Riceviamo e pubblichiamo: Una programmazione ospedaliera all’insegna dell’epidemiologia, cioè delle malattie realmente presenti sul territorio e quindi in base alle concrete necessità di cura. Una bella promessa tanto sbandierata quando disattesa dalla Regione Puglia. Sicuramente a Brindisi. Dove il rapporto posti letto/popolazione è il più basso della Puglia e d’Italia : poco più del 2×1000.
Eppure Brindisi è area ad alto rischio di crisi ambientale, Sito Nazionale per le Bonifiche (che non si fanno), l’ultimo rapporto registro tumori vi rileva un incremento di incidenza e mortalità per alcuni tumori per i quali non c’è neppure il reparto per curarli (è il caso della chirurgia toracica), l’ultimo rapporto SENTIERI dice che le malformazioni neonatali sono comunque oltre la media regionale (e rischia di chiudere proprio l’Unità di Terapia intensiva Neonatale!)
Ma c’è di più o di peggio : la Regione Puglia rimodula il Piano Ospedaliero dal quale emerge che a Brindisi si danno 30 posti letto in più, alla BAT, provincia più piccola, 70, a Lecce che ha una popolazione doppia, 192 di cui 58 al privato, a Bari 272 di cui 76 al privato. Si tratta di allargamenti di specializzazioni di base mentre le alte specialità vengono date alle strutture private a Lecce e a Bari. C’è da dire anche che comunque molti reparti previsti sulla carta non sono mai stati aperti e altri si sono chiusi nel frattempo, come denunciano da anni sindacati e ordini professionali proprio a Brindisi. Il tutto sotto il naso dei Sindaci che dei Direttori Generali delle ASL fanno le valutazioni dell’operato ed dei bilanci. Evidentemente a loro va bene così salvo poi sbracciarsi nei momenti critici come ora!
Questa è la politica programmatoria della Regione Puglia, ingrossare l’ospedalità privata ai danni di quella pubblica per le specializzazioni più remunerative. Altro che epidemiologia, si dovrebbe dire “privatocrazia”.
A coronare il tutto una delibera di fine marzo scorso, la n. 412, con la quale la Giunta Regionale adotta dopo 23 anni, quasi come una nemesi, il « metodo Palese ». Stesso assessore, stessa delibera, diverso, almeno nominalmente, schieramento! Blocco di acquisti e di assunzioni. Il motivo : 450 milioni di deficit creato dalla spese per il reparto Covid19 in Fiera, di cui la trasmissione Report del 10.4.2023 su Rai3 narra gli inquietanti dettagli, e le assunzioni oltre il fabbisogno approvato da parte di alcune ASL sempre durante il COVID19.
Risultato che a Brindisi alcuni reparti sono praticamente chiusi e altri sono virtuali, nel senso che in alcune ore della giornata i pazienti sono trasferiti nelle altre strutture ancora aperte.
Qualcuno si è accorto che questa organizzazione è prima di tutto pericolosa per i residenti e per i turisti e proprio in un’area come Brindisi città, con impianti a rischio di incidente rilevante, che dovrebbe avere un di più anche per l’emergenza, come si è segnalato al Prefetto in fase di redazione del piano di emergenza esterno del Petrolchimico. Il Prefetto ha riferito ai responsabili sanitari e queste sono le risposte.
In tale contesto in cui è difficile salvare l’urgenza, salta anche l’attività programmata! Cittadini con patologie croniche che hanno bisogno di controlli periodici per ridurre le riacutizzazioni non trovano posto nelle agende. Se possono, fanno ricorso al privato con perdita di reddito. Ma a questo scopo ricordiamo che se non si trova posto nelle agende pubbliche o convenzionate, la legge prevede che con una annotazione della direzione sanitaria competente sulla ricetta inevasa, si può poi accedere al rimborso d quanto pagato privatamente. Se siamo riusciti a salvare la pelle nell’emergenza, cerchiamo di salvare il portafoglio nella cronicità.
Qui le istruzioni:
https://www.sanita.puglia.it/web/asl-brindisi/cup