Consideriamo le parole espresse dall’assessore ai servizi sociali Antonella Catanzaro, relative alle celebrazioni dei nuovi istituti previsti dalla recente legge Cirinná, inopportune e dal retrogusto discriminatorio. L’assessore dichiara apertamente il suo rifiuto a ” celebrare un’unione civile tra persone dello stesso sesso” giustificando la scelta come ” frutto di un convincimento personale, non un pregiudizio, ” la mia fede mi porta a dire no difronte a richieste di questo tipo”. Tale dichiarazione esprime invece un pregiudizio di rilevante importanza e siamo profondamente preoccupati dal fatto che a muovere le scelte dell’assessore sia principalmente la propria fede, con il risultato di riconoscere diritti sanciti dalla legge solo ad una ben definita categoria di individui, escludendone altri. L’affermazione dell’assessore crea un pericoloso precedente anche in considerazione della totale assenza di critiche del resto dell’amministrazione, che pare affermare con il proprio silenzio che un assessore possa scegliere in maniera assolutamente discrezionale quali caratteristiche debbano avere i soggetti ai quali riconoscere diritti. La situazione diventa ancor più preoccupante considerato il ruolo rivestito dalla signora Catanzaro: ci chiediamo quali siano i parametri che verranno utilizzati all’interno dell’Assessorato ai servizi sociali per garantire uguale dignità ai cittadini, se é chiaro che a fare da bilancia non é la Costituzione e le leggi, ma la Bibbia.Mesagne Bene Comune
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Voglio chiedere all’assessore che si dichiara obiettore su unioni civili: di chi sia assessore, di uno, di cento o di tutti i suoi cittadini
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