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SE BASTAN 4 STUDENTI…

da Cosimo Saracino
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Il rifiuto di fare la prova orale agli esami di Stato di quattro o forse cinque (4 o 5!) studenti mi spingono a delle considerazioni personali su cosa le reazioni che ne sono seguite hanno svelato dell’Italia. Quattro o forse cinque (4 o 5!) studenti i quali – sugli oltre 500mila che hanno affrontato l’Esame di Stato nel 2025 – hanno scelto, senza infrangere la legge ma “solo” rinunciando a “giocarsi” 20 punti altri per il loro voto finale, di non svolgere l’esame orale per protesta, si legge nelle loro motivazioni, contro un sistema di valutazione che riduce lo studente a un numero.

Sul problema che pongono ci sarebbe tantissimo da dire e avendo passato oltre quarant’anni nella scuola qualche idea me la sono pure fatta ma della vicenda mi colpisce ben altro. È bastata la protesta, per quanto plateale, di un numero infinitesimale di ragazzi per non solo far reagire il Ministro in persona che ha subito promesso una rinnovata normativa che impedisca ciò che finora è permesso dalla legge (i ragazzi ribadisco – si plachino i moralisti – non hanno violato nessuna norma) ma anche tutto il dibattito che hanno scatenato e le riflessioni che sono riusciti a suscitare.
Ci troviamo di fronte ad un “Sistema Italia” (non solo Scuola) fragilissimo, totalmente allergico ad ogni obiezione di coscienza e che per difendersi e perpetuarsi non trova di meglio (come accadrà nello specifico per i prossimi Esami di Stato e come è già dolorosamente accaduto con la stretta securitaria del Decreto Sicurezza) che mantenere uno status quo immodificabile, chiudendosi ad ogni possibile confronto per il miglioramento e soprattutto punendo – col consenso dei benpensanti – ogni forma di obiezione.

Ma se è vero che la vicenda ha evidenziato questa fragilità, visto che è bastato un “battito d’ali” a irritare il Governo e inondare di commenti l’opinione pubblica, mi pare siano anche significative e allarmanti altre due tristi verità forse meno gradite alla area di riferimento culturale cui appartengo e che la scelta di questi ragazzi scoperchia in modo evidente.
Questi quattro o cinque studenti hanno testimoniato al mondo adulto cosa serve per rendere non solo efficace ma anche autentica una protesta: agire “non solo per sé stessi” e “pagare” di persona. Nell’amplissima ed eterogena area chiamiamola (mi perdonino i “modernisti” se uso un termine arcaico) di sinistra o progressista, la prima si fa poco e la seconda quasi per niente. Questi studenti lasceranno le Superiori e quindi protestano per un sistema di valutazione che non li riguarderà in futuro ma che loro ritengono ingiusto per chi verrà dopo di loro, mostrando una generosità insolita in una epoca dove ogni deve salvare se stesso. Inoltre, non facendo l’esame orale, hanno rinunciato ad altri 20 punti potenziali per “sistemarsi” il voto di maturità che, anche se fossero andati malissimo, sarebbe stato più alto di quello che hanno preso. E chi ha, o avuto, figli nel mondo della scuola o gli stessi operatori sanno bene quanto il “voto” sia considerato esageratamente prezioso fino a volte a fare cose “sconsiderate”.

Non sono solo io a constatare che tra gli adulti “progressisti” protestare è stato man mano giudicato inutile se non addirittura dannoso, ancor più quando non sono in gioco interessi propri e si tratta di farlo per i diritti altrui. Sono così scivolati in un qualunquismo di massa milioni di persone di squisita formazione culturale, democratica e con un curriculum di studi elevatissimo. Ma ancor peggio, quando pure la protesta c’è stata, non doveva toccare i “propri” interessi: protestare sì ma senza pagare di persona. Dal prezzo più basso (la trattenuta di una giornata in caso di sciopero) a quello più alto. E qui non avrei spazio per descrivere quante possibilità ci sono di “vendere” parti – se non tutta – della propria libertà di coscienza al potere del denaro, della carriera, degli incarichi, delle ambizioni.

Tutto ciò ha reso questo amplissimo popolo (che non smette di sbraitare contro la “politica”) sostanzialmente sterile e incapace di una qualsiasi modifica dello stato delle cose ed essere – paradossalmente – il miglior deterrente contro ogni cambiamento. Questi quattro o cinque studenti invece hanno protestato per un futuro non loro e pagando di persona prendendosi in cambio lezioni di ortodossia da Ministri e Commentatori ma hanno ritenuto, in coscienza, che questo prezzo andava pagato.
E noi altri adulti non abbiamo tantissimo da imparare da questo esempio così infinitesimale ma che però è diventato così dirompente?
Mesagne, 17 luglio 2025
Giancarlo Canuto

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