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Sanremo è casa – di Carla Graduata

da Cosimo Saracino
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In Italia…Noi siamo più di 59 milioni di abitanti. Viviamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero. Non siamo quasi mai d’accordo su nulla: ci dividono le squadre di calcio, le idee politiche, i gusti musicali. Quando ci incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, nemici, avversari, rivali, ma basta, fra noi, una parola, una frase per ritrovare la nostra infanzia e giovinezza. Una di quelle frasi o parole ci farebbe riconoscere l’uno con l’altro, noi italiani, nel buio di una grotta, fra altri milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro vocabolario, la nostra identità, la nostra casa*.

La nostra parola è “Sanremo”: martedì sera, lo ha confermato più della metà degli italiani, scegliendo di sintonizzarsi sulla prima puntata del Festival con un’audience del 54,7%, (pari solo a quello del 2005), che si confermerà nella seconda puntata!

Mai come quest’anno, abbiamo bisogno di riappropriarci delle nostre abitudini, di quei rituali che ci fanno sentire protetti, tutelati, a casa.

Torniamo a Sanremo come si torna a casa della mamma dopo una sconfitta, una caduta, un dolore. E Sanremo ci riaccoglie sempre uguale a se stesso: troppo “avanti” per gli 80enni che non capiscono il successo dei Maneskin e troppo “indietro” per i giovani che non sanno chi sia Massimo Ranieri.

Lo commenta chi lo segue, chi lo detesta, chi finge di non averlo visto, chi si addormenta e poi si sveglia, chi ogni tanto cambia canale per vedere se Letta si è dimesso (l’anno scorso durante la seconda puntata del Festival, si dimise Zingaretti), ma niente: Letta RESISTE, imperturbabile, a tutti gli urti, proprio come questo Festival di Sanremo che si riscopre antirazzista, ottimista, allegro e arcobaleno.

(*liberamente, ma molto, molto liberamente, tratto da Natalia Ginzburg, Lessico famigliare).

📍CONDUTTRICE – Le Donne

“Le donne mi hanno sempre sorpresa: sono forti, hanno ancora la speranza nel cuore e nell’avvenire”, disse una volta la Grandissima Monica Vitti, venuta a mancare a 90 anni proprio ieri.

Quando parliamo, noi Donne, abbiamo una responsabilità maggiore degli uomini, innanzitutto perché “parliamo” da un numero inferiore di anni e, poi, perché abbiamo ancora, purtroppo, meno spazio di loro.

Per questo, ad ogni Donna che riesce ad occupare uno di quegli spazi, vorrei urlare a squarciagola: “NON SPRECARE L’OCCASIONE: PARLA PER TUTTE NOI, PARLA PER TUTTE NOI!”

Invece ha taciuto la “muta-OrnellaMuti” (cit.) della prima serata, limitandosi a dare i voti agli attori uomini con cui ha lavorato e raccontandoci che suo padre non la voleva fidanzata troppo giovane.

E così, ci ha pensato la dott.ssa Lorena Cesarini a ridare voce alle Donne, parlando per TUTTE NOI!

Lorena è laureata in Storia contemporanea, ha lavorato all’Archivio Centrale dello Stato e poi in un supermercato; proprio lì, leggenda vuole, che abbia incontrato una casting director della Fandango che l’ha scelta per un film di Diego “Zoro” Bianchi. Da allora è attrice.

Lorena (in meravigliosi abiti di Valentino) mitraglia subito l’attenzione del pubblico con parole che colpiscono e affondano. Emozionatissima, romanissima, bassissima teneramente sgraziata e con voce nasale, ci sbatte in faccia la violenza, la banalità e l’inutilità dei pregiudizi e del razzismo che ha subìto solo perché “resta nera”.

Legge “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun e ci ricorda che le parole ingiuste sono pugnali che possono uccidere per sempre.

Grazie Lorena, per la freschezza, la semplicità e l’assenza di “spiegoni”: sì, hai parlato per TUTTE NOI!

(Lo so, non siete tutte d’accordo, ma non potete dirmi che avete preferito la Mut!)

📍SUPEROSPITI

Laura Pausini se n’è andata e non ritorna più…no, no, Laura ritorna sempre. E’ nazionalpopolare all’ennesima potenza, ma è verace, così verace da risultarmi simpatica.

Quando sul palco salgono, accanto a lei, anche Mika e Alessandro Cattelan, la domanda sorge spontanea: quanto dovremo aspettare perché siano loro i nuovi conduttori del Festival di Sanremo?

