Home Cultura “Una canzone per Santiago”, mercoledì 7 ottobre al Salento Fun Park

“Una canzone per Santiago”, mercoledì 7 ottobre al Salento Fun Park

da Cosimo Saracino
3 commenti 174 visite

Un viaggio nella cosmogonia, nella spiritualità, nella quotidianità e nelle vicissitudini politiche del popolo Mapuche. In questo concerto acustico di cantautorato e poesia non ci sono dei ruoli statici, testo e musica si fondono alternandosi con momenti teatralizzati pur non perdendo mai di vista la centralità della lotta anticapitalista e delle vicende umane che la compongono.

Oggigiorno qualsiasi notizia anche la più cruenta ci scorre davanti aglio occhi senza lasciar traccia, L’obbiettivo di questo spettacolo è quello di riumanizzare le notizie, i comunicati, le campagne di solidarietà, attraverso i volti, le voci, le speranze e i sogni dei tanti martiri della resistenza Mapuche, sono ESSERI UMANI!!

LA RESISTENZA DEL POPOLO MAPUCHE:

Perché mobilitarsi, spendendo energie mentali, fisiche e talvolta economiche per una popolazione distante migliaia di chilometri dal punto di vista geografico e probabilmente anni luce dal nostro criterio, tutto occidentale, di percepire il mondo?

Perché sostenere, in modo così chiaro e netto, la diretta responsabilità e il totale coinvolgimento del Gruppo Benetton, nelle violenze, nelle sparizioni, negli omicidi che da oltre vent’anni colpiscono con pugno di ferro questo popolo ancestrale?

Chi muove i fili dei “burattini”, ovvero l’esercito e polizia sia del Cile che dell’Argentina, il cui modus operandi puzza tanto di pulizia etnica?

Facciamo un po’ di chiarezza e partiamo dal principio, chi sono questi Mapuche?

Mapuche significa letteralmente figli della terra, ed è il nome del popolo originario che occupa il centro-sud dell’Argentina e del Cile e che ancora oggi lotta per difenderla. I mapuche hanno una lingua il mapudungun (in realtà più di una), una filosofia e una spiritualità proprie.

La terra intesa come “nazione Mapuche”, la Wallmapu, si estende in Argentina e Cile approssimativamente da Santiago-Buenos Aires a Nord, fino alla provincia del Chubut in Argentina e all’arcipelago Chiloé in Cile, a Sud. Ma non solo. Per la millenaria filosofia Mapuche l’uomo non è nient’altro che uno degli elementi del cosmo, che deve rispettare e di cui non deve alterare l’equilibrio. Per questo motivo, i Mapuche lottano oggi per difendere la natura dalla contaminazione inferta dall’uomo con l’estrazione selvaggia, molto frequente in questa parte del pianeta.

I Mapuche sono l’unico popolo originario a non essere stato conquistato e sottomesso dagli spagnoli 500 anni fa. Sono rimasti indipendenti fino alla fine del diciannovesimo secolo. Questo è dipeso dall’abilità e dalla determinazione di questo popolo, oltre che dall’assenza di un’organizzazione politica statale-verticistica, come nel caso degli Inca o degli Aztechi. Ai conquistatori non bastava sottomettere un sovrano o un’oligarchia, ma avevano a che fare con innumerevoli comunità autonome, Lofches, pronte a difendere la terra a costo della propria vita, che hanno dato filo da torcere agli spagnoli per 300 anni.

Si tratta di comunità agricole, con un lonko, la guida, un machi, di solito una machi a dire il vero, la sciamana, e dei weichafe, i guerrieri. Tradizionalmente, nelle comunità mapuche le decisioni sono prese in forma collettiva, tutti hanno diritto di parola e ogni opinione ha lo stesso valore. Una sorta di democrazia diretta, orizzontale e diffusa in un popolo in cui non era presente il concetto di schiavitù, di proprietà privata e in cui non era concepibile l’dea di una dominazione straniera.

Sono quindi lo stato argentino e lo stato cileno ad assoggettare questa popolazione a partire dalla fine del 1800. Oggi i Mapuche sono più di un milione e mezzo, il loro diritto alla autodeterminazione è stato loro negato, mentre il loro territorio, cultura, lingua, religiosità e ambiente sono costantemente minacciati.

Le basi per rivendicare questi diritti non mancano, la Costituzione Argentina dal 1994 prevede il riconoscimento della diversità etnica e culturale e della preesistenza dei popoli indigeni, il loro diritto al possesso dei terreni tradizionalmente occupati e la partecipazione diretta alla gestione delle risorse naturali. Inoltre, la Convenzione 169 dell’ILO, firmata sia dall’Argentina che dal Cile, garantisce il rispetto dei popoli originari.

Ma queste dichiarazioni non sono coerenti con le scelte dello stato argentino di vendere territori mapuche a imprese straniere, come nel caso di Benetton, di cui Mauro Millan è stato uno dei protagonisti ed alle imprese petrolifere nella regione di Neuquen. Inoltre coloro che recuperano territori ancestrali e che lottano per la difesa della Mapu, sono spesso criminalizzati e considerati terroristi.

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3 commenti

Marilisa mercoledì, 7 Ottobre 2020 - 2:08

A seguire ci sarà l’apertivo?

Rino venerdì, 9 Ottobre 2020 - 23:19

Avete le idee molto MOLTO confuse.

dall'altra parte del mondo lunedì, 12 Ottobre 2020 - 2:40

Tu dovresti chiederti, un’idea di quello che vogliono fare, ce l’hanno?

Commenti chiusi.

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