Spett.le Redazione,
sono una malata oncologica. Si tratta di un tumore neuroendocrino attecchito sul surrene sinistro. Ho affrontato un primo intervento nel 2009 con asportazione del surrene. Malgrado ciò, si è ripresentato con una recidiva maligna nel 2020.
Per questa tipologia di tumore non è possibile fare la chemio, ma solo un particolare tipo di radioterapia non ripetibile, chiamata stereotassica. Ne ho effettuate sei sedute, ma senza risultati. Alla fine ho dovuto sottopormi a un intervento presso il Miulli, nel reparto di chirurgia mininvasiva epatobiliare.
L’operazione è stata molto complessa, poiché i linfonodi erano situati posteriormente all’aorta addominale e all’arteria renale. Il prof. Memeo, che ringrazierò per tutta la vita, è stato semplicemente straordinario.
È inutile dire che con questa malattia dovrò convivere finché avrò vita. Sono passata da un’invalidità del 100% a una dell’80%, come se le mie condizioni fossero migliorate, quando in realtà non è così.
Eseguo controlli periodici, tra cui un marcatore tumorale chiamato cromogranina A. Questo esame, in passato a pagamento, dall’ultimo controllo oncologico mi è stato comunicato che ora è mutuabile. Peccato però che non sia possibile effettuarlo presso strutture pubbliche come, ad esempio, gli ospedali di Mesagne e Francavilla Fontana.
Ho contattato i singoli laboratori e tutti mi hanno confermato che non effettuano questo esame, senza spiegarmi il motivo. Per fortuna, come ogni volta, avevo già prenotato i miei esami presso Mardighian, che lo esegue, ma solo a pagamento.
Sessanta euro in più o in meno possono non sembrare una grande cifra, ma per alcune persone rappresentano una spesa significativa! Mi chiedo: perché rendere mutuabile un esame e poi non attrezzare le strutture pubbliche per fornirlo? Allora davvero la cura è riservata a pochi?!
Non si tratta di un semplice emocromo, ma di un esame che consente prevenzione e diagnosi di uno dei tumori più rari al mondo. Sarebbe opportuno chiedere ai nostri esponenti politici il perché di tutto ciò. Grazie per l’attenzione. Piera