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Sabato 7 marzo nella Chiesa Madre di Mesagne l’ammissione al diaconato

da Cosimo Saracino
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Sabato 7 marzo, nel corso della celebrazione eucaristica prefestiva delle ore 18, nella Chiesa matrice di Mesagne, all’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, mons. Domenico Caliandro, che presiede la liturgia, sei fedeli dell’arcidiocesi brindisina presenteranno la domanda di ammissione tra i candidati al diaconato permanente. Sono il brindisino Giancarlo Sardano; i mesagnesi Maurizio Palermo e Gianluca Proscia, il sanvitese Adamo De Leonardis; il guagnanese Fernando Mazzeo e l’ostunese Tommaso Longo, che da tre anni seguono un cammino di formazione e di studio sotto la guida di don Gianluca Carriero, vicario episcopale nella Comunità per i Diaconi permanenti.

Nel corso delle celebrazione, raccolte le domande di ammissione, rivolgerà esplicita domanda alle mogli dei candidati, circa la volontà di queste ultime a consentire l’itinerario ministeriale e di formazione intrapreso dai loro consorti.

Si legge nelle “Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanente – Direttori per il Ministero e la vita dei Diaconi permanenti” (n. 2):

«Fu il Concilio Vaticano II a stabilire che il diaconato potesse « in futuro essere restaurato come grado proprio e permanente della gerarchia…, (ed) essere conferito a uomini di età matura, anche sposati, così pure a giovani idonei, per i quali però deve rimanere in vigore la legge del celibato », secondo la costante tradizione. Le ragioni che hanno determinato questa scelta furono sostanzialmente tre: a) il desiderio di arricchire la Chiesa con le funzioni del ministero diaconale che altrimenti, in molte regioni, avrebbero potuto difficilmente essere esercitate; b) l’intenzione di rafforzare con la grazia dell’ordinazione diaconale coloro che già esercitavano di fatto funzioni diaconali; c) la preoccupazione di provvedere di ministri sacri quelle regioni che soffrivano di scarsità di clero. Queste ragioni mettono in evidenza come la restaurazione del diaconato permanente non intendesse minimamente pregiudicare il significato, il ruolo e la fioritura del sacerdozio ministeriale, che sempre deve essere generosamente perseguita anche in ragione della sua insostituibilità».

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