cause di mortalità e di morbosità sono praticamente sovrapponibili a quelli della recente indagine della Regione Puglia sui 7 comuni del brindisino.

In particolare le principali cause di morte per i residenti in Mesagne nel 2000 e nel triennio 2001-2003, sono state, nell’ordine, le malattie cardiovascolari, i tumori, le malattie dell’apparato respiratorio e quelle dell’apparato digerente.

Le prime due cause, cioè le malattie cardiovascolari ed i tumori, registrano una forte diminuzione percentuale (- 33,6%) nel 2002 rispetto al dato del precedente studio condotto nel 2000.

Se si considerano i decessi per tumore troviamo che la percentuale più alta è del tumore al polmone (20,1%), seguono il tumore alla mammella (11,2%), il tumore al fegato (7,3%) ed il tumore allo stomaco (6,1%).

Da considerare, poi, il dato inerente alla mortalità per malattie dell’apparato respiratorio, che nel corso del triennio in esame mostra un trend crescente che passa dal 4,1% del 2001 all’ 8,7% del 2002 ed infine all’ 11,1% del 2003.

(1° Profilo di Salute della Città di Mesagne da pag. 98 a pag. 115 –  2° Profilo di Salute della Città di Mesagne da pag. 73 a pag. 100)

[Il Progetto Città Sane dell’OMS si pone come mission il raggiungimento degli Obiettivi della Salute per tutti i cittadini, attraverso la PROMOZIONE della SALUTE.

Gli strumenti operativi del Progetto Città Sane sono il Profilo di Salute e il Piano di salute della città.

Molto sinteticamente, usando una metafora medica:

  • il Profilo di Salute è la diagnosi delle malattie della città non solo dal punto di vista sanitario, ma anche dal punto di vista demografico, sociale, ambientale, urbanistico, culturale, economico.

Il Profilo di Salute viene elaborato sulla base di indicatori suggeriti dall’OMS specifici per ogni settore, rappresenta uno strumento multidimensionale, solidamente fondato su una analisi statistico-quantitativa del reale, derivata dagli indicatori, ed è in grado di fotografare la realtà della città, fornendo la possibilità di individuare i punti di criticità e gli ambiti nei quali c’è bisogno di una maggiore progettualità ai fini di interventi correttivi.

 

  • il Piano di Salute, sempre usando una metafora medica, è invece la terapia alle malattie della città diagnosticate dal Profilo, cioè la individuazione di interventi correttivi ai punti di criticità emersi dal Profilo. ]

 

Dopo tale doverosa premessa:

Prima considerazione:

Secondo l’OMS i fattori che determinano la salute sono costituiti da:

> fattori individuali (patrimonio genetico, sesso, età)

> fattori socio-economici (povertà, occupazione, esclusione, ambiente sociale e   

   culturale)

> fattori ambientali (aria, acqua e alimenti, luogo di vita e abitazione)

> stili di vita (alimentazione, attività fisica, fumo, alcool, attività sessuale,

   farmaci)

> accesso ai servizi (sistema scolastico, sistema sanitario, servizi sociali,

   trasporti, attività ricreative)

Oggi sappiamo che la salute dipende per il 10% dalle cure mediche, per il 20% dalla predisposizione genetica, per il 30% dal contesto ambientale, sociale e relazionale e per il 40% da abitudini e comportamenti individuali, ma non è ancora stato dimostrato  come tutti questi fattori interagiscono tra di loro.

Eppure, la percezione della popolazione è molto differente: il peso del Servizio sanitario nazionale supererebbe, in questo caso, il 60%, mentre la considerazione per la cultura e le condizioni socio-economiche sfiorerebbe appena il 10%, così come la predisposizione genetica.

Molto sinteticamente lo studio della Regione Puglia sullo stato di salute dei residenti nei 7 comuni della provincia di Brindisi ha messo in evidenza 2 aspetti molto importanti:

  1. la valutazione degli effetti sanitari a lungo termine associati alle emissioni industriali delle centrali termoelettriche e del polo petrolchimico”, chiarendonegli impatti sulla salutee creando i presupposti perl’elaborazione di interventi per la prevenzione.
  2. l’analisi della mortalità per posizione socioeconomica dei residenti ha evidenziato un eccesso di rischio per malattie cardiorespiratorie tra i residenti in aree economicamente più svantaggiate (indicatore di posizione socioeconomica o SEP basso e medio basso) rispetto ai residenti in aree con SEP elevato (al netto dell’effetto della concomitante esposizione ambientale ed occupazionale).

Riguardo al 1° aspetto lo studio è il primo in assoluto che ha analizzato e approfondito, con metodologia scientifica, gli effetti sanitari della esposizione a specifici inquinanti ambientali provenienti da attività industriali territoriali su una popolazione così ampia e per un periodo di tempo così lungo.

Questo genere di studio rappresenta, quindi, una pietra miliare e ci auspichiamo che sia il punto di partenza per altri  studi simili che analizzino e approfondiscano gli altri fattori determinanti la salute della popolazione e la complessa interazione tra di loro.

