Nell’anno 2004 ho inaugurato la mia scuola di lingua e cultura italiana, l’Acanto, nel centro storico di Mesagne. Il mio sogno è diventato realtà grazie a un progetto comunale di riqualificazione di quartiere Fai battere il cuore della tua città.
Nel giorno di inaugurazione dell´attività, uno dei primi commenti da parte della gente locale fu “Ma chi vuoi che venga a trovarti a Mesagne?!?”.
Questa frase provinciale non mi scoraggiò, al contrario mi diede più incoraggiamento ad andare avanti con la convinzione di voler rischiare e cominciare un´attività lavorativa nella mia città senza fuggire lontano. Infatti non fu impresa facile, dovendo attrarre turisti stranieri e investire soldi in pubblicità e comunicazione.
Diciassette anni fa si poteva contare su pochi hotel e ristoranti, i locali della movida e i B&B erano quasi zero. Si potevano visitare solo il castello e la Chiesa Madre e non era facile trovare un servizio di guida turistica che ti portasse in giro per il centro storico o per le zone archeologiche.
Malgrado tutto, i miei ospiti sono riusciti ad arrivare da quasi tutto il mondo, molti di loro ci sono ritornati più volte, hanno amato e apprezzato la nostra comunità e da subito hanno capito che Mesagne era una gemma preziosa e nascosta. Degli australiani dissero “da noi questa città sarebbe un tesoro nazionale”.
Tra le prime e belle collaborazioni ricordo le camminate tra gli uliveti e le degustazioni offerte generosamente da Giuseppe Aresta e i suoi collaboratori dell´ associazione culturale la Manovella. Oppure gli incontri tenuti presso la cooperativa Terre di Puglia- Libera Terra o la masseria Canali, dove i principali operatori con chiarezza e preparazione hanno condiviso storie vere e dolorose del nostro territorio oltre a presentare i prodotti locali frutto di rigenerazione e qualità.
Che bei ricordi! Con poco riuscivamo a offrire delle esperienze genuine, culturali e allo stesso tempo professionali basate sulla storia della nostra terra e l´orgoglio per le nostre radici.
Questa vuole essere una piccola testimonianza di come negli anni passati diversi giovani abbiano scelto di investire e rischiare di rimanere nella propria città perché testardi e consapevoli che una goccia ogni giorno potrà diventare un mare.
In questo passato non troppo remoto, se mi avessero presentato con una sfera di cristallo l´idea che un giorno la nostra cittadina messapica potesse essere candidata a città della cultura… ci avrei creduto grazie alla collaborazione del Tempo, della pazienza, della competenza, del lavoro, della conoscenza, della condivisione, dell´onestà, del rispetto e della passione per il sud.
Michela Moliterni