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Torre Guaceto: al via i lavori per il riuso in agricoltura delle acque reflue

da Redazione
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Sono partiti i lavori per la realizzazione dell’impianto che permetterà di utilizzare i reflui provenienti dal depuratore consortile di Carovigno per l’irrigazione dei campi coltivati dell’area protetta. Il progetto del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto farà bene alla natura e agli agricoltori. 

“Dopo tanto lavoro ed un costante e corale impegno istituzionale, oggi vediamo l’avvio di un progetto strutturale di valenza epocale che ci permetterà di tutelare radicalmente la nostra Torre Guaceto – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Gestione dell’area protetta, Rocky Malatesta -, senza limitazioni per nessuno, al contrario, sostenendo in maniera tangibile gli attori del mondo agricolo che operano all’interno della nostra riserva. Ringraziamo per questo straordinario traguardo raggiunto la dirigenza di Acquedotto pugliese, gli assessorati regionali all’Ambiente, all’Agricoltura e anche l’Autorità di gestione della Regione Puglia, per aver consentito di compiere l’ultimo decisivo passo prima dell’affidamento dei lavori”. 

Il progetto. Redatto dall’Ente Parco e finanziato dalla Regione Puglia, il piano prevede la realizzazione di una vasca di accumulo delle acque reflue e di un impianto di distribuzione che si estenderà per circa 17,5 chilometri. La vasca sarà collegata al sistema di affinamento già realizzato da AQP, nell’ambito della struttura consortile di Carovigno per la depurazione dei reflui, e che sarà attivato nell’ambito della messa in funzione dell’impianto per il riuso. I lavori si concluderanno entro l’ottobre 2025. 

Le ragioni del progetto. Il massiccio utilizzo delle acque di falda per l’irrigazione dei campi agricoli della riserva mediante pozzi ha provocato una diminuzione dell’acqua dolce sotterranea e conseguente aumento della salinità della stessa. L’impennata del cuneo salino sta danneggiando la salute degli habitat naturali, sottraendo risorse alla fauna selvatica e minacciando la biodiversità. 

L’effetto positivo del progetto. Il reimpiego della risorsa idrica affinata produce il beneficio ambientale legato al non scarico delle acque trattate, e, soprattutto, consente di limitare l’eccessivo stress della falda acquifera. Ad oggi sono ben 22 i pozzi attivi nella riserva (l’area protetta terrestre si estende per circa 1.114 ettari dei quali circa il 70 percento è occupato da terreni agricoli) che, con la realizzazione degli interventi in progetto, verrebbero impiegati solo in parte e o per eventuali irrigazioni di soccorso. Il riuso permetterà quindi di: ridurre la quantità degli scarichi di reflui a mare, aumentando così la qualità dell’ambiente marino-costiero e lo sviluppo di flora e fauna; con la riduzione degli emungimenti dalla falda, questa avrà modo di ricaricarsi naturalmente di acqua dolce, verrà limitata l’intrusione salina provocata dall’utilizzo dei pozzi, si metterà un freno al fenomeno di sodicizzazione dei terreni provocato dall’emungimento. 

“Questo nuovo impianto – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani -, darà un apporto concreto tanto alla tutela della riserva di Torre Guaceto, quanto al comparto agricolo. Stiamo patendo le conseguenze dei cambiamenti climatici, una delle tante implicazioni è la siccità. Il Piano di riuso risponderà alla necessità di proteggere il Parco che il mondo ci invidia e sarà il perfetto esempio di quanto di buono si possa fare per la natura e gli operatori economici quando si realizzano progetti di economia circolare. Con questo progetto si tutela la risorsa idrica sotterranea della Puglia e si sostiene l’agricoltura”. 

“Siamo orgogliosi di questa collaborazione con il Consorzio di gestione della Riserva naturale di Torre Guaceto – ha affermato la direttrice di AQP, Francesca Portincasa-, Il riutilizzo delle acque affinate provenienti dal depuratore di Carovigno per l’irrigazione dei suoli agricoli in un’area così particolare dal punto di vista ambientale, rappresenta un significativo passo in avanti nella tutela e valorizzazione della risorsa idrica, ogni giorno più preziosa, e nel caso specifico un’adeguata soluzione contro lo stress a cui è sottoposta la falda acquifera oltre che un’ulteriore impulso alla promozione delle varietà naturali del territorio. Questa sinergia tra AQP e Riserva di Torre Guaceto è un mirabile esempio di economia circolare, da potenziare ed estendere in ogni possibile contesto, perché rappresenta la nuova frontiera nella difficile partita contro gli effetti negativi del cambiamento climatico”. 

La tecnologia al servizio della natura.Contestualmente prenderà forma il progetto Universwater, finanziato nell’ambito del programma Horizon dell’Unione Europea, che ha come partner l’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR-IRSA, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, due imprese ad elevato contenuto tecnologico quali Sys-Man e Planetek e AQP, che punta allo sviluppo di una piattaforma tecnologica per il supporto alla gestione delle risorse idriche in agricoltura, da validare in 3 casi-studio a scala reale, di cui uno in Italia: a Torre Guaceto. 

Nell’area protetta, Universwater è focalizzato sulla mitigazione del rischio di salinizzazione mediante l’utilizzo integrato di acque convenzionali di falda e acque reflue depurate, e sulla protezione della riserva dagli inquinanti potenzialmente connessi alle attività agricole. Nel corso delle attività saranno monitorati gli effetti dell’utilizzo di acque reflue affinate provenienti dall’impianto di depurazione su suolo e colture (vite da vino, olivo, colture orticole) e sull’ambiente circostante. 

La piattaforma integrerà informazioni provenienti da fonti diverse, comprese rilevazioni satellitari, monitoraggio geofisico del suolo, caratterizzazioni puntuali del terreno e delle acque con l’utilizzo di sensoristica e strumenti prototipali. I dati ottenuti verranno integrati, elaborati ed utilizzati per sviluppare uno strumento di supporto alle decisioni in grado di ottimizzare l’utilizzo delle risorse e la produttività delle attività agricole in un contesto di sostenibilità ambientale. 

Non solo, sarà condotta la sperimentazione di un sistema in grado di monitorare il reale fabbisogno idrico dei campi agricoli e determinare come e quando questo necessita di irrigazione aggiuntiva, permettendo un’assoluta riduzione dello sfruttamento delle risorse.

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