Riguardo al 2° aspetto, lo studio ha opportunamente analizzato la mortalità per posizione socioeconomica dei residenti.

Tra i determinanti della salute, citati precedentemente, i fattori socio-economici incidono fortemente sui processi e sugli esiti di salute e purtuttavia sono scarsamente considerati e studiati.

(Già nel 2° Profilo di Salute della città di Mesagne abbiamo  sottolineato l’importanza di tali fattori sulla salute della popolazione: 2° Profilo di Salute da pag. 10 a pag.12).

 

La scienza che studia i determinanti socio-economici della salute è l’epidemiologia sociale (anche essa misconosciuta) che si occupa dello studio delle relazioni tra lo status sociale e le condizioni di salute.

La ricerca epidemiologica ha affrontato spesso il rapporto tra le condizioni socioeconomiche e la salute, per esempio mettendo in relazione la variabile reddito e la mortalità.

In effetti per valori minimi di reddito (povertà assoluta) è stato verificato un aumento della mortalità, che invece si riduce proporzionalmente con l’incremento del reddito, cioè non appena viene superata la soglia di povertà.

 

La relazione tra disuguaglianze socioeconomiche e stato di salute fu analizzata per la prima volta con un approccio scientifico agli inizi degli anni ottanta in Gran Bretagna: fu il rapporto Black a mettere in chiaro il legame tra tasso di mortalità e appartenenza a una determinata classe sociale.

Da allora molti studi hanno contribuito a chiarire il fenomeno anche dal punto di vista quantitativo.

Un’importante ricerca epidemiologica sulla patologia coronarica, pubblicata su Lancet (2004; 364: 937-52 e 953-62), ha riportato l’attenzione dei medici sui determinanti psicosociali della malattia. Si tratta dello studio caso-controllo sul rischio di infarto miocardico, denominato lnterheart, condotto in ben 52 Paesi in tutto il mondo, che ha permesso di quantificare i principali fattori di rischio, già noti: fumo di sigaretta, diabete, colesterolemia e obesità.

Un po’ a sorpresa, accanto a questi determinanti biologici, l’indagine ha messo in luce il ruolo altrettanto rilevante delle condizioni psicosociali, nella fattispecie della povertà, della disoccupazione e della depressione. Essi si sono affiancati a fattori di rischio classici come fattori di rischio clinico cardiovascolare indipendenti dal contesto.

Lo studio lnterheart ci mostra un dato altrettanto chiaro e incontrovertibile: che il peso sulla condizione clinica dei fattori psicosociali, oltre ad essere molto elevato, si mantiene costante in tutti i 52 Paesi monitorati.

 

Naturalmente la riduzione delle risorse per lo stato sociale, se non invertita, non potrà che peggiorare questa situazione.

 

Seconda considerazione:

Ma, concretamente, c’è la possibilità di incidere sui fattori determinanti la salute ?

Si può incidere attraverso la promozione della salute, che è appunto la capacità di condizionare i fattori che determinano la salute dei cittadini. La promozione della salute è, infatti, uno degli obiettivi prioritari del Progetto Città Sane dell’OMS, che indica gli strumenti operativi per raggiungere tale scopo.

La promozione della salute non può essere fatta solo dai medici con i servizi sanitari o solo dai manager o solo dagli amministratori degli enti locali o solo dai cittadini:  la promozione della salute si programma e si fa tutti insieme, attraverso una sorta di alleanza sinergica. Il soggetto responsabile in via principale delle politiche di promozione della salute è il Comune.

Poiché non vi è atto politico o amministrativo che non abbia ricadute dirette e indirette sugli stili di vita e, quindi, sul crescere o sul diminuire di patologia, occorre che ogni comunità sappia, ascolti, condivida, programmi, intervenga, controlli e valuti.

Sarebbe auspicabile che i 7 comuni del brindisino interessati dalla indagine della Regione formassero una rete per aderire concretamente al Progetto Città Sane dell’OMS e per coordinare e stimolare le altre agenzie territoriali (sanitarie e ambientali) alla promozione della salute dei residenti nei 7 comuni. Il miglioramento della salute della popolazione si otterrà solamente se i cittadini saranno in grado di modificare in senso positivo i loro comportamenti ancor di più se questo avverrà attraverso una sorta di alleanza tra istituzione comunale, agenzie sanitarie e ambientali e cittadini stessi.

Per modificare concretamente i fattori determinanti la salute dei cittadini è necessario, con determinazione e coraggio, provare a fare sistema, guidare i processi e incidere direttamente, allo scopo di stimolare la partecipazione consapevole delle comunità urbane e creare ambienti fisici e sociali di supporto alla salute, intesa come benessere fisico, mentale e sociale.

Contributo del Partito Democratico prodotto dal dott. Giuseppe Indolfi assessore all’Ecologia, ambiente e “Progetto città sane” dal 2002 al 2007.

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