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Roberto D’Ancona: “Il pozzo a Calderoni è un urlo da ascoltare”

da Cosimo Saracino
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Comunicato Stampa: Non è l’inizio dei lavori per la realizzazione di un pozzo a Calderoni che ad un’amministrazione pubblica dovrebbe far riscuotere un ringraziamento. Il riconoscimento degli interventi realizzati deve valere l’attenzione dei cittadini quando gli interventi diventano risolutivi rispetto alla previsione di servizi essenziali per un territorio. Compiendo una riflessione generale, fa pensare la tipologia di carenze che da anni vengono segnalate all’assessorato che mi onoro di rappresentare, segnalazioni che dovrebbero darsi come evase da tempo e che non dovrebbero influenzare più di tanto la progettualità più stringente.

Ma così è! Ad oggi ci ritroviamo a pianificare strade, illuminazione pubblica, fogna ed acqua in zone non servite – ma abitate – con tanto di oneri già pagati dai cittadini. Analogo discorso vale per l’estensione della cosiddetta fogna bianca, necessaria per il deflusso delle acque meteoriche.

Sembra difficile, e forse persino scomodo da dire, ma occorre uno sforzo politico ed economico tale da far optare per la realizzazione di obiettivi forse meno visibili in termini politici – che non sempre consentono firme personali né rilasciamo  madaglie a gran ricordo dei posteri – ma che sono utili più che mai. La mission di questa Amministrazione, che è la mia, è lavorare per garantire a tutti condizioni di vita favorevoli e propedeutiche per pensare, progettare e pianificare il migliore sviluppo per questo territorio.

Con questo atteggiamento mi sono mosso in questi pochi anni all’interno di questo complesso settore – per quello che attiene al mio ruolo e alle mie funzioni – verificando lo stato dell’arte complessivo, quanto realizzato ma soprattutto limiti e carenze sedimentatesi nel tempo. Mi è capitato di domandarmi che senso abbia fare il tappetino bituminoso alla lottizzazione Calderoni e poi non avere tutta la rete del gas. Oppure, che senso abbia rifare il manto in via Antonucci se il problema della fogna non può dirsi risolto. Che senso ha mettere mano al manto stradale e non affrontare fino in fondo la questione allagamenti? Nel frattempo incontro persone che mi confermano che da anni non c’è abbastanza luce a contrada “Ferrizzulo”, in zona “Santo Stefano”, a Calderoni, che a causa di tali disservizi tante zone periferiche si stanno svuotando.

Proprio all’indomani del suo insediamento, il sindaco Matarrelli ha voluto fare un sopralluogo in via Etna, in un’area cittadina con disagi simili a quelle di altre, per apprendere di persona le ragioni della rabbia dei residenti. Ne è scaturito l’impegno a farci carico di quella e di tutte le altre problematiche affini che si sono accumulate o aggravate nel tempo e nel susseguirsi dei vari governi cittadini.

Per un’amministrazione locale, produrre interventi a beneficio di un territorio rimanda spesso a pianificazioni complesse e al tempo stesso semplici; il più delle volte esse devono mirare a gettare le fondamenta piuttosto che a costruire subito palazzi.

Un amministratore pubblico, per ritenersi capace, deve andare oltre l’idea; deve decidere di raggiungere l’obiettivo, deve finanziarlo ed infine deve renderlo fruibile. Altrimenti Il pozzo a Calderoni, come altre opere incompiute, rischia di essere semplicemente un “buco” su una planimetria, frutto di un’isolata discussione e o di una promessa estemporanea.

 

 

 

 

Roberto D’Ancona

Assessore ai lavori pubblici-Comune di Mesagne

 

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