📍OSPITI

Gaia Girace e Margherita Mazzucco (le due “Amiche Geniali” del libro della Ferrante e della fiction del figlio di Costanzo) calpestano il Teatro Ariston come due piume che sfiorano delicatamente un tavolo di cristallo: sono così pure ed eleganti da aver paura di sporcarle.

Orietta Berti si è vestita da uccello.

Ermal Meta si fa sempre più figo e la canzone dell’anno scorso era bellissima.

Le proposte di inno per le Olimpiadi di Milano – Cortina 2026, cantate da Arisa e Malika Ayane sono allegre come un gatto in tangenziale già scrafazzato da un camion!

📍CANZONI IN GARA

Le canzoni di martedì vanno riascoltate sotto la doccia, in auto, mentre lavate i piatti o sistemate la lavastoviglie.

Quelle di mercoledì sera, invece, ascoltatele in camera da letto, perché se martedì erano tutti proiettati verso il futuro e la rinascita, mercoledì è tutto sesso, amore e cronaca rosa.

1.  SANGIOVANNI

Martedì un finto dissacrante Achille Lauro si era benedetto buttandosi l’acqua addosso, scatenando le ire di Vescovi e preti di mezza Italia (la vera rivoluzione l’ha fatta il comunicato stampa dell’Osservatore Romano!), oggi apre la serata Sangiovanni, figlio di Santamariadefilippi da Mediaset. Il ragazzino ha davvero la faccia da santarello e si è vestito da prima Comunione. Dopo il tunnel della pandemia, rivuole le farfalle nello stomaco e quindi cerca il suo amore. Spaccherà in radio.

2.  GIOVANNI TRUPPI

A Sanremo arriva la poesia, una poesia d’amore che un marito dedica alla compagna, alla figlia (Lucia), al suocero, a sua madre e a tutta la razza sua. Cantautorato napoletano allo stato puro. Ha dieci anni di gavetta alle spalle e si sente.

3.  LE VIBRAZIONI

Qualche anno fa Francesco Sarcina ha diffuso a mezzo stampa la notizia che sua moglie lo aveva tradito con il suo migliore amico, Riccardo Scamarcio, costringendola a cancellarsi da tutti i social per quante offese riceveva. Caro Sarcina, tutti siamo stati traditi (puff!), ma quant’è volgare una reazione del genere? Il tradimento lo vuoi addirittura monetizzare e per questo hai sfornato una cantata rock sul dolore della fine di un amore e sull’importanza di rialzarsi dopo una caduta. Bè, la tua ex moglie si è tanto rialzata che sta per partorire un figlio dal figlio di Massimo Ciavarro ed Eleonora Giorgi: tiè!

4.  EMMA

La voce di Emma graffia, raccontandoci di un ominicchio che le aveva giurato di essere pazzo di lei e poi l’ha lasciata. Come d’incanto sul palco sembrano apparire, accanto ad Emma, Stefano De Martino e Belen Rodriguez che la tradirono in diretta con il benestare di Santamariadefilippi. PS Cara Emma noscia (=nostra), fidati di me, gli uomini perbene esistono, basta smettere di inseguire gli sceriffi e scegliere gli <<occhi buoni>>.

5.  MATTEO ROMANO

Viene da Sanremo Giovani, ma è stato lanciato da TIK TOK. Mi arrivano richieste di aiuti da casa: “Ceteti stu TIK TOK?”. Il pezzo, che scalerà tutte le classifiche, è sentito e risentito, le parole trite e ritrite.

6.  IVA ZANICCHI

Orma è certo: Iva Zanicchi fa sesso (non l’amore!) ogni 13 anni e solo durante la settimana del Festival di Sanremo. Nel 2009 cantò “Ti voglio senza amore” (“Fai quello che ti piace, però non finire presto”), quest’anno canta “Voglio amarti” (“Ho fame anch’io di te”). 

7.  DITONELLAPIAGA CON RETTORE

Ditonellapiaga, ditonelnaso, ditonelleorecchie, ditonel….STOP! Siamo pur sempre candidati a Capitale della Cultura 2024! Niente volgarità!

La Rettore mette il dito nella piaga della morale cattolica (figuriamoci la reazione del Vescovo di Sanremo per il verso sulle suore!) e, completamente rifatta, ci ricorda che se prima il Cobra non era un serpente, oggi “non servono parole per un poco di piacere”. La canzone spacca!

8.  ELISA

Elisa, da sempre, sembra venire da altri mondi ed è da lì che ci incita ad amare la vita e l’Amore. Lieve, poetica, questa canzone sì che mi fa venire i brividi. Bocciato il vestito bianco che le segna i fianchi. 

