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Sul “Rinascimento” di Mesagne – di Cosimo Faggiano

da Cosimo Saracino
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Fa indubbiamente piacere leggere spesso, anche sulla stampa nazionale, l’esaltazione del cosiddetto “Miracolo Mesagne: da Capitale della SCU a capitale della cultura”, ma soprattutto fa piacere sapere che la nostra Città, possa essere riferimento e modello, per le tante Città, soprattutto nel Sud, ma non solo, ancora preda e vittime dei poteri criminali e mafiosi.

Meritati i riconoscimenti per la Città, che però solo nella storia vissuta, si può evidenziare, quanto lungo e faticoso sia stato il cammino, di oltre trenta anni d’impegno coraggioso, che Tanti (non tutti), hanno profuso, per traguardare la legalità e serenità cittadina.

Le conquiste della storia non accadono mai per caso né per miracolo. Se quegli anni, hanno inciso in maniera così rilevante sul destino di un territorio, allora sarebbe importante che in ogni occasione che ci viene offerta, quella storia di impegno coraggioso della Città, fosse ricordata e perché no, anche con i nomi dei tanti protagonisti, per avviare finalmente una vera e seria riflessione, che possa diventare occasione di conoscenza e studio per le nuove generazioni, e modello amministrativo per altri.

Una storia di straordinario impegno unitario, che finalmente vede alla testa la Politica e le Istituzioni, le Amministrazioni Comunali, con Sindaci, Giunta e Consiglio Comunale, la Chiesa Cittadina (guidata dal compianto Don Angelo Argentiero), i Partiti (allora esistevano), le Forze Sociali e le Associazioni, con le Forze dell’Ordine e la Magistratura. Tutti insieme hanno lottato, allora sì con vero coraggio e partecipazione diretta, per riconquistare la libertà e la vivibilità, per tutti i Cittadini e per quanti oggi ne godono, esaltando Mesagne e le sue bellezze.

In quegli anni, dalla fine degli anni Ottanta ai giorni nostri, in Tanti (non tutti) hanno lottato, mettendo a rischio la propria vita e quella della propria famiglia, perché la Città uscisse da quel lungo e buio inverno. Un inverno che davvero impediva di vivere, obbligando i Cittadini a un interminabile “lock down”, conseguente alla “pandemia criminale” che aveva infestato le zone nevralgiche della Città, il Centro Storico, Porta Grande, Porta Piccola, la Villa Comunale (con le luci spente). Esisteva nei fatti, un coprifuoco che iniziava la sera, al calare delle prime tenebre.

Pensate a cosa poteva essere il Centro Storico diroccato e puntellato in tutte le strade, senza alcuna luce, con gli abitanti scappati via, in seguito ai sommovimenti del terreno dovuto alle falde superficiali, ma anche per la diffusa e voluta convinzione, che quella parte di Città era irrecuperabile e senza storia, mentre restava solo una presenza criminale evidente ed alcuni coraggiosi Commercianti.

Provate a immaginare la Città, con la Chiesa Madre chiusa, Piazza Orsini non fruibile, il Castello chiuso e impraticabile, senza una sede per iniziative pubbliche, senza auditorium, senza teatro Comunale, con le scuole fatiscenti, molte situate in locali in affitto a malapena arrangiati. Pensate a interi quartieri privi dei servizi essenziali (luce, acqua, fogna) oltre al Centro Storico, Grutti, Paisiello. Una urbanistica cittadina, senza regole, con abusivismo diffuso, favorito dall’assenza di un piano regolatore.

Nel frattempo, l’espansione criminale cresceva e la guerra per bande assaliva la Città. In poco più di un anno, (tra 88-89) dodici omicidi e cinque sventati omicidi, attentati, bombe che scoppiavano, rapine da film, con la Città impaurita e senza alcuna difesa, sia istituzionale, che delle forze dell’ordine e della magistratura. Una caserma piccola con quattro (dico quattro) Carabinieri e un Maresciallo che non vedeva l’ora di andare in pensione. Non esisteva il Commissariato P.S. e anche i Vigili Urbani erano sottorganico, comunque tutti impreparati, alla nuova dimensione di dominante arroganza criminale. Questa era Mesagne in quegli anni.

Comincia in queste condizioni, la consapevolezza, la necessità, la storia di quel cammino virtuoso, teso alla riconquista della Città. Comincia da allora, la volontà delle forze politiche di essere artefici e protagoniste dell’impegno necessario per sconfiggere quella criminalità, finalizzando a questo la loro azione amministrativa, e individuando Amministratori capaci e coraggiosi.

Erano anni non esaltanti dal punto di vista amministrativo, ma pur tra insufficienze, limiti e difficoltà, la Politica era ancora partecipata e vissuta intensamente. Ognuno di noi in quel contesto, era portatore di ideali e valori, che tendeva ad affermare e difendere, anche con scontri accesi, senza per questo, rinunciare al rispetto umano ed istituzionale dovuto, come purtroppo, sempre più spesso, accade in tempi recenti.

Le continue crisi politiche amministrative determinavano nella Città, una vera emergenza, non solo politica, ma anche sociale, civile, economica, culturale, di diffusa illegalità e di emergente criminalità organizzata.

