Riceviamo e pubblichiamo: Con l’avvicinarsi della festa patronale della Madonna del Carmine a Mesagne, come ogni anno, emergono polemiche e malcontento da parte di una buona fetta della cittadinanza per il consueto appuntamento con i fuochi pirotecnici.
Perché se ne parla tanto?
I fuochi d’artificio sono tradizionalmente uno dei momenti più attesi di qualsiasi celebrazione patronale, un’occasione studiata per invitare le persone a riunirsi in punti specifici della città o su scenari suggestivi, per esempio il mare, dove disponibile.
Nell’ideale, sarebbe bello poter ammirare insieme lo spettacolo e approfittare del momento per esprimere desideri per un futuro migliore, specialmente in tempi difficili come questo, in cui il desiderio collettivo sembra essere quello di porre fine alle guerre nel mondo. Tuttavia, ciò che dovrebbe essere un momento di svago e riflessione è reso meno piacevole dai fragorosi e continui botti che accompagnano queste magnifiche scenografie: rumori che spaventano anziani, bambini e soprattutto animali.
Gli animali, privi della consapevolezza degli esseri umani, sperimentano vere e proprie crisi di terrore che possono sfociare in reazioni imprevedibili: dai comportamenti ansiosi alla fuga, soprattutto per i cani randagi o domestici che si trovano in aree rurali o nei dintorni delle città. Anche l’ambiente subisce ripercussioni negative: i fuochi tradizionali rilasciano sostanze inquinanti nell’aria e nell’acqua, contribuendo al degrado ambientale e mettendo a rischio gli ecosistemi più vulnerabili.
Il COBRIASS (Coordinamento Provinciale delle Associazioni Animaliste e Ambientaliste della Provincia di Brindisi) ha più volte richiesto un confronto su questa tematica, interpellando parroci e comitati organizzativi delle feste patronali. Nonostante ciò, si fatica ancora a vedere un’accettazione unanime del cambiamento. In un contesto storico caratterizzato dall’attenzione crescente verso temi ambientali, tanto nei dibattiti politici quanto nelle discussioni tra cittadini, permane una certa resistenza: per alcuni la tradizione dei botti rumorosi sembra prevalere sul rispetto per il pianeta e gli esseri viventi che lo abitano. La proposta che avanziamo è quella di puntare sull’innovazione: mantenere lo spettacolo luminoso ma optare per fuochi silenziosi (o quasi), accompagnati eventualmente da una colonna sonora musicale. Questo compromesso rappresenterebbe un passo avanti significativo per non scontentare nessuno e inviare un messaggio di rispetto verso l’ambiente e la comunità. Gli animali – che non chiedono altro che un po’ di serenità – ve ne sarebbero grati. Va detto che diversi comuni della nostra regione hanno già accolto con successo questa soluzione innovativa, con il supporto e l’approvazione dei rispettivi vescovi. Un segnale positivo che spinge affinché questi esempi vengano presi in considerazione anche altrove. Pertanto, la nostra richiesta è che ogni futuro contratto con le ditte specializzate tenga conto delle esigenze della comunità nel suo insieme: se la festa riguarda tutta la città, allora tutti i cittadini – inclusi coloro che convivono con uno o più animali – meritano di vedere rispecchiati i propri bisogni. Ci auguriamo che questa lettera stimoli una riflessione condivisa, portando chiunque si occupi dell’organizzazione dei fuochi d’artificio a considerare la possibilità di intervenire in modo più inclusivo già dalle prossime manifestazioni. Un appello alle amministrazioni locali, provinciali e ai comitati organizzatori, affinché la festa patronale possa davvero essere un momento gioioso e rispettoso per tutti.