Home Dal Territorio Tamponi per chi proviene dalla Cina, il prof. mesagnese Pier Luigi Lopalco parla di “Strabismo geopolitico”

Tamponi per chi proviene dalla Cina, il prof. mesagnese Pier Luigi Lopalco parla di “Strabismo geopolitico”

da Redazione
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Quasi tutti gli stati Europei guardano con preoccupazione cosa succede in Cina. Eppure l’ECDC ha appena dichiarato che le varianti che circolano in quel Paese sono le stesse che circolano in Europa. Gettando così un’abbondante secchiata d’acqua sul fuoco.
Perché dunque imporre a TUTTI i passeggeri che arrivano dalla Cina un tampone obbligatorio? Avrebbe senso se tutti i risultati positivi venissero sottoposti a sequenziamento per monitorare le varianti virali. Ma questo non è. Allo stato dei fatti, dunque, questa misura serve solo a creare disservizi, spese, problemi logistici (dove mandiamo i passeggeri non residenti in Italia che risultano positivi?) e tensioni geopolitiche.
Si potrebbe dire: chi di spada ferisce di spada perisce. La Cina fino ad oggi ha imposto una ferrea politica di controlli all’ingresso che praticamente rendevano impossibile visitare il Paese. Ma come si è dimostrata totalmente inefficace questa misura per tenere il virus lontano dalla Cina, altrettanto lo è in senso contrario.
Ma perché parlo di strabismo? Semplice, perché lo sguardo di tutti volto ad Est ci fa perdere di vista quello che succede ad Ovest. Quanti sono gli italiani che hanno passato, come da tradizione, le vacanze di Natale negli USA? Natale a New York, un classico. Quanti di questi si sono trovati a tossire febbricitanti al rientro in Patria? Non lo sappiamo. Ma, vi garantisco, non saranno pochi.
Sia ben chiaro, non voglio assolutamente prendere le difese del governo cinese che sul controllo pandemico ha commesso tutti gli errori che si potevano commettere. Ma sbagliamo anche noi, ad esempio, se non osserviamo attentamente cosa accade al di là dell’Oceano, dove pure il controllo della pandemia non è stato dei migliori.
In queste ultime settimane, ad esempio, nel nord-est degli USA si sta espandendo una sotto-variante omicron, la XBB.1.5, che è anche responsabile di un forte aumento di ospedalizzazioni. Una variante tutta americana che è ormai abbondantemente sbarcata in Europa e che porterà anche da noi un importante picco di casi.
Cerchiamo dunque di tenere, una volta per tutte, la politica lontana dalle scelte sul controllo pandemico e facciamo con fermezza quelle poche cose che ha senso fare in questa fase della diffusione virale: 1) monitorare l’insorgenza di nuove varianti per mettere a punto – se necessarie – nuove versioni dei vaccini a disposizione; 2) insistere con i richiami vaccinali che sono l’unica difesa contro le forme gravi di malattia. Tutte le risorse disponibili devono essere indirizzate su questi due fronti. Altre misure estemporanee servono solo a distrarre lo sguardo dai problemi veri.

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