Le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dalla “M”, negli scorsi giorni, non possono lasciarci indifferenti; nelle stesse, infatti, viene delineato un sistema di welfare mesagnese completamente abbandonato a se stesso, dove chiaro è il sospetto che, all’interno dello stesso servizio, vigano ancora pratiche clientelari diffuse e sistematiche.
È quanto emerge infatti dal “J’accuse” fatto dal neonato movimento politico in merito alla presunta incapacità dell’assessore Catanzaro, di gestire in modo trasparente i servizi sociali della nostra città. In estrema sintesi si rappresenta un sistema distorto, iniquo ed inefficiente dal punto di vista funzionale e distributivo, centrato su erogazioni di prestazioni monetarie e di servizi ai cittadini del tutto arbitrarie e discrezionali. L’accusa diventa più diretta quando si fa riferimento ai “contributi straordinari”, ossia alle somme di denaro contante assegnate a cittadini in stato di bisogno; Tale assegnazione di denaro, a giudizio degli aderenti al movimento, sarebbe stata lasciata negli anni, “…ad esclusiva discrezionalità dell’Assessore di turno, con ovvie preoccupazioni in ordine a possibili ipotesi di clientelismo.. senza che a supporto di questa spesa vi fossero emergenze sociali in grado di giustificarla..”. Tale pratica malsana, che, stando a quanto riferito, si sia interrotta solo per il I° semestre 2016, sembra essere ripresa dal luglio 2016.
Accuse molto gravi quelle mosse dalla “M” che, a nostro giudizio, non possono essere liquidate con una semplice nota stampa. Tale vicenda pone, infatti, degli importanti interrogativi ai quali sarebbe doveroso avere delle risposte, in primis, da parte dell’amministrazione comunale: 1) Se la giunta Molfetta(in particolare il Sindaco e l’assessore di riferimento), ha avuto il legittimo sospetto che l’erogazione di contributi straordinari, fosse stata fatta in modo scriteriato e allegro durante l’ultima campagna elettorale, perché non ha prontamente sollevato la questione dinanzi alle competenti autorità giudiziarie per i dovuti accertamenti del caso? come potrebbe e dovrebbe farlo anche, chi, oggi, con dati alla mano, sostiene che vi sia una ripresa di elargizioni di denaro troppo “generose”; 2) ed infine perché non ci si è impegnati, con tempestività, nell’adozione di un regolamento ad hoc che dettasse criteri, principi oggettivi ed imparziali per le concessioni dei “contributi straordinari” piuttosto che limitarsi alla sola visita domiciliare (anche questa guidata da quali criteri?) per verificare il reale stato di difficoltà dei richiedenti?
Se si vuole veramente debellare il fenomeno del clientelismo, dello sperpero di denaro pubblico, per finalità tutt’altro che nobili, a nostro avviso, bisogna passare dalle parole ai fatti e dunque adottare tutte quelle azioni e buone prassi che si rivelano necessarie per tutelare la dignità di quei cittadini che realmente versano in condizioni di disagio economico, ma allo stesso tempo il diritto alla legalità di tutti gli altri cittadini mesagnesi che con fatica versano le proprie tasse nelle casse comunali e che pretendono dunque una corretta erogazione dei servizi.
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