La consapevolezza di quella insostenibile situazione spinse i nostri partiti, DC e PCI, soprattutto i dirigenti più giovani, ad una profonda riflessione, sulla necessità di una rottura netta della contrapposizione ideologica che ci caratterizzava, per realizzare insieme, il necessario e profondo cambiamento, del governo cittadino.

Avvenne così, che la responsabilità, il coraggio, la visione del futuro dei due Partiti, che fino ad allora erano stati “fieri avversari”, determinò una svolta politica impensabile per quei tempi, con la costituzione della cosiddetta “Giunta Anomala” DC-PCI.

Fu quella scelta a determinare l’inizio, di una nuova stagione politico amministrativa per Mesagne.

Era l’inizio della svolta, l’avvio della rinascita della Città e di un percorso di riscatto culturale, sociale, economico, urbanistico, e soprattutto, di legalità, sostanziata da una lotta determinata, contro la criminalità organizzata, la cui presenza inquietante, condizionava e soffocava ormai la Città.

Dissidi interni alla DC, misero in crisi quella Giunta, che pure in poco più di tre anni, aveva prodotto una feconda azione amministrativa, che registrava peraltro, un forte consenso popolare. Allora come PCI, consapevoli della nostra responsabilità nei confronti della Città, optammo per le elezioni amministrative.

Impostammo le elezioni secondo la nuova legge in corso di approvazione, indicando candidato Sindaco, proposta di Giunta di centrosinistra e programma amministrativo, in continuità con gli obiettivi già individuati.

Riportammo un ottimo successo, fui eletto Sindaco e insieme alla Giunta, potemmo proseguire nell’opera iniziata, con una battaglia senza tregua alla criminalità, decidendo anche la costituzione di parte Civile del Comune, mai fino ad allora utilizzata, investendo le poche risorse disponibili, sulla Cultura e su manifestazioni artistiche, finalizzate anche alla valorizzazione dei talenti locali.

Vi invito a leggere, il programma elettorale con cui Franco Damiano, che mi succedeva come Sindaco, pose la Cultura al centro della azione Amministrativa, scontando anche una scettica irrisione che veniva dalla destra (con la cultura non si mangia). La continuità della azione amministrativa, con i Sindaci che si sono succeduti, ha creato le condizioni perché oggi Mesagne, possa gloriarsi anche come finalista nazionale, del titolo di Capitale della Cultura regionale.

Questa premessa è utile per recuperare, per far conoscere, la Storia completa della nostra Città, che non è fatta solo di legalità ritrovata, ma anche di Storia millenaria ritrovata, i cui tesori, sempre quei Sindaci coraggiosi, hanno portato alla luce, restituendo non solo alla Città ma alla fruibilità di un intero territorio, tesori e monumenti inimmaginabili. Il recupero e la valorizzazione di tutta la nostra Storia, anche questo è stato il frutto di uno straordinario impegno (miracolo), di questi trenta anni

Così il Centro Storico, nella sua recuperata dimensione culturale, urbanistica, architettonica e monumentale, è tornato a diventare terreno privilegiato di investimenti economici, commerciali e in prevalenza enogastronomici, di iniziative culturali amministrative, grazie alla significativa presenza dell’Associazionismo. Ormai, i tanti visitatori che affollano la nostra Città, soprattutto nei periodi estivi, fanno di Mesagne una meta turistica apprezzata e ricercata. Un valore incommensurabile certamente, su cui lavorare ancora con impegno, per rendere in prospettiva futura, stabile e duratura tale condizione.

Questa è la nostra Storia, da preservare e difendere sempre per il futuro. Godiamo dei riconoscimenti e   dei ripetuti apprezzamenti, rivolti alla Città e ai protagonisti e fruitori attuali di questa invidiabile eredità, ma senza ubriacarci di immagine, di lodi sperticate, di rincorsa alla visibilità regionale e nazionale, alla ricerca di medaglie e lustrini, che ammantano di eroismo non vissuto, la nostra immagine.

Ricordare, fare memoria collettiva, è un dovere civico che serve a difendere e tutelare, la riconquistata libertà e vivibilità cittadina, serve per continuare ad amministrare garantendo la legalità in ogni suo aspetto, serve guardare ai quartieri periferici, dove spesso si annidano sacche di fragilità sociale pericolosa, serve intervenire con un welfare di sostegno ove necessario, serve pensare al futuro urbanistico con un progetto per la Città che vogliamo, serve rilanciare insieme al turismo e alle attività commerciali, l’economia e lo sviluppo della agricoltura, dell’artigianato, con strutture e facilitazione nei servizi. Tutto questo produce Cultura e Legalità.

È sempre importante, la capacità di risposta e i comportamenti delle Istituzioni, l’unità di intenti con le forze dell’ordine e con la Magistratura, la capacità di prevenire, affrontare, sconfiggere, ogni tentativo, se mai ci fosse, di infiltrarsi o di rimettere le mani sulla Città. Capacità e impegno instancabile, per il governo e la conoscenza del territorio, capacità di lettura dei fenomeni emergenti in tutti i campi della vita cittadina. Essere insomma, presidio permanente di legalità.

Un impegno amministrativo considerevole, per oggi e per il futuro governo della Città, che fra non molto, saremo chiamati ad eleggere. Tutto questo, per non dimenticare la storia, e per aspirare ad essere, oltre che della Cultura, Capitale della Legalità. Cosimo Faggiano

 

 

 

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