9.  FABRIZIO MORO

Il verso “Sei tu che mi inietti nel sangue il destino” non è da trascurare.

10. TANANAI

Parentopoli a Sanremo: la canzone gliel’ha scritta Paolo Antonacci, figlio di Biagio Antonacci, nipote di Gianni Morandi. #ètuttounmagnamagna. Stona, ma che sorriso!

11. IRAMA

L’anno scorso è risultato positivo al Covid, quest’anno è negativo. Ma negativo proprio, addirittura intrappolato nella tela di un ragno.

12. AKA 7EVEN

Questa canzonetta è stata scritta a sei (sei!) mani. So che questo è sacrilegio per una marea di giovani ascoltatori, ma come mi ha detto qualcuno… “T’ha fatta vecchia!”, ed è vero!

13. HIGHSNOB E HU

Sembrano i cugini meno famosi e meno riusciti dei “Coma-Cose” dell’anno scorso. Li ascolteremo ancora.

📍CLASSIFICA UFFICIALE

Mercoledì la Giuria di 150 giornalisti accreditati tra carta stampata, radio e web ha votato così per i 13 cantanti in gara:

3 posto: Ditonellapiaga e Rettore

2 posto: Emma

1 posto: Elisa

Quindi, la CLASSIFICA PROVVISORIA DELLA GIURIA DEI GIORNALISTI per le due serate è

3 posto: La Rappresentante di Lista

2 posto: Mahmood e Blanco

1 posto: Elisa

📍MENZIONE D’ONORE

Ai comici, ai saltimbanco, ai simpatici, agli allegri, a quelli con la battuta sempre pronta, agli ironici e agli autoironici, la menzione d’onore è tutta per voi.  

“Adoro far ridere, mi piace fare la buffona, il pagliaccio. Mica per ragioni altruistiche: è che quando gli altri ridono è liberatorio anche per me, sto meglio anche io” disse qualche tempo fa l’ineguagliabile Monica Vitti.

E nella rasserenante cornice sanremese, mentre fuori nessuno osa toccare Draghi, ecco martedì il guizzo di Fiorello che lo pungola ricordandoci che Mario era pronto a fare il Presidente della Repubblica e “…aveva già preparato il discorso a “banche unificate”!”.

Mercoledì tocca a Checco Zalone.

So già che non è piaciuto a tutti (soprattutto la prima esibizione), ma io ho riso tanto, tantissimo.

Ci sono tanti modi per mandare messaggi su argomenti divisivi come il razzismo, le disuguaglianze, la differenza di genere. Durante la seconda puntata di Sanremo abbiamo assaggiato lo stile serio ma non retorico di Lorena Cesarini e l’irriverenza sarcastica di Checco Zalone che con la storia di Fiorenza, la Fata di Cosenza ed il “foro” di competenza ha irriso i luoghi comuni e l’ipocrisia dell’italiano medio.

Poi si è finto cantante rapper (“Ragadi”) e ha cantato un’esilarante “Poco ricco” (Fedez?).

Si è superato nei panni di Oronzo Carrisi, cugino di Albano, figlio della zia di Albano, medico del macellaio di Albano, virologo, che ha giurato “su Ippocrate” che “Tutti i virologi devono essere in disaccordo tra di loro” ed ha cantato, con il CoroVirus, “Pandemia ora vai via”, diretto da Beppe Virussicchio.

Alla fine della seconda serata, vorrei avere due piccoli Fiorello e Zalone in tasca, da tirar fuori nei momenti di sconforto.

📍MENZIONE D’ONORE DA CASA

Oggi la menzione d’onore da casa va a Carlotta che, senza troppi giri di parole, ha decretato: “Zia, non si può leggere un articolo così lungo! Ci vuole sintesi!”, invitandomi a fare un commento su TIK TOK di 15 secondi. In 15 secondi su TIK TOK potrei solo dire: “Ciao mamma, guarda come mi diverto!”.

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📍Prima di chiudere: “Non posso far finta di niente 2 – la vendetta!”

Mesagne è tra le dieci finaliste del titolo CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2024, ma il pugliese Checco Zalone, durante le sue esibizioni, ha citato solo Capurso e Cellino San Marco, dimenticando Mesagne: lesa maestà!

Si sarà offeso perché abbiamo nominato chiunque come “testimonial di Mesagne”, tranne Lui?

A domani.

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1 commento

Maria giovedì, 3 Febbraio 2022 - 10:43

Carla Graduata ha una verve straordinaria, una penna leggera e caustica al tempo stesso. Ci costringe a vedere Sanremo per essere preparati a leggerla.
Straordinaria!

Commenti chiusi.

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